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Mogol: “Prego per la vedova di Lucio Battisti, lo incontrerò quando sarò morto”

Giulio Repetti Mogol si racconta alla soglia degli 87 anni. Dai successi incisi durante la sua lunga carriera agli ascolti legali con Grazia Letizia Veronese, vedova di Lucio Battisti: “Prego affinché si ravveda”.
A cura di Stefania Rocco
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Giulio Repetti Mogol si racconta in una lunga intervista al Corriere alla soglia dei suoi 87 anni. Autore e paroliere celebre in tutto il mondo, rende noti aneddoti ed episodi di vita vissuta ancora inediti. Dal legame con Lucio Battisti ai recente scontri legali con Grazia Letizia Veronese, vedova dell’artista. “Quella è una cosa molto ingiusta perché era stato lui a chiedermi di scrivere la canzone. Ho lavorato gratis, senza la possibilità di risentirla. Ed è una delle più belle”, ha dichiarato a proposito dell’inedito Il paradiso non è qui, scritto per Battisti ma mai inciso. “Non sento Grazia Letizia Veronese ma prego per lei, che si ravveda. Battisti? Non lo sogno, lo penso. Credo che lo incontrerò quando sarò morto. Chissà se avrà la chitarra”.

La stima per Giorgia Meloni e la posizione sui migranti

Consulente del ministro Sangiuliano, Mogol non nasconde la sua stima nei confronti della premier Giorgia Meloni: “Il fatto che stimi Giorgia Meloni è fuor di dubbio: è ovunque con efficacia straordinaria e dimostra alle altre la forza delle donne. Lotta dalla mattina alla sera per il Paese e crede solo nella competenza. Accidenti quanto è vero!”. Racconta anche di avere deciso, insieme alla moglie, di ospitare due famiglie ucraine. E sull’accoglienza ai migranti si dimostra vicino alle posizioni espresse dall’attuale governo:

La decisione di ospitare queste due sorelle con i figli l’ho presa con mia moglie. Adesso le ha raggiunte un marito. Diamo loro un piccolo stipendio perché ci aiutano, hanno la carta di credito. Sui migranti il discorso è un altro: ho spedito un piano alla premier. Aiutiamoli a casa loro. Creiamo una spa finanziata dall’Unione Europea per fare investimenti produttivi nei Paese africani. Noi qui già viviamo attaccati uno all’altro: lì hanno praterie immense. I profughi possono chiedere ospitalità negli altri Paesi africani dove la guerra non c’è. Con i loro prodotti si potrebbero aprire negozi di primizie in Europa.

“Sanremo? Dovrebbero darmi un muschio di soldi”

Da sempre vicino ad alcuni degli artisti più noti nel mondo della discografia italiana, Mogol ha confessato di non guardare Sanremo: “La competenza per me è fondamentale”. E quando gli chiedono se parteciperebbe a un’edizione nel ruolo di direttore artistico, conclude: “Dovrebbero darmi un mucchio di soldi”.

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