Michael Jackson: un nuovo audio shock che dimostrerebbe la colpevolezza di Murray
Prosegue il processo per omicidio colposo a carico di Conrad Murray per la morte di Michael Jackson. Durante l'udienza in aula a Los Angeles ai giurati è stata fatta ascoltare un'altra registrazione nella quale si sente la voce del Re del Pop, impegnato in una conversazione col medico che i media americani hanno, a dire il vero, un po' frettolosamente ribattezzato Dottor Morte. Una telefonata della durata di 4 minuti, datata maggio 2009. Un mese prima della morte del cantante.
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MJ parla al telefono con Murray di un tema controverso che, per varie vicissitudine, ha tenuto banco per un lungo periodo della sua vita: il perché del suo amore per i bambini. "Li amo – spiega Michael -. Li amo perché non avevo ho avuto infanzia. Non ho, non ho avuto infanzia, sento il loro dolore". Ancora una volta non è tanto l'argomento della conversazione a scioccare, ma piuttosto il tono di voce di Jackson, lento, impastato e biascicato. Già in occasione del primo giorno del processo, la scorsa settimana, era stato fatto sentire un audio shock della voce Michael Jackson, che tradiva una condizione fisica devastata già da diverso tempo dai farmaci, tra cui il potente anestetico Profosol, che Murray gli prescriveva e somministrava.
Nella telefonata Michael rivela l'intenzione di voler costruire un ospedale per i bambini "Sarà ricordato più delle mie esibizioni." E cita anche alcuni suoi brani: “Heal the World, We Are the World, Will You Be There, The Lost Children: le ho scritte per loro, perché ho sofferto”.
Menziona pure la serie di concerti all'O2 Arena di Londra che avrebbe dovuto tenere nel mese di luglio e, nonostante, la voce non lo lasci trasparire, si capisce che è smanioso di esibirsi: "Elvis non lo ha fatto, i Beatles non l'hanno fatto – dice a proposito del This Is it tour – noi dobbiamo essere fenomenali. Quando la gente lascia lo spettacolo, voglio che dica, ‘Non ho mai visto niente di simile'."
La telefonata si chiude in maniera indicativa col medico che, dopo un po' di silenzio, chiede al suo celebre paziente: "Tutto bene?". Passano circa otto secondi di pausa e poi arriva la risposta: "Mi sono addormentato".