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Festival di Sanremo 2020

Il significato di Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi, la canzone sui manicomi a Sanremo 2007

Tra le vittorie più convincenti della storia recente di Sanremo c’è quella di Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa, canzone che ha raccontato il dramma dei manicomi e che gli permise di vincere nel 2007. Nel corso della serata cover di Sanremo 2020 Enrico Nigiotti ripropone la canzone sul palco dell’Ariston proprio in duetto con Simone Cristicchi.
A cura di Andrea Parrella
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Se c'è una canzone che ha consacrato la carriera di Simone Cristicchi, questa è "Ti regalerò una rosa", pezzo con cui l'artista vinse al Festival di Sanremo 2007 e che verrà riproposta sul palco dell'Ariston nella serata cover di giovedì 6 febbraio da Enrico Nigiotti e Simone Cristicchi, autore e interprete del brano. Nigiotti porta inoltre in gara "Baciami Adesso" per la sua seconda partecipazione consecutiva a Sanremo.

Si tratta di una delle vittorie più convincenti della storia recente di Sanremo, in un'edizione condotta da Pippo Baudo e Michelle Hunziker. Simone Cristicchi portò in gara al Festival un pezzo molto intimo, frutto di un suo approfondimento sul tema dei centri di igiene mentale e delle scorie che essi hanno lasciato. La canzone vinse classificandosi al primo posto davanti ad Al Bano e Piero Mazzocchetti.

Il significato di Ti regalerò una rosa

La storia di Antonio, il protagonista del brano, ne è un esempio evidente. La canzone è sostanzialmente la rilettura di una lettera scritta da un uomo chiuso in manicomio sin da bambino solo per l'eccesso di fantasia che da bambino gli faceva credere di "parlare col demonio". Vent'anni, è il tempo trascorso nell'istituto, un tempo vissuto nell'attesa di Margherita, l'amata cui è destinata la lettera scritta prima che Antonio si tolga la vita. Naturalmente la lettera è un pretesto per parlare della condizione in cui hanno vissuto per anni persone con disagi mentali, una riflessione sul concetto di pazzia e su cosa i matti rappresentino per la società. "Punti di domanda senza frase, migliaia di astronavi che non tornano alla base", come a sottolineare l'incapacità di collocare queste persone in un contesto senza che esse "disturbino" la quiete, "i matti sono apostoli di un dio che non li vuole". Particolarmente significativa e teatrale fu l'esibizione di Cristicchi a quel Sanremo, una canzone eseguita con l'elemento scenico di una sedia sulla quale, nella parte finale della canzone, l'artista saliva mimando il gesto di volare, ovvero quello di Antonio che si lancia nel vuoto.

Il testo di Ti regalerò una rosa

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo doloreMi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un'emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremareIo sono come un pianoforte con un tasto rotto
L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste curaTi regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo doloreI matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio, misurate le distanze
E guardate tra me e voi, chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo doloreMi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare

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