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Laura Pausini: “Governo aiuti i professionisti dello spettacolo. Non sono star ma gente che lavora”

Con un lungo videomessaggio, la cantante lancia un appello al governo italiano affinché tuteli economicamente i lavoratori del settore della musica, dell’arte e dell’intrattenimento, tra i più colpiti nella crisi dovuta al coronavirus: “Perché non si parla di loro e della loro angoscia? Si assicuri un trattamento economico e si tracci un’ipotesi realistica sul ritorno al lavoro”.
A cura di Valeria Morini
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Anche Laura Pausini si attiva in prima persona per il settore della musica e dell'intrattenimento, duramente colpito in questo momento di pandemia globale. Il comparto degli eventi musicali, inutile girarsi intorno, rischia di essere tra i più danneggiati in assoluto per l'emergenza coronavirus. I concerti dal vivo non potranno svolgersi ancora per parecchi mesi (nella più rosea delle previsioni) e il risultato è che non solo gli artisti ma anche e soprattutto moltissimi lavoratori delle maestranze (spesso già alle prese con contratti occasionali) sono al momento senza impiego.

Ogni cosa ha il suo tempo e oggi è ancora il tempo del dolore per chi non c'è più e del sostegno agli operatori sanitari. Questa senza dubbio è la priorità. Domani però dovremo ripartire nel rispetto di tutti e non possiamo permetterci di dimenticare qualcuno. Di lasciare indietro centinaia di migliaia di lavoratori senza colpe, ed oggi senza prospettive. Non stiamo parlando di noi o per noi. Stiamo parlando di tutti i musicisti, gli autori, i deejay, i ballerini, gli operai, i tecnici, i lavoratori specializzati. Dei professionisti di ogni settore dello spettacolo, i lavoratori senza cassa integrazione, i lavoratori occasionali. Tutte le maestranze che lavorano nel mondo della musica e dell’intrattenimento. Stiamo parlando di chi suona nei locali delle vostre città, e di chi insegna musica ai vostri figli. Non sono star, è gente che lavora. E con quel lavoro ci paga ciò che serve per vivere. Gente che come tutti ha il diritto di lavorare, e che come tutti ha il diritto di essere protetto, quando, senza alcuna colpa, il lavoro e la dignità vengono messi in pericolo. Di loro e della loro angoscia e del loro disagio economico si parla pochissimo.

Per la Fase 2 non si parla dei lavoratori dello spettacolo

L'appello di Laura Pausini si inserisce sul solco di quello lanciato da Tiziano Ferro a Che tempo che fa. Le parole della cantante sono state diffuse attraverso un lungo video pubblicato sui suoi profili social, in cui è posto l'accento sulla zona grigia in cui versa il settore dell'entertainment, su cui al momento ci sono poche rassicurazioni per avviare una vera ripartenza.

 Il Paese si appresta a definire la Fase 2. Leggiamo ovunque di iniziative, proposte, e modalità, che consentiranno una graduale, difficile e doverosa riprese delle attività produttive e commerciali. Ma non leggiamo mai che cosa accadrà ai lavoratori del mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento. Noi artisti, che condividiamo con questi lavoratori una parte fondamentale della nostra vita, e che conosciamo le difficoltà che stanno attraversando, ci chiediamo: come potranno reggere a un’emergenza che diventa sempre più lunga? Come potranno vivere dignitosamente senza neanche la prospettiva di poter un giorno tornare a fare il proprio lavoro? Cosa succederà agli eventi di questa estate e a quelli programmati nei mesi successivi? Quando potranno tornare a lavorare?

Laura Pausini chiede un trattamento economico

Concerti e film bloccati, blocco totale di teatri, cinema e location di concerti, incertezza sulle misure di sostegno da parte dello Stato. Dal momento che il settore dello spettacolo live dovrà attendere ancora prima di tornare come prima, oppure dovrà essere ripensato in modo radicale (esistono analisi che prevedono una ripresa non prima del 2021), la Pausini chiede un intervento economico per tutelare questi lavoratori.

Per questo attendiamo, e ci auguriamo, che a tutti i lavoratori del settore, per tutta la fase di emergenza, venga assicurato un trattamento economico e previdenziale dignitoso, e che sulla falsariga di quanto fatto in altre nazioni si definisca il futuro dei prossimi eventi, rispettando e garantendo i diritti di tutti. Che il Governo ascolti le varie associazioni di categoria coinvolte, e possa offrire all’intero settore un’ipotesi realistica dei tempi in cui poter tornare a lavorare, con risorse concrete, che consentano la ripresa delle attività in condizioni di sicurezza per i lavoratori e per il pubblico. Ci auguriamo infine di rivederci presto, in un club, nei teatri, nei palasport, negli stadi, nelle arene e nelle piazze. Quando ci rivedremo il primo applauso sarà dedicato a loro: i nostri costruttori di sogni.

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