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La vulnerabilità di Harry Styles, la maturità e la sua vita a LA: la guida a Harry’s House

A tre anni di distanza dal successo di “Fine Line”, fermato dalla pandemia, Harry Styles mostra le sue debolezze nel nuovo album “Harry’s House”.
A cura di Vincenzo Nasto
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Dopo il successo di "Fine Line" del 2019, l'attesa sul nuovo progetto post-pandemico di Harry Styles era tanta. L'annuncio di "Harry's House", anticipato dall'uscita del singolo "As it was", aveva dato anche una dimensione diversa al nuovo progetto, più intima e influenzata dagli ultimi anni pandemici. La viralità poi del singolo sui social aveva costruito un contorno perfetto per la pubblicazione, che Harry Styles ha contribuito negli anni a costruire, legando il suo nome a battaglie culturali che ha portato anche sui suoi palchi: non ultimo, il set del Coachella 2022 con Lizzo. Harry Styles ha raggiunto una maturità da solista che in pochi avrebbero immaginato per l'ex One Direction, e a 28 anni può permettersi un disco, più che una playlist di singoli di successo. Il suono, rispetto a "Fine Line", va avanti nel tempo di 10 anni, arrivando tra gli '80 e i '90, e oltre alle influenze dei Beatles e dei Queen, ritroviamo anche alcune linee melodiche di Prince. Non cambia la squadra rispetto al passato, con "Harry's House" prodotto dai collaboratori di lunga data Kid Harpoon, Sammy Witte e Tyler Johnson, ma all'interno ritroviamo anche le chitarre di John Mayer e Ben Harper.

"Harry's House" scava un po' più a fondo nella vulnerabilità di Styles, rispetto a "Fine line": il concetto di sesso e tristezza viene traslato a tre anni di distanza e si arricchisce di due termini nuovi. Da una parte il rimpianto per le occasioni e i rapporti del passato, dall'altro il caos della grande metropoli di Los Angeles, città che lo ha adottato e gli ha mostrato la via della perdizione. Rispetto alle linee melodiche di Prince, l'intro "Music for a Sushi Restaurant" è l'incontro tra lo scat e i riferimenti gastronomici, non solo al mondo orientale: c'è sicuramente un immaginario tratto da riso fritto e gelato, ma il senso di leggerezza del brano si scontra drammaticamente con "Late night talking". Il secondo singolo del progetto è uno degli episodi più romantici del progetto, con Harry Styles che mostra le preoccupazioni per la propria vulnerabilità che vengono spazzate via nel ritornello: "Se ti senti giù, voglio solo renderti più felice, piccola, vorrei essere in giro, voglio solo renderti più felice, piccola".

La leggerezza si alterna con il passato, creando un filtro nostalgico, bagnato da un vino rosso del 1982 a cui fa riferimento il titolo "Grapejuice" (che letteralmente è succo d'uva). Il brano sembra entrare in una dimensione onirica, in cui Harry incontra la sua persona preferita davanti a una bottiglia di vino, discutendo di come stia cercando di godersi la vita e invitando lei a renderla più leggera, senza stress. All'interno del brano c'è anche il richiamo al singolo "Kiwi" del 2017, in cui affermava che avrebbe pagato questo atteggiamento, come ha poi ripetuto in "Grapejuice". A seguire il singolo da oltre 450 milioni di ascolti su Spotify e più di due milioni con il brano in sottofondo su TikTok: stiamo parlando di "As it was". Abbracciare il cambiamento, sempre con uno sguardo nostalgico e diretto al passato, è al centro della traccia principale di "Harry's House": musicalmente, il gioco con i synth ritornerà in più episodi dell'album, ma in questo brano riesce a disegnare acusticamente quel sentimento di tristezza per un passato ormai fuori dai radar. La solitudine viene fotografata nel pre-roll, quando Harry canta: "Harry, non sei bravo da solo, perché sei seduto a casa sul pavimento? Che tipo di pillole stai prendendo?".

Dalla desolazione di "As it was" alla confusione emotiva di "Daylight", in cui Styles è in quel territorio del rapporto in cui non si riesce a comprendere la potenza dei sentimenti nei confronti dell'altra persona. Una ballata dei dubbi, che viene chiusa come una poesia da consegnare al mare, in una bottiglia, dov'è possibile invece ritrovare tutta l'ingenuità di Styles, come in "Little Freak". Rispetto a "Daylight", ci si espone a un viaggio nel passato, agli atteggiamenti tossici del cantante: una mostra delle insicurezze, suggellate nella strofa "Non hai mai visto la parte più intima di me". Segue "Matilda" e come aveva confessato lo stesso Styles, il brano rappresenta il tentativo di riportare ai giorni nostri le avventure del personaggio letterario di Roald Dahl. Il cantante racconta di una ragazzina maltrattata dalla sua famiglia, del suo sentirsi in colpa anche quando cerca di abbandonare il nido familiare: uno dei messaggi più profondi del disco, che non sembra avere ragioni autobiografiche.

Arriva la chitarra di John Mayer a spazzare via le nubi del disco, con l'esperimento più funk del progetto: "Cinema" è la parte due del successo del 2019 "Watermelon sugar". Dalla leggerezza alla sensualità estrema di "Daydreaming": il brano è l'espediente "hot" del progetto, con Styles che ritorna nel mondo onirico di "Grapejuice" con il racconto di una fantasia sessuale. L'amore che riceve la mattina dalla sua partner rende un sogno il resto della giornata per Styles, che canta: "Vivere in un sogno a occhi aperti, dammi tutto il tuo amore, dammi qualcosa su cui sognare". E qui si arriva a Los Angeles, e al modo in cui la città lo ha trasformato, influenzato, anche attraverso la sua vita veloce: "Keep Driving" è la rappresentazione immaginaria di una corsa tra le strade della metropoli, tra cocaina e video in bagno, tra bicchieri di vino e cibo spazzatura. A seguire c'è l'esperimento di "Satellite", una produzione che gioca molto con i suoni elettronici del synth e in cui appare un dualismo molto forte tra la vita a Los Angeles e una passata relazione, vista come se fosse un pianeta lontano anni luce: l'unico punto d'incontro è il desiderio, cantato in "Vorrei poter essere lì per te, sì, lì per te".

Siamo arrivati ai momenti finali del progetto, ai due singoli che mostrano una nuova sfumatura nella narrazione di Harry Styles: da una parte "Boyfriends", in cui si mette nei panni di una donna data per scontata dal proprio fidanzato. Dall'altra, "Love of my life", che chiude il progetto, è un'operazione musicale che accetta l'evoluzione di Harry Styles, ormai 28enne, alla ricerca di un'anima gemella, anche per mostrare la propria vulnerabilità. Se la prima, una ballad lenta in cui vengono sottolineati tutti gli atteggiamenti sbagliati dei fidanzati, potrebbe essere un motivo per attrarre una fetta di pubblico molto ampia tra i più giovani, "Love of my life" rappresenta l'età adulta per Styles. Non più un amore possessivo, ma realista, che accetta anche di non aver ancora approfondito la conoscenza dell'altra persona, come quando canta: "Non ti conosco la metà di tutti i miei amici, non pretenderò di aver fatto tutto quello che potevo, sono qui per conoscere le tue pieghe e le tue punte. Sono la stessa cosa?".

"Harry's house" rappresenta la maturazione personale di Harry Styles, un viaggio pop tra gli anni '70 e '90 che raccoglie tutto l'amore per il brit-rock e le sue influenze più elettroniche. Rispetto a "Fine Line", il disegno di un uomo ormai maturo nella consapevolezza del suo personaggio, gli dà la possibilità di non centellinare l'immaginario su cui posa i propri occhi, e anzi raccontare anche storie non sue, come in "Matilda" e "Boyfriends". Un percorso che trova leggerezza e cupezza non bilanciati, ma pronti per una riproduzione live che sarà parallela a quella del disco precedente, fermato dalla pandemia nella sua diffusione live. Il cambio di marcia narrativo suggerisce un maggior impegno nella scrittura rispetto al passato e apre vortici di futuro in cui Harry Styles, come oggi, potrà cantare ciò che vuole, anche per la costruzione di un personaggio che non sembra aver minimamente sentito l'impasse dopo l'addio agli One Direction: non si può dire sicuramente lo stesso degli altri protagonisti.

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