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Lodo Guenzi su George Floyd: “Anche colpa nostra, di ogni ‘bu’ allo stadio o ‘Scusi lei spaccia?'”

“Razzisti, mi fate schifo”. Il frontman del gruppo Lo stato sociale commenta l’uccisione di George Floyd, l’uomo afroamericano soffocato da un poliziotto durante un controllo. Mentre la sua morte scatena proteste in Usa e biasimo in tutto il mondo, Guenzi pone l’accento su “ogni nostro singolo “ma” dopo ogni piccolo, quasi innocente, momento di razzismo”, facendo riferimento alla Lega di Salvini e ai cori negli stadi.
A cura di Valeria Morini
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La tragica morte di George Floyd, il cittadino afroamericano soffocato da un agente durante quello che doveva essere un normale controllo di polizia, non solo sta scatenando proteste negli Stati Uniti, ma ha sollevato l'indignazione di molti personaggi di musica, cinema e spettacolo, anche al di fuori dei confini americani. In Italia, è durissimo il messaggio di Lodo Guenzi, che va ben oltre il semplice atto d'accusa contro l'atteggiamento delle autorità locali verso la minoranza di colore. Il leader della band Lo Stato Sociale pone l'accento sul razzismo più in generale, facendo una serie di chiari riferimenti alla situazione italiana, dai cori negli stadi alla critica tutt'altro che velata alla Lega di Salvini. Non siamo poi così diversi dagli americani, insomma, lascia intendere il cantante nel lungo post Instagram.

Il post di Lodo Guenzi

"Ammazzano la gente così", scrive Guenzi, ricordando l'assurda situazione che ha portato alla morte di Floyd, "con un ginocchio sul collo fino a togliere il respiro a un ragazzo già immobilizzato che dice, come ultime parole, “non posso respirare”". Il cantante sottolinea come alla base di atti del genere ci sia il razzismo a tutti i livelli, anche quelli apparentemente innocui.

E la colpa non è solo di quello schifoso criminale con lo stipendio pubblico, ma di ogni nostro singolo “ma” dopo ogni piccolo, quasi innocente, momento di razzismo. Ogni volta che abbiamo fatto realismo politico su gente che annega, ogni bu allo stadio che era solo “uno scherzo tra tifoserie”, ogni put***ata leghista sulla Kjenge o su Balotelli. Ogni “scusi lei spaccia” (in riferimento all'episodio di Matteo Salvini, ndr), ogni “ci rubano il lavoro”, ogni “se accettano la nostra cultura bene se no a casa”, ogni “e se stuprano tua sorella?”, ogni “se lo vedi non puoi dire che è italiano”. Tutta questa mer*a che cavalca il consenso della parte più schifosa di ciò che siamo arma quel ginocchio di là come dei manganelli qui. Razzisti, mi fate solo schifo. L’effetto che fa a voi cosa hanno alcuni sulla pelle, è quello che fa a me quello che voi avete in testa.

Giustizia per George Floyd: la musica si mobilita

Il post di Lodo Guenzi è solo uno dei tanti pubblicati in questi giorni da esponenti del mondo musicale (ma anche da quello del cinema, da John Boyega a Spike Lee passando per il nostro Stefano Accorsi). Tra le popstar che hanno chiesto giustizia per Floyd, Justin Bieber, Cardi B, Snoop Dogg e un'agguerritissima Madonna, che ha condiviso lo sconvolgente video del soffocamento: "Fanc… la Polizia. Sì, l'ho detto. Non mi frega di essere politicamente corretta, mi interessa la Giustizia".

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