L’evoluzione di Sfera Ebbasta da Chiambretti: dai denti d’oro del 2016 all’essere padre
Dopo sette anni, Sfera Ebbasta è ritornato in televisione da Piero Chiambretti. Nella prima puntata de La Tv dei 100 e uno, nuovo programma del conduttore torinese che coinvolge 100 bambini, il rapper di Cinisello è stato uno degli ospiti, lasciandosi andare alle domande dei più piccoli. Con 148 dischi di platino e 28 dischi d’oro, Sfera Ebbasta rappresenta un'icona di ciò che è accaduto nel linguaggio non solo musicale, ma nella cultura pop italiana, soprattutto per le nuove generazioni. Una figura che non ha avuto paura di affrontare domande sulla responsabilità sociale del proprio ruolo, soprattutto dopo esser diventato padre sette mesi fa. La conversazione con i più piccoli ha raggiunto il suo momento più alto proprio nel racconto del suo rapporto con il figlio e la trasmissione dei valori umani che Gionata Boschetti sta cercando di restituire.
Ma prima di arrivare all'aspetto genitoriale, Sfera Ebbasta ha voluto raccontare anche come ha legato la passione musicale dei suoi genitori alla scoperta con gli anni di un nuovo genere come l'hip hop: "Da piccolo ero un peperino. Mio padre è sempre stato un appassionato di musica, suonava rock con la chitarra, mia madre invece mi faceva ascoltare i cantautori. Da questo sono arrivato io con il rap. In realtà la mia passione per questo genere nacque quando vidi il film di Eminem, 8 Mile. Da lì è nato tutto". Più volte, non solo legandosi al suo immaginario musicale, la figura paterna sembra essere uno degli anelli mancanti nella sua formazione, un dettaglio generazionale rappresentato dal brano Bimbi di Charlie Charles, in cui comparivano anche Tedua, Ghali, Rkomi e Izi. Ciò che adesso determina lo status e la forte influenza della musica italiana nel mondo, sembra esser nato da un bisogno: un racconto, che a cinque anni di distanza, possiamo leggere adesso in Lo-fi For U di Tedua.
Dalla famiglia al rapporto con i soldi, molte cose sembrano essere cambiate per Sfera Ebbasta. Basta riprendere l'intervista del 2016, quando un più giovane Gionata Boschetti fu utilizzato come esca da Piero Chiambretti nella costruzione di un immaginario, almeno per il pubblico televisivo, di un racconto musicale che aveva già rubato la scena nel pubblico delle piattaforme streaming. Dalle domande sul grillz alla "testa d'uovo di struzzo", l'aspetto parodico della prima intervista televisiva di Sfera Ebbasta nasconde però due suggerimenti su ciò che sarebbe accaduto negli anni successivi. Da una parte l'ambizione del rapper, che già allora affermava di non aver tempo per le vacanze perché la sua vita era diventata un lavoro, un cerchio che si è chiuso con il video di Bottiglie Privé che inscena la morte della persona e la rinascita del personaggio Sfera Ebbasta.
Dall'altra appare, in maniera molto visibile, il disagio televisivo di Sfera Ebbasta nel 2016, soprattutto nel racconto della propria crescita. Alla domanda sulle origini familiari, Sfera sembra contrito, quasi respingente in qualsiasi tipo di narrazione stereotipata sul dualismo tra città e periferia nella formazione dei rapper. Il rovescio della medaglia si mostra ai nostri occhi quando, come terzo ospite della serata, appare a La Tv dei 100 e uno. Da una parte, fa trasparire naturalezza nella risposta sul rapporto tra soldi e felicità: "Non solo i soldi fanno la felicità ma sicuramente aiutano a trovarla". Ciò che appare più evidente è però la sicurezza nella risposta sul figlio di appena sette mesi: "(Vorrei insegnargli il) rispetto per gli altri e per se stesso. Gli vorrei insegnare, anche se quella non è una cosa che si insegna, ad essere tenace quanto lo sono stato io anche se a volte sembra che sia troppo difficile farcela". Un giro lungo sette anni da Sfera Ebbasta a Sfera Ebbasta, con buona pace del suo passato.