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Nobraino: “Siamo dispiaciuti, ma in molti hanno speculato su quella frase”

Un post sul naufragio di un barcone di migranti al largo delle coste libiche ha portato i Nobraino alla ribalta nazionale. Nonostante le scuse e le spiegazioni la band ha dovuto fronteggiare gli insulti. Abbiamo intervistato il leader Lorenzo Kruger per farci spiegare cosa è successo.
A cura di Francesco Raiola
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A volte bastano poche parole per gettare all'aria una carriera fatta di palchi e tour che gli stadi forse non li vedranno mai. Una carriera che alcuni amano e altri no, ma che ha portato i Nobraino a essere una delle band underground più discusse di questi ultimi anni. Da due giorni, però, la band deve far fronte a critiche feroci seguite a un post ambiguo sulla tragedia che ha coinvolto centinaia di migranti al nord delle coste libiche. Un post che voleva essere critico nei confronti delle leggi europee e invece è stato un boomerang. Una sciocchezza (per usare un eufemismo) che li ha fatti balzare agli onori della cronaca. loro malgrado.

Oltre all'ambiguità del post, poi, errori grossolani di comunicazione hanno spinto a un paradosso: essere criticati per una cosa che l'autore del post, il chitarrista Néstor Fabbri, conosce molto bene, come ha spiegato in un post di scuse uscito questa mattina sul loro sito ufficiale. Una materia, addirittura, che è stata oggetto della propria tesi di laurea e per cui ha anche alcune pubblicazioni. Ma si sa, la rete funziona così, difficilmente le spiegazioni e le smentite hanno lo stesso effetto della prima azione compiuta e quello che in gergo si chiama Effetto Streisand ha fatto il resto.

È dispiaciuto Lorenzo Kruger, leader della band, che abbiamo sentito telefonicamente e che per primo ha dovuto affrontare il muro di insulti che hanno invaso la loro bacheca: "Direi che è sfuggita un po' la situazione di mano" ci dice, aggiungendo: "Nestor ha lavorato attivamente sul campo, i Nobraino non sono militanti, perché non mi piace definirci così, però diciamo che un nostro impegno sull'ideale, sul sociale, possiamo averlo, e quella è stata una cosa che è stata ignorata completamente e si è voluto leggere quella frase nel modo in cui non andava letta". Un'ammissione di colpa, accompagnata però dall'amarezza di alcune critiche di addetti ai lavori (sono tre, per ora, i concerti che sono stati annullati a seguito di quel post) e soprattutto perché mai avrebbero pensato di poter essere insultati su un argomento che conoscono così bene.

Insomma, Lorenzo, avete fatto una cazzata che state pagando molto cara…

Direi che è sfuggita un po' la situazione di mano. Per altro sono atteggiamenti provocatori ma rivolti a un interlocutore che pensiamo ci conosca quindi capisca il tono, conosca anche la nostra storia. Invece è stata una speculazione un po' fuori dal nostro schema.

Una frase del genere, però, agli occhi di non conosce la storia vostra o quella personale di Néstor, può essere fraintesa… lasciando stare chi forse non aspettava altro.

Più che altro l'impressione negativa viene dal fatto che da sotto al tappeto è venuto tutto quello, al punto che uno si chiede ‘ma prima dov'erano? Hanno aspettato l'occasione buona?". Poi, certo, quello che dici tu è verissimo, tant'è che io, che faccio un po' da moderatore della pagina, mi ero già confrontato coi ragazzi, dicendo di  stare attenti, perché chi legge non sa chi sei e come lo stai dicendo, per cui, pur amando la provocazione, li avevo allertati. Dopo, su quell'argomento, nello specifico, ho sempre capito la rabbia condivisa, poi veramente ne sono stati pubblicati a decine di quei post sulla pagina, ma evidentemente abbiamo preso l'onda sbagliata.

Come sai l'argomento polarizza molto, tra quelli del "statevene a casa vostra" e chi invece ha molto a cuore quello che è un problema che dura da troppo tempo…

Guarda, c'è anche del cameratismo in quel tono. Nestor ha lavorato attivamente sul campo, i Nobraino non sono militanti, perché non mi piace definirci così, però diciamo che un nostro impegno sull'ideale, sul sociale, possiamo averlo, e quella è stata una cosa che è stata ignorata completamente e si è voluto leggere quella frase nel modo in cui non andava letta.

Ok, però posso obiettarti che qualche errore anche voi l'avete fatto: avete fatto passare molto tempo prima di scusarvi e poi avete modificato quella frase amplificandone il messaggio.

Guarda, io me  ne sono accorto lunedì mattina, quando poi ho risposto, beccandomi anche accuse di ‘ponziopilatismo', ma in realtà non riuscivo a comunicare con Nestor e a un certo punto ho dovuto spiegare. Non volevo parlare per lui, non dovevo essere io a fare il suo discorso… quindi la prima cosa che ho fatto, prima della spiegazione di Nestor, è stato dispiacermi e anche questo non è andato bene. Alla fine hai mosso così tanta merda che ogni gesto che fai ne arriva un'altra onda.

Quanto vi sta costando tutto questo?

Ci sta costando. In termini pratici ci sono saltati almeno tre concerti, poi io ne ho uno questa settimana e immagina che voglia ho di usare il mio social per condividere una cosa che devo fare, anche perché già so che appena dico ‘a'  mi arrivano minacce di morte, per cui il danno è ampio. Sicuramente fa male vedere l'illogicità del fatto che ci sia augurato tanto male da dei paladini del bene, facendo venire fuori tutta l'evidenza di questo mezzo che ha una moralità molto dubbia. Per cui c'è un danno pratico, di gente che non ci fa suonare presa da chissà quale panico, oltre, ovviamente a quello emotivo.

Tra l'altro ci sono state prese di posizioni molto forti da personaggi solitamente molto pacate come Roy Paci che vi ha cancellato dal concertone di Taranto o Theo Teardo. Siete riusciti a spiegarvi?

Guarda, mi dispiace per Taranto, ma non ho voglia di alimentare questa cosa, per cui mi rattristo.

Avete già pensato a come spiegare questa cosa quando tornerete sul palco?

Alla fine dei conti penso che quella gente sia soprattutto fatta da chi ai nostri concerti non ci viene visto che ci odia così tanto. Quindi credo che continueremo a incontrare fisicamente le persone che ci vogliono bene e hanno capito e conoscono benissimo come facciamo le cose, per cui non ho molta preoccupazione, però se capita sarebbe bello spiegarsi, certo. Anche se ormai so che è stato creato un marchio e quel marchio te lo tieni, e poi col tempo la coerenza che abbiamo renderà questo marchio più sbiadito.

Insomma, un modo sbagliato per finire alla ribalta nazionale.

E in effetti ne avremmo fatto volentieri a meno.

Cosa diresti a un paio di giorni dal fattaccio alle persone che sono rimaste deluse?

Il punto è che  quel post conteneva un articolo che alla fine nessuno ha letto, e tutta la questione è qui. Però si dimostra l'inutilità del social: non si è parlato, non si è dibattuto di niente. Non c'è molto di buono, è questo che lascia sorpresi.

Guarda, è un meccanismo vero, però nasce da una frase ambigua. Non è un po' facile dire: ‘Non hanno letto il link' quando quel post era abbastanza ambiguo, non conoscendone la storia?

È un'ingenuità…

Rischia di passare il messaggio del ‘siamo vittime del meccanismo della rete'

No, ma certo, sicuramente la nostra sorpresa deriva dal fatto che abbiamo superato tutte le nostre soglie. Noi abbiamo una carriera mediatica, ma fatta sul campo, con i concerti, chi ci segue lo fa perché ci ha visto, ci conosce, quindi chi ci ha conosciuto probabilmente ci ha incontrato di persona e mi fa specie che queste persone non abbiano aspettato mezzo secondo per criticarci. Poi l'abbiamo analizzato prima, c'è stata una tempistica tardiva nella risposta, abbiamo permesso che la macchia si allargasse e poi è tutto finito fuori controllo. Ormai la frittata è fatta e credo che si sia fatta un'esperienza costosa ma costruttiva. A me spiace per la reazione degli addetti ai lavori, cioè gli hater te li devi aspettare, ma il fatto che chi ci conosca abbia preso distanza così velocemente senza minimamente avere il minimo dubbio mi spiace. È stato un comportamento un po' leggero.

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