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La madre di Lil Peep contro l’etichetta: chiede quattro milioni per le canzoni del rapper morto

La battaglia legale tra Liza Womack, madre di Lil Peep, e l’etichetta discografica del figlio sembra essere arrivata a un nuovo episodio. La donna ha denunciato, durante il processo per l’accusa di omicidio colposo diretta ai manager dell’azienda, di non aver ricevuto un corrispettivo di oltre quattro milioni di dollari, proventi delle royalty della musica postuma del figlio.
A cura di Vincenzo Nasto
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Prima le accuse di omicidio, con una causa aperta contro i manager dell'etichetta del figlio Lil Peep, Bryant Ortega e Belinda Mercer, poi la richiesta di una somma attorno ai quattro milioni di dollari per gli incassi delle royalty degli ultimi tre anni. Liza Womack sta combattendo una guerra contro l'industria discografica, e in particolare contro l'etichetta del figlio, la First Access Entertainment, che sta continuando a pubblicare i successi postumi di Lil Peep, non corrispondendo, secondo la signora Womack, il giusto corrispettivo di royalty alla famiglia. Proprio nelle ultime settimane, l'etichetta è stata accusata di plagio per uno dei brani postumi più importanti dell'artista statunitense, la collaborazione postuma con XXXTentacion "Falling Down". Infatti, il chitarrista americano Richard Jaden Hoff ha denunciato l'etichetta per aver preso il suo riff di chitarra dal brano del 2018 "Under my breath", utilizzandolo nel singolo che ha raccolto oltre 240 milioni di visualizzazioni su YouTube.

Quattro milioni di dollari al centro della querelle legale

È scontro aperto tra Liza Womack, la madre dell'artista defunto nel 2017 Lil Peep, e la sua etichetta discografica, la First Access Entertainment, dopo che negli scorsi anni la donna aveva aperto una causa per omicidio colposo contro i manager di suo figlio, Bryant Ortega e Belinda Mercer. Il processo, nelle ultime settimane, si è spostato anche sul versante economico: infatti la donna ha affermato che l'etichetta sta cercando di evitare il pagamento delle entrate dalle royalty per una cifra attorno ai quattro milioni di dollari. In aula l'avvocato di Womack ha affermato che l'etichetta sta cercando di estromettere la famiglia dai proventi finanziari, soprattutto dopo le accuse degli scorsi anni e il processo in corso. Non si è lasciata attendere la risposta degli avvocati dell'etichetta, che hanno affermato: "Non è nemmeno vero che la First Access Entertainment debba alla famiglia una cifra attorno i 4 milioni di dollari. Semplicemente non è vero. Questo è solo un argomento usato per ottenere la simpatia di qualcuno della giuria".

Le accuse di omicidio rivolte ai manager

Il caso va avanti con le dichiarazioni della madre, che continua ad accusare i manager del figlio per la sua morte lo scorso 15 novembre 2017, quando il cantante venne ritrovato morto nel suo tour bus a poche ore da un concerto in Arizona, precisamente a Tucson. La morte, secondo l'autopsia, fu provocata da un'overdose di xanax tagliato con fentanyl, vendutagli da Mariah Bons, rilasciata per mancanza di prove nei mesi successivi e a sua volta vittima di un'overdose nel 2019. Womack, dopo la pubblicazione del documentario "Everybody's Everything", che apriva qualche dubbio sul ritardo dei soccorsi nell'atto di salvare la vita del figlio, ha denunciato pubblicamente i manager, affermando: "Gli imputati hanno ignorato queste richieste di aiuto e lo hanno spinto su un palco dopo l'altro in una città dopo l'altra, sostenendolo con le droghe lungo tutto il tour. Voglio giustizia per Gus. Ecco perché lo sto facendo. Qualunque sia la forma, quello che cerco è che le persone siano ritenute responsabili del loro comportamento".

Il plagio nella collaborazione con XXXTentacion

Nel frattempo, nell'ultima settimana, le rivelazioni del chitarrista Richard Jaden Hoff, in arte K.R.i.O, hanno scombussolato le etichette discografiche di Lil Peep e XXXTentacion. L'uomo ha accusato il management dei due artisti per aver copiato il riff di chitarra della sua traccia "Under my breath", campionandolo senza la sua autorizzazione in "Falling down". Uno dei successi postumi più importanti per i due artisti, morti tra il 2017 e il 2018 in circostanze molto particolari, chi per overdose, chi vittima di un'esecuzione a sangue freddo, potrebbe conoscere la parola fine se venisse conclamata l'accusa di plagio. Il brano viaggia oltre i 240 milioni di visualizzazioni su YouTube, un piccolo segno di quanto questi due artisti abbiano, in poco tempo, lasciato la propria orma nelle varie declinazioni di genere della musica hip hop.

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