LIBERATO torna con “E Te Veng’ A Piglià”, la regia del video non è di Francesco Lettieri
"LIBERATO canta ancora". Con questo proclama torna uno dei fenomeni musicali più atipici degli ultimi anni. “E Te Veng’ A Piglià” è il titolo della nuova canzone di LIBERATO, uscita, alla mezzanotte del 9 maggio, una data tutt'altro che casuale se relazionata al misterioso artista partenopeo, che oramai nel 2017 esordiva con l'omonima canzone che, connessa all'anonimato sempre protetto, ha fatto Liberato un misterioso caso.
Alla regia non c'è Francesco Lettieri
Il video di “E Te Veng’ A Piglià" è diretto dal regista Enea Colombi, veterano del videoclip che ha girato in passato anche per altri artisti tra cui Elodie e Ghemon. La sua presenza è di una doppia notizia, visto che il nuovo lavoro di Liberato segna la fine, almeno temporanea, del sodalizio artistico tra il cantante e il regista Francesco Lettieri, il quale negli anni aveva modellato l'immaginario dell'universo LIBERATO, rendendolo inscindibili il piano sonoro e quello visivo. Non a caso le musiche di LIBERATO avevano fatto da colonna sonora a ULTRAS, il primo lungometraggio firmato da Lettieri e uscito poco più di un anno fa.
Il video immortala alcuni ragazzi vagare, quasi senza meta, in un'auto che li trasporta altrove. A fare da sfondo alla clip luoghi che vedrebbero per la prima volta LIBERATO in trasferta da Napoli. Scrive "End of a century" che si tratta infatti di location come i Laghi di Tuna e le Grotte di Catullo. Il nuovo singolo di LIBERATO è probabilmenta la premessa ad un nuovo lavoro discografico, che lo porterà ad esibirsi al Mediolanum Forum di Assago, a Milano, precisamente il 25 aprile 2022.
Chi è LIBERATO?
Galeotta fu la "Nove Maggio" del 2017, che generò una risonanza alimentata da altri successi tra cui “Tu T’è Scurdat’ ‘E Me”, “Gaiola Portafortuna”, “Intostreet” e “Me staje appennenn’ amò”. Quattro anni nel corso dei quali ha preso forma il mito di LIBERATO, imperniato su un semplice interrogativo: chi è?
A caratterizzare infatti il fenomeno è, prima di tutto, l'anonimato. Non si sa di preciso chi si nasconda dietro la voce dell'artista e in questi anni sono state molte le ipotesi e congetture in merito. Inizialmente si era pensato si potesse trattare di Calcutta, vista la collaborazione frequente con lo stesso Lettieri, per poi spostare l'attenzione su Livio Cori. Il fenomeno ha assunto proporzioni tali da stimolare vere e proprie inchieste, come quella del giornalista napoletano Gianni Valentino, che ha scritto il libro "Io non sono Liberato?".