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Festival di Sanremo 2021

Sanremo 2021, le pagelle della prima serata: Colapesce Dimartino top, Renga e Aiello da rivedere

Parte ufficialmente il Festival di Sanremo 2021, giunto quest’anno alla 71a edizione. Sempre Amadeus al comando, sia come direttore artistico che come conduttore, coadiuvato da Fiorello che anche quest’anno sarà mattatore. Queste sono le pagelle di questa prima serata che vedrà esibirsi 4 Giovani e 13 Big.
A cura di Francesco Raiola
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Parte ufficialmente il Festival di Sanremo 2021, giunto quest'anno alla 71a edizione. Sempore Amadeus al comando, sia come direttore artistico che come conduttore, coadiuvato da Fiorello che anche quest'anno sarà mattatore. In questa prima serata si sfideranno i primi quattro cantanti delle Nuove proposte e i primi tredici artisti Big, con Noemi che prende il posto di Irama, costretto a uno stop a causa di una positività al Covid di uno dei suoi collaboratori. Queste sono le pagelle della prima serata del Festival.

Arisa – 6

Arisa è una delle voci più conosciute del Festival di Sanremo, che ha vinto e presentato. Arriva sul palco con una canzone contro l'amore tossico scritta da Gigi D'Alessio e ci mette tutta la voce, l'interpretazione e il rosso, colore che rappresenta anche la lotta alla violenza sulle donne. Porta una ballatona che indossa benissimo, potentissima come sempre, ma il brano resta un po' fermo dove ci aspettiamo di trovarlo. Non sotto la sufficienza, ovviamente.

Colapesce Dimartino 8

Gli eterni "giovani" del cantautorato italiano. Ma Colapesce e Dimartino sono proprio l'eccellenza della nostra musica, altro che "giovani" troppo spesso usati per svilire. Mettono in musica leggerissima (più o meno) un testo che parla di depressione e lo fanno con una classe incredibile e anche una bella cassa in quattro.

Aiello 5.5

Introdotto da Zlatan Ibrahimovic, Aiello arriva col suo sesso ibuprofene e "Ora", anche se nel live soffre un bel po' la performance. La voce caratteristica del cantautore calabrese, con una canzone che camminerà con le sue gambe nonostante tutto. L'emozione, però, frega un po' tutti "lei, lui", Aiello e un po' tutti.

Fedez e Francesca Michielin 6.5

La presentazione che punta sui social anche no. È svilente per entrambi, indipendentemente dai gusti, con la sola Michielin che studia e fa album molto belli. L'esibizione stenta a decollare, con Fedez che emozionatissimo è tiratissimo sulla parte più cantata e si riprende un po' la scena sulla parte più rappata, Michielin, invece, deve tenere da sola un bel pezzo della canzone e riesce a tenere. Bella l'immagine di Fedez che alla fine non trattiene le lacrime.

Max Gazzè 6.5

Maxc Gazzè porta una storia di medicine con la Trifluoperazina Monstery Band, ovvero una band composta da cartonatri à la Propaganda. In questa serata non gli serve neanche fare troppo per impressionare anche al di là della costruzione scenografica. Gazzè fa Gazzè e ci porta da un'altra parte, in una sorta bottega in cui si critica chi pensa di poter dare la soluzione con una facile soluzione. Il theremin – suonato con le tastiere, nel caso specifico – dà il senso di magia.

Noemi 7.5

Noemi arriva a Sanremo con Glicine, lo fa dovendo sostiutuire all'ultimo istante Irama. E lo fa con una grandissima classe e un pezzo che, onestamente, guadagna tantissimo con l'orchestra e dopo l'ascolto per la stampa. Brava Noemi, una spanna sopra

Madame 7

Madame sembra la più esperta tra i Big, arriva scalza, sbrilluccicante e dà un effetto diverso e bello al Festival di Sanremo. Sembra tranquilla con la sua "Voce" che esibisce meglio di tanti altri. Continuano un po' di problemi tecnici forse per cui a volte la voce arriva non limpida, ma la colpa non è sua. Anzi arriva senza un live vero e proprio, a parte qualche esibizione in tv. Ancora meglio.

Maneskin 7.5

Chitarrone, basso distorto, i Maneskin portano un po' di rock sul palco dell'Ariston. Una canzone contro chi vorrebbe irregimentarli: "Siamo fuori di testa, ma diversi da loro". Damiano si conferma un buon performer, gli mettono la voce in primo piano, sembrano scafatissimi e convincono pure chi non li ha mai amati tantissimo. Portano i vent'anni e lo fanno come è giusto che sia, con sfrontatezza.

Ghemon 6.5

Ghemon non si sente secondo a nessuno e sul palco porta un pezzo che come sempre dell'idea di Sanremo un po' se ne frega. Porta la sua passione soul, si sente il suo passato rap, la voglia di stupire. Il brano spiazza chi non è abituato a lui o è abituato a cose più melodiche, ma tiene comunque.

Coma_Cose 7.5

Non guardano il gobbo, si guardano negli occhi di rosso vestiti e la canzone dei Coma_Cose acquista molto più spessore rispetto al primo ascolto di qualche settimana fa. Loro li conosciamo da un po', il loro amore per gli incastri linguistici, per Battisti, ma questa volta arrivano meno sperimentali e forse è proprio questa la sua forza, in effetti. Una tirata d'orecchie al nostro primo ascolto, un 7.5 a loro.

Annalisa 6.5

Nell'ambiente c'è questa cosa che si dice da anni, ovvero che Annalisa è una delle voci italiani più belle, precise e caratteristiche. Non parliamo solo di fan, ovviamente. E Annalisa, in effetti, è perfetta in questa veste, la canzone fila via molto bene, è un brano pop che già sentiamo in radio, Annalisa, insomma, è sempre Annalisa.

Francesco Renga 5.5

Beh, Renga arriva sul palco del festival quando ormai si sta quasi facendo alba. Cerca di tenere su l'ambiente con un pezzo uptempo che ha nella produzione la mano di Dardust, eppure… L'impressione è che siano vestiti in cui, almeno questa sera, non sembra vestire con il massimo comfort. Ritentiamo.

Fasma 6

Niente, da Fasma ci si aspettava altro, ma lui ha pescato dal cassetto il brano, paradossalmente, che potrebbe stare meglio a Sanremo e per questo perde la propria forza. Le scelte delle canzoni hanno mille motivi, continuiamo a chiederci il perché di questa scelta. Occhio, lo sentiremo in radio, e lui ci mette veramente l'anima (in questo caso della retorica ce ne freghiamo) e proprio perché un po' lo si conosce ci riserviamo di riascoltarla.

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