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Covid 19

Il Drive In per salvare la musica live: i concerti in auto possono essere la soluzione?

Alla ricerca di modalità di fruizione diversa per i concerti live, il settore musicale italiano comincia a muoversi per cercare alternative all’assembramento di persone. Il Drive In cinematografico è una delle opzioni che alcune aziende hanno preso in considerazione per cercare di non mandare completamente a monte la stagione estiva dei concerti.
A cura di Francesco Raiola
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Alla ricerca di modalità di fruizione diversa per i concerti live, il settore musicale italiano comincia a muoversi per cercare alternative all'assembramento di persone. Il Drive in di stampo cinematografico è una delle opzioni che alcune aziende leader del settore musicale hanno preso in considerazione per cercare di non mandare completamente a monte la stagione estiva dei concerti. In un mercato che secondo le stime Assomusica rischia di perdere 350 milioni a fine stagione stiva (600 contando l'indotto), alcune aziende leader del settore – come Utopia Srl, Zoo Srl, Italstage, e 3D Unfold – hanno ideato il progetto "Live Drive In" ovvero un festival Covid Safety-First, in grado di permettere al pubblico di fruire della musica in totale sicurezza: "Prima che un'idea è un appello, un progetto già pronto a partire da domani – nel caso ideale in cui ci fossero amministrazioni con tutti i permessi -, possiamo cominciare a costruire e in una decina di giorni potremmo già essere operativi. Il vero problema sono le autorizzazioni, appunto" dice a Fanpage.it Giancarlo Sforza, fondatore di Utopia, società già nota nel campo di Stage Design e produzione eventi.

Come è pensato il drive in musicale

"Un format del passato, quello del drive-in, che viene quindi rimodulato in una declinazione del tutto nuova, quasi completamente ad impatto zero grazie all’utilizzo di generatori ad energia rinnovabile, bagni auto-igienizzanti e materiali ecosostenibili" si legge nella nota di un progetto che cerca "di sostenere tutta la filiera di cinema, teatro e musica live, ad oggi in ginocchio con più di 300 mila lavoratori stimati in disoccupazione e perdite per decine di milioni di euro ogni settimana". La fattibilità reale è ancora da capire del tutto benché gli ideatori parlino di un progetto solido che ha già raggiunto uno stato avanzato di realizzazione: "L'unica certezza è che bisogna ripartire, non si può pensare che questa situazione possa protrarsi per un altro mese, noi ci siamo interrogati su quale potrebbe essere un luogo che potesse ospitare degli eventi. Quello del drive in è il sistema più efficace, perché tiene il nucleo familiare protetto e abbiamo pensato già a una serie di soluzioni tecniche, come i bagni autoigienizzanti" continua uno degli ideatori.

Come funzionerebbero i controlli

Sforza che spiega anche che il progetto si dispiegherebbe inizialmente soprattutto a livello locale, un po' come i teatri o i cinema presenti su ogni territorio: "Quando si arriva sul posto si troverebbe sia un controllo sanitario in grado di misurare la temperatura, sia un controllo per confermare che nelle auto ci siano solo nuclei familiari". Sono già molte le amministrazioni che hanno aderito: Milano, Roma, Firenze, Torino, Bologna, Napoli, Verona, Catania, Genova, Bari, Cagliari, Cosenza, Mantova, Avellino, Reggio Calabria, Lamezia Terme, Lido di Camaiore, Olbia, San Benedetto del Tronto e Palermo.

La sostenibilità economica di Live Drive In

Se aspetti come quelli dei bagni pubblici e dell'ecosostenibilità sarebbero stati presi in considerazione ci sarebbero ancora un po' di problemi da affrontare. Qual è la sostenibilità economica, ad esempio, di un progetto del genere? "Queste arene, per poter avere un ritorno interessante sono immaginate per poter restare attive per almeno quattro mesi, pensiamo a un periodo più lungo, un noleggio a lungo termine. In un momento in cui è tutto fermo, i noleggi e i fornitori sarebbero disponibili a prezzi competitivi e in più ci stiamo muovendo con grandi aziende per poter sponsorizzare queste aree – continua Sforza -. Poi ci sarebbe bisogno di un aiuto a livello territoriale, il tutto per cercare di schiacciare tutti i costi di allestimento, tra sponsorizzazioni e aiuto pubblico e lasciare al promoter l'incasso. Il vero problema è per tutti gli operatori dello spettacolo, ci sono centinaia di migliaia di persone a piedi. Quando si parla di spettacolo, invece, sembra che si parli solo di cantanti milionari".

Il bisogno di ripartire della musica

Quello economico, quindi, è uno dei grandi problemi che il settore sta affrontando e alcune sigle dell'industria musicale hanno cominciato a collaborare per cercare di risolvere alcuni problemi, chiedendo al Governo di dare alcune risposte: "Il problema vero, in questo momento, è la mancanza di una normativa, il che significherebbe scontrarsi con realtà locali diverse e con sensibilità diverse, ma la priorità di tutti è di partire in maniera forte e convinta – conclude Sforza -. Tutti dovremmo fare un passo verso la soluzione dei problemi. Credo che da parte di tutti ci sia un forte bisogno di ripartire, sia da un punto di vista economico, ma anche da un punto di vista emotivo. Il ruolo dell'entertainment, specie dopo avvenimenti disastrosi, è sempre stato quello di accendere entusiasmi e creare positività: la musica e il cinema sono stati trainanti dopo i grandi disastri e questo è un aspetto da non sottovalutare".

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