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Ne è valsa la pena attendere 10 anni per ascoltare Noyz Narcos e Salmo in CVLT

CVLT, il joint album di Noyz Narcos e Salmo, è stato pubblicato lo scorso 3 novembre. Qui alcune considerazioni sul progetto.
A cura di Vincenzo Nasto
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Noyz Narcos e Salmo, foto di Giulia Parmigiani
Noyz Narcos e Salmo, foto di Giulia Parmigiani

"Testa sopra il business tutto quanto il giorno, a volte molli e perdi il sentiero. Morissi domani, tu saprai chi sono stato, non saprai chi ero". Con questa barra di Noyz Narcos in Fine, singolo outro del joint album CVLT, in collaborazione con Salmo, si vede il traguardo di un progetto, in grado di lanciare segnali, anche contrastanti, sullo stato di salute del rap italiano. CVLT, pubblicato lo scorso 3 novembre da Noyz Narcos e Salmo, attraversa l'idea di contemporaneità, soffiando però sul passato, sulle radici dei due autori, in un gioco di specchi su come la cultura hip-hop li ha influenzati, e successivamente, come i due autori hanno lasciato il loro segno nella timeline. Un disco che ha 10 anni di attesa e aspettative non tanto per il pubblico che lo ha accolto in maniera entusiasta (il disco è #1 nella classifica album su Apple Music e tutti i brani sono presenti in Top20 su Spotify), ma proprio nei protagonisti del disco che si rincorrevano da quasi un decennio. La "prima" volta in Localz Only di Noyz Narcos, dove su una produzione di Fritz Da Cat, avevano collaborato nella traccia Dal tramonto all'alba, un immaginario cinematografico che ha avuto una dimensione importante nella stesura di CVLT.

CVLT e il manifesto horror con Dario Argento

L'immaginario punk degli esordi, dal Truceklan ai primi dischi di Noyz Narcos, come La calda notte e Non Dormire, sono lo scenario di un disco che ha scelto l'horror come copertina, prima di esibirsi in nuove vesti. Anche perché, la veste cinematografica del progetto ha avuto come centro nevralgico Incubi, il video ufficiale con la regia di Dario Argento, affiancato dal duo YouNuts, in cui i due protagonisti vengono scaricati in una dimensione, una trappola senza scampo. La villa spettrale che li accoglie diventa un manifesto, ma CVLT diventerà ben presto molto altro. Lontano dai toni regali di Jake La Furia e Emis Killa in 17, ma anche dalla dimensione onirica di Santeria, CVLT è la stanza dei giochi di Salmo e Noyz Narcos, anche se musicalmente il secondo sembra molto di più all'interno della sua comfort zone. Lo stesso Salmo ha dichiarato che CVLT potrebbe rappresentare il disco più rappato nella sua vita. E nella costruzione di un kolossal come CVLT, c'è il richiamo a un'identità precisa, a un momento preciso nella storyline dei due artisti.

Il citazionismo cinematografico e musicale

Il richiamo a progetti come The Island Chainsaw Massacre di Salmo e a Guilty di Noyz Narcos è chiaro: anche se la formula si addolcisce grazie alle melodie, la crudità della forma resta tale. CVLT dimostra anche la propensione al sacrificio dei due autori, che in più casi si vedono limitati personalmente nella ricerca di una dimensione più alta e collaborativa. La prova più evidente di questo aspetto la si nota in Nightcrawlers e Brujeria: il ritorno alla drum n' bass oscura di Salmo sembra cogliere Noyz fuori dalla sua zona di comfort. I due brani danno anche l'occasione di raccontare altri due aspetti dell'album: il citazionismo cinematografico e musicale. Quello cinematografico passa dai Blues Brothers a Grindhouse di Tarantino, in cui nel brano, viene ripreso anche uno spezzone del dialogo tra Kurt Russell e Rose McGowan sulla macchina dello Stuntman Mike.

Le collaborazioni di Marracash e Kid Yugi

Si passa a Fatti ammazzare di Clint Eastwood e Non essere cattivo di Claudio Caligari in Cringe, raccogliendo però il più grande episodio nella titletrack del progetto, in collaborazione con il giovane Kid Yugi. Nel brano, prodotto da Salmo e Sine, in cui c'è anche un chiaro sample a Window Shopper di 50 cent, proprio Kid Yugi dà sfoggio delle sue capacità intraviste in The Globe, con citazioni a Non è un paese per vecchi, ma anche Dal tramonto all'alba e L'alba dei morti viventi. Un processo che passa poi per la figura di Tarantino, centrale nella costruzione dell'immaginario del disco con Bastardi senza gloria e The Hateful Eight. Proprio il singolo CVLT ci dà la possibilità di osservare anche la scelta delle collaborazioni nel disco: come per altri aspetti del progetto, l'intesa tra Noyz Narcos e Salmo è frutto di un continuo compromesso. E Respira infatti, con un chiaro sample di Breathe dei Prodigy, dà la possibilità ai due autori di ospitare Marracash sulla traccia con una strofa quasi avulsa dalla storyline del progetto.

Ciò che non convince di CVLT

E forse l'ultima collaborazione del disco, anche se non legata agli autori invitati (Coez e Frah Quintale reduci da LoveBars), è quella che viaggia in maniera balbettante all'interno di CVLT. La ricerca di un episodio 2 di un "cult" come My Love Song di Noyz Narcos in Monster ha posto aspettative maggiori nel pubblico, che per adesso non sembrano esser state rispettate. E My Love Song pt.2 segna anche un rito di passaggio del progetto, che avrà nelle ultime tracce del disco (in totale 15) forse la discesa inaspettata. Togliendo Kilometri che rimane una perla e un'esposizione tecnica di Noyz Narcos da incorniciare, le ultime tracce del disco sembrano affievolire il volume della pioggia in cui CVLT ti introduce, con alcune giornate di sole come la tromba nella titletrack, ma anche con temporali fitti nei primi cinque brani del disco.

Non è CVLT a essere un classic, ma i suoi due autori

CVLT, prodotto da Ford78, Luciennn, Salmo e Sine, rappresenta l'incontro di due mondi con immaginari comuni, anche se con aspetti melodici che, soprattutto negli ultimi anni, sono andati in direzioni diverse. Non ha paura di osare nella rigidità melodica, anzi rinforza le caratteristiche degli autori, che cercano il più possibile di non uscire, di non osare. Un film horror da copertina, ma in cui due autori sfoggiano qualità tecniche che non passeranno mai di moda. E si potrebbe sbagliare a considerare CVLT come un greatest hits dei due autori, solo come una playlist panoramica per accedere alla loro esperienza musicale. CVLT è invece anche una proposta musicale diversa nell'ambiente rap italiano, qualcosa che si lega al passato per i suoni, ma tremendamente attuale nella scrittura e nello stile. C'è poco di classic in CVLT, se non le figure note di Noyz Narcos e Salmo. E non serve arrivare alla fine del disco per comprenderlo, anzi basta mettere play ad Anthem, intro del disco. I due autori si scambiano di posto in auto, citando l'uno i successi dell'altro: una delle forme di tributo più divertenti e leggere.

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