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Pussy Riot: negata la libertà condizionata alla Tolokonnikova

La Corte di Mordovia non concede la libertà condizionata a una delle due Pussy Riot ancora in carcere per aver cantato nella cattedrale di Mosca una canzone contro Putin.
A cura di Francesco Raiola
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Niente da fare per la Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova a cui è stata negata, ancora una volta, la libertà condizionata, quindi continuerà a scontare l'anno che le resta in carcere. La Cnn ha riportato che la Corte Suprema di Mordovia ha rifiutato di accordarle la libertà perché la cantante non si è mostrata pentita per il crimine per cui è stata condannata. La Tolokonnikova aveva chiesto la liberazione per potersi prendere cura della figlia di 5 anni: "Non mi dichiaro colpevole. Ho dei principi dai quali non mi muovo" ha detto la ragazza che da un anno sconta il carcere per "vandalismo motivato da odio religioso", per aver cantato una preghiera anti Putin nella Cattedrale di Mosca.

Assieme a lei sono state arrestate anche Maria Alyokhina (alla quale fu negata la libertà qualche mese fa e per cui si mosse anche Paul McCartney) e Yekaterina Samutsevich che, invece, ha ottenuta l'anno scorso.

L'attività del gruppo, intanto, non si ferma e proprio la settimana scorsa le Pussy Riot hanno fatto uscire un nuovo video, "The Red Prison", in cui attaccavano l'industria petrolifera, mentre pochi giorni fa Amnesty International ha lanciato una petizione firmata da oltre 100 musicisti per chiedere la libertà: tra le firme Paul McCartney, Madonna, Bruce Springsteen, Radiohead, U2, Arcade Fire, Karen O, Adele, Paul Simon e Eddie Vedder.

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