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Mondiali Sudafrica 2010: Lady Gaga e il paragone con l’Inghilterra

Alcuni commentatori sportivi si lanciano in un bizzarro paragone: Lampard, Gerrard e Rooney sono per il calcio quello che Lady Gaga è per la musica…vediamo il perchè.
A cura di Valentina Scionti
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L'avevamo già appurato: anche quando non è direttamente presente ad un qualsivoglia evento, Lady Gaga riesce a farsi avvertire in spirito. Ovviamente il più recente grande evento a cui la popstar di Alejandro non ha preso parte sono i Mondiali di Calcio che si stanno svolgendo in questi giorni in Sudafrica.

Musicalmente parlando, infatti, la prima-donna dei Mondiali 2010 è stata e continua ad essere la bella e brava Shakira che con la sua Waka Waka sta facendo ballare letterlamente il mondo intero, soprattutto grazie ad una bellissima iniziativa benefica per merito della quale caricando la propria versione della coreografia di Waka Waka su Youtube si potranno aiutare i bambini sudafricani.

Lady Gaga, in qualità di grande assente dalla manifestazione sportiva si è così dilettata in questi giorni in altre attività per riposarsi prima di riprendere il Monster Ball Tour questa sera da Montréal.

Eppure la stampa non riesce proprio a dimenticarsi di lei in questi giorni, neppure la stampa sportiva.

A seguito della rovinosa sconfitta di un'altra delle grandi favorite del Mondiali 2010, infatti, i commentatori della CBS si sono lasciati andare ad un bizzarro paragone che ha unito per un istante il mondo dello sport a quello della musica.

Parlando della nazionale di calcio inglese e in particolare di alcuni dei suoi più grandi rappresentati sul campo, infatti, i cronisti della CBS ha definito la squadra di Capello come la "Lady Gaga del calcio". La ragione è più che evidente e presto spiegata: così come Lady Gaga ci ha ormai abituati alle sue stranezze al punto da non stupirci quasi più, anche i giocatori storici della nazionale inglese quali Lampard, Rooney e Gerrard sono atleti di cui gli avversari conoscono ogni mossa e che nonostante tutto si limitano a riproporre sempre lo stesso tipo di gioco una volta in campo, persino in un contesto Mondiale.

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