ll rapper Lil Wayne rischia 10 anni di prigione
Brutti guai per Lil Wayne: il rapper è stato accusato di possesso illegale di armi e in caso di condanna rischia fino a 10 anni di carcere. Secondo quanto divulgato da Vulture, Wayne non risulterebbe in stato di arresto, ma è stato convocato a comparire in tribunale per il prossimo 11 dicembre.
La pistola trovata sul jet nel 2019
L'accusa contro Lil Wayne, al secolo Dwayne Michael Carter Jr., riconosciuto come uno degli artisti hip-hop più influenti di tutti i tempi, riguarda il ritrovamento di una pistola placcata in oro all'interno del suo bagaglio. L'arma era stata ritrovata sul jet privato della star a Miami il 23 dicembre 2019 nel corso di una perquisizione eseguita dalla polizia locale e dall'Fbi. Da un rapporto della polizia di Miami risulta inoltre che Lil Wayne, al momento della perquisizione, risultava "in modo evidente sotto l'influenza di narcotici illeciti, sulla base dei suoi discorsi sconnessi e degli occhi socchiusi". A Carter, che in precedenza aveva trascorso otto mesi nella prigione di Rikers Island con la stessa accusa, è proibito possedere un'arma da fuoco. Come spiegato a Vulture dal suo legale Howard Srebnick, la pistola sarebbe stata "un regalo per la festa del papà":
Contro di lui non c'è alcuna accusa che dice come abbia sparato, tenuto in mano la pistola o minacciato di usarla. Non c'è nessuna prova che sia una persona pericolosa.
I guai giudiziari di Lil Wayne
Il rapper di New Orleans era stato arrestato nel 2007 a New York dopo una performance, perché sorpreso a fumare marijuana. Fu in quell'occasione che venne ritrovata una pistola calibro 40 a bordo del suo bus: due anni dopo si dichiarò colpevole di possesso illegale d'arma da fuoco, accettando la pena di un anno che successivamente è stata rinviata e ridotta a otto mesi. Carter è uscito dal carcere di Rikers Island il 4 novembre 2010. Recentemente ha fatto discutere per l'appoggio al presidente uscente Donald Trump, che gli è costata tra l'altro la rottura con la fidanzata, la modella Denise Bidot.