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L’arte e la letteratura unite nella musica di Emanuele Aloia, questa volta nell’Urlo di Munch

Emanuele Aloia, giovane cantante torinese diventato famoso dopo il successo di singoli come “Girasoli” e il “Bacio di Klimt”, ritorna con un nuovo singolo: “L’urlo di Munch”. Un rapporto passionale tra arte e letteratura che il cantante traduce nell’immaginario delle proprie canzoni, come in questa, quando riflette sul dualismo tra il silenzio di questi mesi e la liberazione di progetti futuri.
A cura di Vincenzo Nasto
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Riuscire a raccontare le difficoltà emotive del momento attraverso l'arte: Emanuele Aloia sembra averne fatto una missione, e non sorprende la pubblicazione di "L'urlo di Munch", la rivisitazione musicale di uno dei quadri più famosi al mondo, firmato dal pittore norvegese Edward Munch. Non il primo rodeo per il giovane cantante torinese che in passato aveva firmato "Girasoli" e "Il bacio di Klimt" che ripercorrevano tra musica e arte il legame sentimentale del cantante, che come ha affermato su Instagram, ha affidato tutto alle note: "Quanto rumore può fare un silenzio? Il silenzio di questi mesi è stato assordante. Ci ho visto arte anche lì e, per la prima volta, ho provato a dare un suono, un colore". Il singolo è stato pubblicato lo scorso 29 gennaio e ha cominciato la sua scalata nelle classifiche di Spotify, una ricorrenza che ormai avviene a ogni uscita del cantante torinese.

L'urlo di Munch nel silenzio degli ultimi mesi

Servirsi dell'arte per raccontare una storia, una narrazione in cui il silenzio è protagonista senza alcuna possibile scelta. Emanuele Aloia è ritornato lo scorso 29 gennaio con un nuovo singolo "L'urlo di Munch", l'ennesimo passo che ci avvicina a un progetto discografico che potrebbe imporsi nel pop italiano, con un certo seguito. Il singolo, che sperimenta meno rispetto agli altri singoli in termini di sonorità e ritmo della produzione, si mantiene sul rapporto alterno tra silenzio e grida, un percorso sensitivo che lancia una fiamma di speranza nel futuro, disegnando nuovi scenari e progetti lontani. Il brano, come tutti i riferimenti artisti del passato, nasce dalla passione per la pittura e la poesia di Emanuele Aloia, che ha raccolto le tanti emozioni dei mesi passati in silenzio a casa per la situazione pandemica, come ha spiegato sul proprio profilo Instagram: "C’è un’opera che fin da piccolo mi ha sempre affascinato, ogni volta sfogliavo le pagine del mio libro di arte e mentre la prof spiegava io la guardavo stregato chiedendomi che suono avesse quel grido: assordante, stridulo o addirittura armonioso. Mi sarebbe piaciuto riuscire a sentirlo. Chissà in quanti abbiamo provato ad immaginarlo. Oggi sono qui e riguardandolo in questi giorni riesco a sentire per la prima volta una voce, ed è la mia". Una dedica d'amore che non passa inosservata arriva nel bridge del brano, in cui Aloia canta: "Sei la fine del mondo, ma anche l’inizio, dentro ogni tuo silenzio sento l’urlo di Munch".

Il rapporto tra l'arte e la letteratura

La riscoperta dell'arte, che prende vita nell'immaginario della musica di Emanuele Aloia, è una delle caratteristiche che rendono ancora più interessante il concept musicale dell'artista torinese. Un tratto che già aveva ottenuto in passato con "Girasoli", quando scommette sul rapporto tra arte e malinconia, con continui riferimenti a Van Gogh. Ma non solo: il "Bacio di Klimt" diventa la sublimazione del suo progetto musicale, con una produzione musicale che svaria dalla frenchcore al pop italiano, ma è nella scrittura che Aloia sorprende. Tra riferimenti a Cézanne, Montale e Charles Boudelaire, il "Bacio di Klimt" diventa una delle canzoni più virali su TikTok e Spotify, un successo arrivato quasi a 50 milioni di stream. Nel nuovo capitolo "L'urlo di Munch", ad accompagnare il riferimento al quadro norvegese, ci sono altre parentesi artistiche. Dal richiamo alle opere di Monet e Kandisky, si arriva alla "Ophelia" del pittore britannico vittoria John Everett Millais, una citazione di Aloia che canta: "Ed ho perso la strada di casa, per ogni volta che ti sentivi sbagliata, quante volte ho detto basta ma non ci bastava e adesso dentro di me annego come fossi l’Ophelia".

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