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Loredana Berté: “Il premio Mia Martini non può essere assegnato a chi promuove violenza”

Loredana Bertè ha voluto esprimere il suo dissenso in merito alle polemiche nate sulla 70esima edizione del Festival di Sanremo. Il motivo che ha spinto l’artista a parlare risiede nell’eventualità che il premio possa essere assegnato ad interpreti che inneggino alla violenza, un riferimento seppur velato al caso di Junior Cally: “Mia sorella è stata per anni vittima di bullismo “verbale” e non credo che avrebbe mai voluto che il suo nome venisse associato a certi soggetti”.
A cura di Ilaria Costabile
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Anche Loredana Bertè ha voluto dire la sua sulle polemiche nate in seno alla settantesima edizione del Festival di Sanremo, riferendosi probabilmente al caso di Junior Cally. La cantante si è espressa in relazione al premio "Mia Martini" che solitamente viene assegnato dalla critica al cantante più meritevole.

Le parole di Loredana Bertè

Attraverso un post su Facebook, Loredana Bertè ha espresso il suo dissenso nei confronti della possibilità che il premio dedicato alla sorella, Mia Martini, possa essere conferito a qualcuno i cui atteggiamenti tendano alla violenza, soprattutto verbale, al sessismo e alla discriminazione. Parole piuttosto forti, che sottolineano la storia personale di una delle grandi esponenti della musica italiana, più volte oggetto di calunnie, come spiega proprio l'artista:

Chiedo ai giornalisti della Sala Stampa dell’Ariston di escludere, a priori, una possibile candidatura al “Premio della critica Mia Martini” di qualsiasi artista che promuova attraverso i suoi testi violenza fisica o verbale verso le donne o misoginia in generale. Mia sorella è stata per anni vittima di bullismo "verbale" e non credo che avrebbe mai voluto che il suo nome venisse associato a certi “soggetti” che andrebbero SQUALIFICATI (come avvenuto di recente e giustamente in un’altra trasmissione di successo) per istigazione alla violenza sulle donne e per il pessimo messaggio che arriva ai giovanissimi. Grazie.

Il caso Junior Cally

Molto probabile che il riferimento, seppure velato, sia a Junior Cally, il rapper romano che in una sua canzone di tre anni va, descriveva un femminicidio, istigando quindi alla violenza nei confronti delle donne, sebbene si sia più volte difeso spiegando che il rap utilizza, solitamente, un linguaggio piuttosto cruento. La partecipazione al Festival del cantante è stata messa in discussione anche da alcuni esponenti della politica, in primis Matteo Salvini che ha dichiarato inopportuna la sua figura sul palco dell'Ariston, seguito poi dalla lettera delle 29 parlamentari che hanno espresso il loro pieno dissenso, supportate anche dal presidente Rai, Marcello Foa. Al momento, nonostante il caso sia sulla bocca di tutti, non sono stati presi dei provvedimenti in merito.

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