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La musica rischia di perdere 350 milioni d’euro: le 10 proposte al Governo per salvare il settore

Il comparto musicale prevede di perdere, entro la fine dell’estate, circa 350 milioni di euro, che aumentano a 600 se si conta anche l’indotto. Nei giorni scorsi AFI, Anem, Assomusica, FEM, FIMI e PMI hanno sottoscritto un documento che prevede 10 punti per cercare di combattere la crisi e l’hanno inviato al Governo.
A cura di Redazione Music
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Una sala vuota ( Adam Bettcher/Getty Images)
Una sala vuota ( Adam Bettcher/Getty Images)
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Il comparto musicale stima di perdere, entro la fine dell'estate, circa 350 milioni di euro, che aumentano a 600 se si conta anche l'indotto. Una perdita economica che toccherà i cantanti, certo, punta dell'iceberg di questo mondo, ma soprattutto migliaia di lavoratori che fanno sì che il settore dei live e non solo si tenga in piedi e contribuisca alla Cultura del nostro Paese. Da giorni, ormai, il settore è in movimento, alla ricerca di qualche soluzione per non morire definitivamente e cercare alternative allo stop totale dei live che si prevede lungo, almeno così come eravamo abituati a fruirlo: c'è chi, per esempio propone il drive in. Il Presidente dell'ISS parlava della probabilità di dover aspettare un vaccino e per questo motivo alcune delle sigle principali del comparto stanno parlando tra di loro per cercare di mettere una pezza per salvare un settore che vale quasi cinque miliardi e dà lavoro a circa 170 mila persone.

Le perdite economiche del settore musicale

Nei giorni scorsi AFI, Anem, Assomusica, FEM, FIMI e PMI hanno sottoscritto un documento che prevede 10 punti per cercare di combattere la crisi e l'hanno inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai Ministri dei beni Culturali e dell’Economia, rispettivamente Dario Franceschini e Roberto Gualtieri. Il settore del live è stato uno dei primi a chiudere e sarà uno degli ultimi ad aprire, come ormai recita quello che è diventato un mantra tra gli addetti. Un mantra che non calma per nulla,anzi, mette in agitazione chi si ritrova senza entrate e soprattutto senza prospettive. Allo stop ai live "si sono ben presto aggiunti i danni relativi al mancato versamento dei diritti d’autore e connessi, in relazione alla mancata attività dal vivo e alla chiusura degli esercizi commerciali, discoteche, palestre ed altri luoghi di aggregazione. Il potenziale danno, per gli autori e per gli editori musicali, è stimato da Siae in termini di mancati incassi per diritto d’autore, per il 2020, a causa del lockdown e delle sue conseguenze in circa 200 milioni di euro, una cifra destinata a crescere esponenzialmente" come si legge nel documento che spiega che si pagheranno anche il crollo delle vendite dei cd fisici, e il digitale non può ancora rispondere economicamente a questa crisi.

Le 10 proposte della Musica al Governo

Cosa fare, quindi? Le sigle hanno quindi stilato un documento in dieci punti in cui chiedono:

  1. Aumento del fondo emergenze (Art. 89, DL Cura Italia) a 200 milioni ed elaborazione di criteri oggettivi per la ripartizione del Fondo Emergenze di cui all'art. 89 per i settori culturali colpiti dalla pandemia
  2. Un contributo a fondo perduto per i mesi perduti a causa del lockdown alle imprese musicali.
  3. Sospensione di tasse e contributi per le industrie del settore musica per l'esercizio 2020, posticipando le contribuzioni con un meccanismo di rateizzazione pluriennale.
  4. Estensione della durata dei voucher da 12 a minimo 18 mesi per i concerti annullati (art. 88 DL Cura Italia).
  5. Creazione di un bonus cultura per le famiglie (estendendo l'attuale bonus per i diciottenni). L'estensione del tax credit per le produzioni musicali, oggi previsto solo per l'opera prima, seconda e terza a tutte le produzioni, così come avviene nel cinema.
  6. IVA al 4% per la musica e lo spettacolo, così come avviene per i libri.
  7. L'annunciato reddito di emergenza deve coinvolgere anche figure anomale, contratti a chiamata e precari vari, del settore dello spettacolo ad oggi non ricompresi nell'articolo 38 relativo all'indennità ai lavoratori dello spettacolo, articolo che ha introdotto troppe variabili che esclude moltissimi lavoratori.
  8. Revisione delle pendenze erariali per gli organizzatori di spettacoli dal vivo per appianare tutte le asimmetrie nell'applicazione dell'IVA sugli spettacoli dal vivo
  9. Apertura di un tavolo tecnico di confronto con il Comitato tecnico-scientifico e la Task Force presieduta dal Dott. Colao con la presenza di una rappresentanza delle Associazioni in grado di fornire indicazioni sugli strumenti di controllo e prevenzione da adottare in futuro alla ripresa delle attività live.
  10. Certezza sui tempi per la ripresa delle attività ai f ini di una efficace programmazione dei lavori.
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