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Morto Ornette Coleman, il mondo del jazz piange il grande sassofonista

Aveva 83 anni Ornette Coleman, originario del Texas e padre del cosiddetto “free jazz improvvisato”. Il mondo della musica gli deve tanto, soprattutto per la libertà di spirito che ha sempre trasportato nelle sue produzioni artistiche.
A cura di A. P.
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Ornette Coleman, jazz musician Coleman blowing the trumpet (Photo by Matias Nieto/Cover/Getty Images)
Ornette Coleman, jazz musician Coleman blowing the trumpet (Photo by Matias Nieto/Cover/Getty Images)

Dopo la morte di Christopher Lee, che ha fatto piangere appassionati e addetti ai lavori del mondo del cinema, la musica piange un'altra scomparsa importante: è morto infatti a 8 anni, a New York, per un arresto cardiaco il polistrumentista e compositore Ornette Coleman, musicista di altissima levatura, tra i più importanti innovatori della musica jazz e comunemente considerato il padre del free jazz. La notizia è giunta nel pomeriggio ed ha chiaramente sconvolto gli appassionati del genere e non solo.

Il peso della sua innovazione

Nato il 9 marzo 1930 in Texas, Coleman è stato un grande sassofonista, che tuttavia in carriera ha suonato anche la tromba e il violino. La sua carriera prese il via con un insistente gravitare attorno al rythm ‘n ‘blues, jazz e bebop, sin dalla fine degli anni '40, ovvero durante la sua giovinezza. Sin dal principio il risultato è stato una commistione insolita e non ortodossa di questi elementi, che è stata immediatamente riconosciuta dagli esperti di settore. Coleman venne subito riconosciuto per le armonie anomale e l'alterazione di tutti gli schemi rigidi che caratterizzavano il jazz di quegli anni. Tanto è vero che, proprio grazie al suo contributo, il genere musicale cominciò a distaccarsi progressivamente dalle regole inderogabili che avevno, da sempre, caratterizzato quel genere musicale.

La carriera di Coleman

Il primo disco è stato "Something Else!!!: The Music Of Ornette Coleman", uscito nel 1958 e prodotto dalla casa discografica Contemporary, fu subito un successo, almeno tragli appassionati. A questo lavoro seguirono poii titoli più evocativi e portanti della sua carriera, come "Tomorrow is the Question", "The Shape Of The Jazz to Come" e "Change Of The Country": Ma si può certamente dire che il vero testamente dell'autore texano è stato "Free Jazz: A Collective Improvisation" del 1960″, una vera e propria summa di quell'idea che l'ha reso il padre dell'improvvisazione nel jazz. Tanti i nomi coi quali ha collaborato nel corso della carriera, da Jackie McLean a Pat Metheny nel 1985, oltre a Yoko Ono e Lou Reed. Uno degli ultimi, grandi, riconoscimenti della sua carriera, è stato il premio Pulitzer per la musica.

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