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La musica che parla di umanità e prende posizione sui migranti riceve solo insulti

Francesca Michielin, Ermal Meta, Gemitaiz sono tra i pochi artisti che in un momento di enorme discussione su migranti e Aquarius hanno preso una posizione forte a favore dell’umanità, porgendo il fianco, però a molte critiche. In attesa degli altri colleghi, quindi, potrebbe riaprirsi la discussione sul ruolo sociale dell’artista.
A cura di Francesco Raiola
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C'era una volta in cui i cantautori venivano contestati perché troppo poco politicizzati e tacciati di essere di destra perché disimpegnati. Oggi, invece, si rischia di essere subissati di insulti se si tenta di dire qualcosa di umano ed è ovvio che dire qualcosa di umano sia anche una delle più forti prese di posizione politica in questi ultimi mesi. Intervistato da Fanpage.it, dopo le frasi forti rivolte al Ministro degli Interni Matteo Salvini, il rapper romano Gemitaiz, che il leader leghista non conosce, ma tantissimi giovani appassionati di musica sì, al punto da tenerlo per un paio di settimane in testa alla classifica di vendita degli album, ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it: "Ho sollecitato i miei colleghi di dire qualcosa e fare qualcosa, perché credo sia il caso. Purtroppo, amaramente, ti posso dire che sono stati molto pochi i personaggi che hanno deciso di appoggiarmi e prendere parte con me a questa cosa. E comunque, per quanto sono amareggiato, neanche mi sorprende perché fanno buon viso a cattivo gioco".

Pensiero critico e senso comune

Insomma, quanto è conveniente, oggi, cercare di andare contro una narrazione che si pensa comune e che si basa più che sui numeri sulla paura? È una domanda retorica, ovviamente, che non ha una risposta univoca, ma che ha nei commenti su Facebook un piccolo dato sul sentimento generale ed è un sentimento portato più all'offesa che al dialogo, in una polarizzazione (o con me o contro di me) che si riflette anche nella discussione Politica italiana di queste ultime settimane.

Lo scontro tra Gemitaiz e Salvini

Come noto, una delle vicende più discusse di questi giorni è la vicenda dell'Aquarius, la nave della ONG SOS Méditerranée che ha caricato a bordo, salvandoli, oltre 600 migranti in fuga e di cui trovate qualche informazione in più qui. Una vicenda simbolica, anche a causa del Ministro, che è diventata terreno di scontro (sulla pelle di esseri umani) comune e che ha visto coinvolti anche alcuni cantanti. Gemitaiz è forse solo l'esempio più noto, anche perché è stato anche preso come esempio negativo da parte dello stesso Salvini a cui il rapper aveva, iperbolicamente, augurato la morte, con una provocazione che aveva spostato l'attenzione dal messaggio reale ("Io gli auguravo il peggio, non la morte. Mi rendo conto che mi sono fatto prendere dall'incazzatura del momento" ha spiegato sempre ai microfoni di Fanpage.it).

Il tweet di Ermal Meta

La discussione "musicale" comunque ha visto attivi pochissimi cantanti, almeno pubblicamente, che hanno voluto puntare non tanto sulla questione politica quanto su quella più prettamente umana. Lo ha fatto Ermal Meta, ad esempio, sempre molto attivo quando si tratta di prendere posizione su casi molto forti e polarizzanti e che anche questa volta non ha voluto smentirsi: "629 vite sospese. Bisognerebbe fare a gara a chi li salva e non a chi li abbandona. È l’Europa a sembrare una nave alla deriva. E tutti noi ci siamo sopra" ha scritto su Twitter quando ancora l'epilogo della situazione non era chiara (oggi lo è, con lo sbarco della nave a Valencia), riuscendo a contenere, grazie a una community molto forte e fidelizzata gli insulti, che comunque non sono mancati. Non erano mancati a Gemitaiz che con voce rotta dalla rabbia ci aveva spiegato che ormai la sua bacheca era diventata uno sfogatoio di insulti e minacce ("Se vai sulla mia pagina di Facebook, stanno insultando mia madre, mio padre che è morto. Sono un branco di ignoranti, capre con le quali io non condivido nulla e mi vergogno di condividerne la cittadinanza italiana"). Anche Vasco Brondi, aka Le luci della centrale elettrica che ala migrazione ha dedicato un pezzo del suo ultimo album "Terra", ha voluto schierarsi postando un cartello che dice: "Quando milioni di poveracci sono convinti che i propri problemi dipendano da chi sta peggio di loro, siamo di fronte al capolavoro delle classi dominanti" e riuscendo a contenere le critiche, anche grazie a una diversa posizione nella geografia musicale (meno nazional popolare, più ristretta, insomma) rispetto a Meta

L'umanità e lo studio della Michielin

Non è sfuggita al fango neanche Francesca Michielin che ha scritto un lungo status in cui si diceva "inorridita dopo aver assistito alla violazione del Diritto Internazionale" spiegando che la sua soluzione alla confusione delle tante notizie che si alternavano era stata (saggiamente) quella di informarsi: "mi sono chiesta cosa aveva senso fare. Stare zitta di certo no. Io e i miei amici abbiamo messo da parte la rabbia e abbiamo iniziato a leggere e a raccogliere informazioni dalla Costituzione, dalla Carta dei Diritti Umani, da Associazioni e dalle Università di diritto, economia e sociologia dell’immigrazione, perché questo atto spregevole è la prova che in questo paese c’è molta disinformazione, che genera ignoranza, insicurezza e mancanza di UMANITÀ". Un atto, quello della ricerca della conoscenza che andrebbe quantomeno apprezzato (con la possibilità di discutere dei risultati, ovviamente) ma che in questo momento di impossibilità comunicativa non fa altro che portare molti insulti (ma è anche vero che il post della cantante ha decuplicato il numero medio di like a dimostrazione che c'è stato anche un apprezzamento importante). Evidentemente, però, c'è gente che canta a memoria "Comunicare", la canzone con cui parte il suo ultimo album 2640, ma non ha ben compreso il messaggio profondo: "Ognuno ha il diritto di mettere piede su qualsiasi parte del suolo terrestre. La migrazione è un diritto inalienabile e ha permesso, fin dall’antichità, il contatto tra culture e la creazione delle società. È fondamentale ricordare che alla fine dell’800 migliaia e migliaia di italiani si sono imbarcati, disperati, alla ricerca di un futuro migliore, in particolar modo verso gli Stati Uniti e l’America Latina – continua la cantante -. Che si sia d’accordo o meno con la nuova scelta politica attuata, non credo proprio che negare gli sbarchi sia la soluzione. La soluzione è la cooperazione allo sviluppo".

Prendere o no posizione?

In un momento in cui oltreoceano si discute, ad esempio, di rap consciuos, quello che prende posizioni si temi sociali molto forti, come quello della comunità afroamericana (Kendrick Lamar e Childish Gambino solo solo due dei tanti che ci hanno messo la faccia) e in cui attori come Robert De Niro non usano eufemismi per rivolgersi al Presidente degli Usa, Trump, in Italia c'è ancora un silenzio tombale, aprendo ancora una volta la discussione su quanto sia giusto (una giustizia che talvolta si legge anche come ‘convenienza') che un artista, forte del suo seguito, prenda posizione rispetto a un argomento politicamente forte. Ricordo che durante la presentazione dell'ultimo album di Sfera Ebbasta alcuni colleghi gli chiesero perché non prendesse posizione sulle elezioni imminenti, beccandosi una risposta forse ingenua ma sincera: "Non mi interessa la politica quindi non posso suggerire niente a chi mi ascolta" (è un virgolettato di senso). Siamo sicuri che sia Sfera la persona a cui chiedere una presa di posizione politica? Se proprio dovessimo chiederlo a qualcuno, non sarebbe meglio farlo a chi in questi ultimi anni ha criticato molto chi era all'opposizione e adesso è, invece, al Governo?

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