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Lucio Battisti online, le canzoni saranno finalmente su Spotify e Apple

Rivoluzione per i dodici album firmati da Battisti e Mogol. Dopo anni di dispute e vicende giudiziarie con gli eredi del cantautore, il liquidatore della società Edizioni Musicali Acqua Azzurra ha finalmente dato il via all’approdo dei brani sulle piattaforme di ascolto online. Che ormai forniscono gran parte degli incassi al mercato discografico.
A cura di Valeria Morini
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Il tabù Lucio Battisti è caduto: anche le canzoni del cantautore più amato della musica italiana saranno disponibili online. Dopo anni di dispute e beghe giudiziarie, a decidere l'approdo dei suoi brani sul web è stato Gaetano Presti, il liquidatore della società Edizioni Musicali Acqua Azzurra titolare dei 12 album firmati da Battisti e Mogol. Pertanto, i dischi saranno disponibili su piattaforme come Spotify, Apple Music e Deezer e probabilmente anche su YouTube.

Probabile il dissenso dei famigliari

Gli eredi del cantante, la moglie Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca Filippo Carlo Battisti, potrebbero opporsi alla decisione. Detengono la maggioranza di Edizioni Musicali Acqua Azzurra e sono sempre stati contrari alla diffusione del repertorio di Battisti in rete, imponendo la diffusione dei brani solo attraverso i supporti fisici. La società è però in liquidazione e secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, Presti, nominato dal Tribunale di Milano, ha "formalmente comunicato alla Siae l’estensione del mandato anche all’incasso dei diritti sul web".

Mogol aveva chiesto la distribuzione dei brani in rete

La decisione è rivoluzionaria, dal momento che metà degli incassi del mondo discografico, ormai, arriva tramite le piattaforme di ascolto online. Fino ad oggi, Battisti era fruibile solo attraverso qualche brano piratato su YouTube o le cover disponibili su Spotify. Lo stesso Mogol aveva lamentato l'assenza delle canzoni dalla rete, sia per il danno economico che lui stesso ha subito sia per quello che, in generale, ha investito l'intera società italiana: "Sono i giovani e la cultura popolare i più penalizzati".

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