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Mika torna come Michael Holbrook e racconta la sua famiglia multiculturale: “Trump impazzirebbe”

Mika torna con il nuovo album “My Name Is Michael Holbrook”, un lavoro che pesca a piene mani nelle sue radici. Il cantante, amatissimo in Italia per le sue canzoni (da “Grace Kelly” ad “Ice cream”), ma anche per trasmissioni come X Factor e “Stasera Casa Mika”, è ripartito dalle sue origini multiculturali: “Sono l’incubo di Trump”
A cura di Redazione Music
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Mika torna con il nuovo album "My Name Is Michael Holbrook", un lavoro che pesca a piene mani nelle sue radici. Il cantante, amatissimo in Italia per le sue canzoni (da "Grace Kelly" ad "Ice cream"), ma anche per trasmissioni come X Factor e "Stasera Casa Mika", è ripartito dalle sue origini americane: "Sono passati quattro anni dall'ultima volta che è uscito un mio album. Non avevo la direzione giusta per cominciare la scrittura per due di questi quattro anni, poi ho trovato una chiave per riaprire, per innamorarmi di nuovo, per separarmi e capire la differenza tra lo showbiz e l'artista che sono" raccontò a Fanpage.it prima di parlare del suo viaggio negli Usa. "Chi sono veramente? Voglio dimenticare Mika e ricominciare come se fossi Michael Holbrook da sempre. Sono tornato a casa e le prime parole che ho scritto al pianoforte erano: ‘My name is Michael Holbrook, I was born in 1983′".

Di cosa parla il nuovo album "My Name Is Michael Holbrook"

Lanciato dai singoli "Ice cream", "Tiny Love" (colonna portante dell’album presente anche in una reprise in chiusura del disco), "Sanremo", "Dear Jealousy" e "Tomorrow" , l'album è stato presentato dal cantante in questi modo: "Queste nuove canzoni hanno colori forti e un messaggio intimo, parlano di crescere, mantenendo i miei colori. Mi sono concentrato sull’idea di diventare un adulto senza perdere umanità, calore, il senso dei colori e dell’eccentricità".

La storia dell'incontro tra i genitori di Mika

Ma il nocciolo forte è venuto, appunto, anche dalle sue origini miste: "Sono l'incubo di Trump, perché rappresento totalmente quello che gli dà una crisi epilettica: sono nato da padre americano, totalmente WASP, di Savannah, però suo padre era un diplomatico, lui è nato a Gerusalemme, è cresciuto a Il Cairo, poi Washington, poi Roma, poi Svizzera, poi è tornato a New York, poi Boston. In più lui è un po' un genio, è andato all'Università a 15 anni, ha imparato sette lingue, si è ritrovato in Francia, poi in Libano – racconta Mika a Fanpage.it -. Ha conosciuto mia madre a una festa, non si sono parlati più, un mese dopo si sono incontrati di nuovo sulla Fifth Avenue a New York, hanno preso un caffè assieme e una settimana dopo si sono sposati".

Dall'America all'Europa e il Medio Oriente

E anche la madre ha una storia multiculturale: "È nata con il passaporto e la cittadinanza americana a Breenwich, Connecticut, 45 minuti da New York. Il suo papà era siriano, sua mamma libanese, il papà aveva 60 anni quando mia mamma è nata e sua madre aveva 15 anni. Poi i miei hanno fatto un figlio insieme, mia mamma ha deciso che non voleva più stare in America perché non voleva dei figli che fossero troppo americani, perché voleva questo gusto, questo profumo del Medio Oriente che la attraeva e anche l'Europa, che la voleva e lei voleva andare verso la luce lì, ha preso la sua famiglia e sono andati via".

La casa distrutta e il ritorno a Parigi

La Francia è stato il primo approdo, lì è nata la sorella Paloma (a cui è dedicata una delle canzoni), poi, però, sono andati in Medio Oriente: "Si sono spostati a Beirut, perché mio padre aveva avuto lavoro lì, poi sono nato lì, in mezzo alla guerra, siamo stati evacuati, perché un giorno tornammo a casa e un muro della parete non c'era più. A quel punto mia madre ha detto che era troppo pericoloso. E chi li ha portati via? Gli americani con una barca e siamo tornati a Parigi, poi a Londra e da lì non so più cosa sono e chi sono però sono americano e per questo l'incubo di Trump".

Il tour di Mika nei Palazzetti

Il tour italiano promosso da Barley Arts si articolerà in 12 tappe nelle grandi arene di altrettante città, un record per un artista internazionale di grosso calibro: il 24 novembre a Torino (Pala Alpitour), il 26 ad Ancona (PalaPrometeo) il 27 a Roma (Palazzo dello Sport), il 29 a Casalecchio di Reno, Bologna (Unipol Arena), il 30 a Montichiari, Brescia (PalaGeorge), il 2 dicembre a Livorno (Modigliani Forum), il 3 a Milano (Mediolanum Forum), l'1 febbraio 2020 a Padova (Kioene Arena), il 2 a Bolzano (PalaOnda); il 5 a Napoli (Teatro PalaPartenope), il 7 a Bari (Palaflorio) e l'8 a Reggio Calabria (Palacalafiore).

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