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L’AI nell’industria discografica: siamo all’inizio ma già hanno colpito Drake e The Weeknd

Il futuro dell’industria discografica, tra la libertà creativa dell’AI e la violazione dei diritti d’autore: tra le prime voci generate il rapper Drake.
A cura di Vincenzo Nasto
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Drake e The Weeknd, foto 2023
Drake e The Weeknd, foto 2023

La notizia è questa: un utente di TikTok chiamato Ghostwriter977 ha pubblicato sulla piattaforma cinese, ma poi anche sui vari servizi di streaming, una versione di Heart on my sleeve, brano del 1976 di Gallagher & Lyle, sostituite da due voci vagamente famose. Si tratta di una collaborazione, attraverso l'utilizzo dell'AI, tra Drake e The Weeknd, che in pochi giorni, esattamente dal 15 aprile, è diventata virale su TikTok, con 15 milioni di visualizzazioni e su Spotify, con oltre 600mila stream. Il brano, pubblicato con il nome dell'utente Ghostwriter, ha aperto l'ennesima parentesi sull'apporto dell'intelligenza artificiale nell'universo digitale, ma questa volta anche nel campo dell'industria discografica.

@barstoolsports

AI goin CRAZY 🔥 @mworthofgame (via:@ghostwriter977)

♬ Heart on My Sleeve by Ghostwriter out everywhere. – ghostwriter

Drake e The Weeknd al centro della contesa contro l'AI

Infatti, Universal, dopo 72 ore ha deciso di condannare il gesto per "contenuti in violazione creati con l'IA generativa", richiedendone la rimozione, avvenuta poco dopo, da tutte le piattaforme. Questa decisione, come si legge dal comunicato stampa UMG, "dimostra che le piattaforme hanno una responsabilità legale ed etica fondamentale per impedire l'uso dell'AI nei processi che potrebbero danneggiare gli artisti". Per adesso, il fenomeno sembra ritagliarsi solo negli Stati Uniti, com'era accaduto lo scorso agosto con FN Meka, il primo rapper virtuale con testi scritti dall’intelligenza artificiale. Ma dagli avatar personali, ci si è subito spostati alle superstar mondiali: tra i più famosi è impossibile non citare Drake, che prima dell'avventura con Heart on my sleeve, era stato vittima dell'AI per un pezzo di Ice Spice. Come confermato dallo stesso artista canadese su Instagram, anche lui aveva ascoltato la sua voce riprodotta artificialmente cantare Munch, per adesso, il singolo più noto lanciata dall'artista di New York, che in passato sembra esser stata vicina a firmare con OVO, etichetta di Drake.

Il futuro della musica: sullo sfondo la questione etica dell'AI

Nella stories pubblicata su Instagram, mentre in sottofondo suonavano le note di Munch, Drake aveva espresso quasi un tono di battaglia: "Questa è l'ultima goccia AI". Ma potrebbe non esserla, anche perché sempre più piattaforme online stanno mettendo a disposizione degli utenti, un repertorio di voci generate dall'AI, imponente. Come riporta il Financial Times, il sito drayk.it, temporaneamente chiuso, permetteva agli utenti di inserire un tema per poi sviluppare una melodia e un testo cantati da Drake. Sul sito PlugginAI invece, ci sono tracce caricate che suonano con la voce di Kanye West mentre canta canzoni di The Weeknd o SZA. Sarà dura riuscire a comprendere il confine labile tra libertà creativa e violazione dei diritti d'autore, ma la forza con cui le etichette si stanno schierando nei confronti dell'AI, fa pensare che siamo solo all'inizio di una lunga discussione etica-economica.

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