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Festival di Sanremo 2023

La mamma al centro di Sanremo 2023: da Lazza a Blanco passando per Marco Mengoni

I genitori sono stati protagonisti nascosti di questo Sanremo 2023. In particolare modo le mamme, insieme con il concetto di maternità, a cui è stato spesso manifestato amore in diretta o hanno addirittura calcato il palco.
A cura di Cristina Somma
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Immagini Rai Lazza con la madre
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"Viva la mamma", seconda protagonista di Sanremo 2023. La mamma di chi? Degli artisti, ma non solo. La figura materna ha avuto un ruolo preponderante sul palco del Teatro Ariston durante questo festival. È stata portata in scena da Chiara Ferragni, che ha scelto di omaggiare la maternità con i suoi abiti, ma anche da Chiara Francini, che con il suo monologo ha fatto impazzire i social alle due di notte. Ancora, Levante che ha cantato la sua rinascita dopo la depressione post-parto e Giorgia che ha raccontato di suo figlio che non ha votato per lei, ma l'attendeva ansioso a casa. Poi c'è stato Lazza che durante la prima serata ha rincorso sua madre tra il pubblico con l'intento di regalarle i fiori che Amadeus aveva destinato a lui a fine esibizione.

"Non la trovavo", ha spiegato in un'intervista. Poi però è riuscito a scorgerla tra il pubblico e lei, un po' emozionata e imbarazzata, li ha accettati cercando di nascondersi dietro il bouquet. "Spesso non si piace, non si voleva mostrare", ha rivelato il figlio. "Eppure è così bella", ha proseguito. Sui social sono apparsi commenti ironici e apprezzamenti espliciti, di cui Lazza si è detto felice perché "così magari capisce che è veramente splendida". Parole e gesti, quelli di Lazza, che per molti sono stati una sorpresa. "I duri non piangono, non accarezzano i gattini e non ringraziano le mamme", pensano quelli che inquadrano nella cultura rap esclusivamente violenza, misoginia e ostentazione. Invece l'amore nei confronti di una mamma, quello viscerale, è spesso al centro dell'attenzione anche dei ‘più duri', dei rapper che si mostrano forti, quelli che cantano di faide e di camorra, di uccisioni e di pistole. Partendo da 2pac, dagli albori della musica rap più cruda, fino ai Club Dogo e Geolier.

Quindi è vero che "la mamma è sempre la mamma". Un proverbio popolare che si concretizza nel momento in cui Tupac Shakur scrive "Dear Mama" nel 1995, dedicata a sua madre Afeni. La canzone parla della povertà che aveva sofferto la madre, della sua dipendenza dal crack, dei loschi giri che aveva frequentato rischiando di trascinare nel baratro anche i suoi figli, ma non solo. Racconta anche l'amore e il rispetto che Tupac ha nutrito nei confronti di Afeni e che ha sostituito tutti i brutti ricordi. Una narrazione insolita che vede la figura della madre protetta da quella del figlio che sceglie di celebrarla, raccontando anche i lati oscuri della donna che l'ha partorito. Una scelta insolita quella del cantante americano che parla della madre anche in negativo, non come un esempio da seguire. Più frequente nella musica è invece la scelta di omaggiare la madre cercando di redimersi dai propri errori, dalle delusioni che le hanno arrecato e che credono di poterle arrecare ancora.

È successo anche sul palco di Sanremo quando Blanco ha fatto parlare di sé per giorni per aver distrutto le rose, parte della scenografia costruita per la sua esibizione. Durante la performance canora doveva riprendere il video della sua canzone "L'isola delle rose", ma non sentiva la sua voce in cuffia. Piuttosto che fermarsi e chiedere aiuto, ha preferito proseguire nella performance, distruggendo solo i fiori e suscitando confusione nel pubblico che non ha accettato di farlo cantare una seconda volta. Paola, la madre, era in platea mentre il figlio commetteva il ‘misfatto'. La Littizzetto ha raccontato che probabilmente la mamma di Blanco era tra le prime file e le si è presumibilmente fermato il cuore in gola quando si è accorta dei problemi tecnici riscontrati dal figlio durante quell'esibizione trasmessa in mondovisione.

Il gesto di Blanco ha scatenato una bufera sui social, al punto da indurlo a scrivere una lettera a mano, pubblicata sul suo profilo Instagram, in cui si è scusato. La lettera recitava, tra le prime righe, "Ariston, ti ho messo in lacrime come la mia mamma", lasciando intendere che la madre avesse pianto durante quel ‘grande flop'. Sono state come delle duplici scuse che ricordano quasi l'omaggio che i Club Dogo dedicarono alla mamma nel 2010. La canzone si intitola "Il sole e la luna" e nel brano i rapper raccontavano di come le madri siano sempre disposte a perdonare. Paragonavano quindi la mamma a un fiore, definendosi una spina. "Non potrò farti male, no, mai", cantavano cercando di spiegare l'importanza nell'esprimere l'affetto verso chi ha donato loro la vita. Una manifestazione ripresa spontaneamente anche dopo, dalle nuove generazioni che, oltre a raccontare la loro vita nei quartieri difficili, non si sottraggono dal gridare l'amore verso chi li ha messi al mondo.

In primis Geolier che, oltre ad aver dedicato delle rime a sua madre, ha raccontato in un'intervista di non riuscire a pensare a nessuno di più importante di colei che lo ha partorito, a cui sente di dover dare la vita per ricambiare. Infine, Mengoni. Il vincitore di questo festival ha pubblicato un fascio di fiori racchiusi in un cuore sul suo profilo Twitter. Così ha ringraziato i suoi genitori, Nadia e Maurizio, per l'amore che gli hanno dato e gli hanno insegnato a donare.

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