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Lucio Dalla, esce il video de “L’anno che verrà”: “Una lunga lettera a se stesso per il nuovo anno”

Non poteva che uscire il 30 dicembre il video de “L’anno che verrà”, una delle canzoni più famose di Lucio Dalla. Nel 2019, infatti, abbiamo celebrato i 40 anni di “Lucio Dalla”, album omonimo del cantante, uscito nel 1979 e uno dei capolavori della carriera discografica del cantautore bolognese.
A cura di Redazione Music
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Non poteva che uscire il 30 dicembre il video de "L'anno che verrà", una delle canzoni più famose di Lucio Dalla. Nel 2019, infatti, abbiamo celebrato i 40 anni di "Lucio Dalla", album omonimo del cantante, uscito nel 1979 e uno dei capolavori della carriera discografica del cantautore bolognese, autore di tantissime canzoni che sono patrimonio del panorama cantautorale italiano. E "L'anno che verrà" era la canzone che chiudeva un album "mitico", che conteneva alcuni dei maggiori successi del cantante, da "Anna e Marco" a "Stella di mare", passando per "Cosa sarà" (con Francesco De Gregori), "Tango" e "L'ultima luna", solo per citarne alcune.

Il nuovo video de L'anno che verrà

Il brano di Dalla non aveva mai avuto un videoclip ufficiale e come avviene in questi anni si sta lavorando per far sì che alcuni classici della musica italiana possano averne uno. Per l'occasione è stato pubblicato proprio quello di questo brano, girato da Marco Pellegrino, che ha deciso di raccontare proprio i minuti prima della mezzanotte, istanti vissuti da un uomo solo che "si riflette nel se stesso di domani che, complice e ‘amico', lo rassicura per i giorni che verranno": "È il 31 dicembre. Mancano pochi minuti all'inizio del nuovo anno. Il tempo di una canzone – dichiara il regista Marco Pellegrino – Il tempo per un uomo di scrivere una lunga lettera a se stesso. Il tempo di una vita", come racconta lo stesso regista.

Il significato de "L'anno che verrà"

In un'intervista Dalla spiego così la nascita e il meccanismo usato per raccontare la speranza ne "L'anno che verrà": "È una canzone importante perché immagina una situazione di lontananza tra me e un amico e a cui faccio un rapporto dettagliato di come stiamo vivendo oggi: nella prima parte c'è un meccanismo del gioco (…) che mi permette di esagerare" e in effetti dentro sono presenti timori e speranze di anni che vedevano l'Italia ancora vittima del terrorismo. Per questo la canzone di Dalla, che si augurava che fosse tre volte Natale cercava di vedere una luce e augurandosi che "senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età", rispondendo a chi vedeva il testo come pessimista che, al contrario, "non ci sono miracoli, l'unico che possiamo fare è quello su di noi, essere sempre funzionanti, non vedere sempre il nero, il terribile".

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