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Quando Taylor Hawkins voleva lasciare i Foo Fighters, Dave Grohl: “Sottovaluta la sua importanza”

La morte di Taylor Hawkins dei Foo Fighters ha sconvolto il mondo della musica, qui il racconto dei suoi primi tempi nella band e il rapporto con Dave Grohl.
A cura di Redazione Music
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Taylor Hawkins e Dave Grohl dei Foo Fighters (Jason Merritt/Getty Images)
Taylor Hawkins e Dave Grohl dei Foo Fighters (Jason Merritt/Getty Images)

Taylor Hawkins è morto a 50 anni, la sera in cui avrebbe dovuto suonare assieme ai Foo Fighters, band di cui era batterista, a Bogotà, in Colombia. Il palco vuoto è stato riempito di candele e da oggi il mondo del rock dovrà fare a meno di uno dei musicisti più iconici, di certo colui che ha dovuto raccogliere una delle eredità più complesse. Sì, perché, come lo stesso Hawkins aveva raccontata nell'ultima intervista a Rolling Stone dello scorso settembre, il suo arrivo nella band seguì il licenziamento del batterista precedente, ma soprattutto dovette scontrarsi con la volontà del produttore di veder registrare le batterie del nuovo album a Dave Grohl, fondatore della band ed ex batterista dei Nirvana

Hawkins e Grohl si erano conosciuti nei backstage dei concerti, racconta RS, quando il batterista girava in tour con Alanis Morissette e quando gli fu chiesto di prendere il posto del vecchio batterista per partecipare alle registrazioni del terzo album There is Nothing Left to Lose, spiegò di essere terrorizzato, anzi di essere completamente bloccato mentre era in studio. L'ombra di Grohl era enorme e anche il licenziamento del suo predecessore non lo metteva a suo agio: "L’ultimo batterista era stato licenziato, quindi non sapevo come affrontare la cosa. E il produttore non lo diceva apertamente, ma dalla sua espressione era chiaro che avrebbe voluto che fosse Dave a registrare la batteria".

Passarono pochi giorni e fu lui stesso a dire a Grohl che non ce la faceva a proseguire e che avrebbe voluto andare via, ma il fondatore della band gli disse senza mezzi termini che quel disco lo avrebbe registrato lui: "Ho fatto metà del disco, e solo perché lui mi ha tenuto per mano, come farebbe un fratello maggiore o il tuo migliore amico. Ed è questo il motivo per cui oggi siamo ancora qui". ma le cose tra i due non sono andate sempre per il meglio, anzi, a un certo punto Hawkins aveva cominciato a pensare che i Foo Fighters lungi all'essere la band di Grohl fosse una band democratica finché il cantante  e chitarrista non fu chiaro: "Questa è la mia band, le cose stanno così. Se non ti piace, quella è la porta". Hawkins si convinse e accettò che Grohl era "il miglior batterista al mondo e io lo stronzo che deve fare quello che gli viene detto, quello che prova a suonare Everlong come fa lui, ma non ci riesce".

Nell'intervista, mentre il batterista racconta questa storia, però, Grohl intervenne per precisare che il compagno stava esagerando: "Credo che Taylor sottovaluti la sua importanza in questo gruppo", racconta Grohl. "Forse perché non è il batterista della formazione originale, ma cosa saremmo senza di lui? Riesci a immaginarlo? Sarebbe una cosa completamente diversa… Le sue insicurezze lo spingono a dare sempre di più".

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