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L’unica vera malattia di Ezio Bosso è l’incontenibile amore per la musica

Ezio Bosso è il pianista e compositore ospite della seconda serata del Festival di Sanremo 2016. Soffre di una malattia neurodegenerativa che non ha influito, però, sulla sua capacità di suonare.
A cura di Stefania Rocco
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Ospite della seconda serata del Festival di Sanremo 2016 è Ezio Bosso, pianista, direttore d’orchestra e compositore italiano. La sua partecipazione è stata fortemente voluta dal conduttore Carlo Conti, che lo ha accolto sul palco andando lui stesso a prenderlo dietro le quinte. Ezio si è detto molto emozionato di poter essere presente al Festival, ma è riuscito a stemperare il nervosismo con una battuta, pronunciata in concomitanza con gli applausi arrivati dal pubblico dell’Ariston:

Già sono emozionato, così parlo ancora peggio! Quando inizio i concerti dico ‘Ciao', è una parola bellissima. Tutti i giorni andavo al Conservatorio e la signora mi diceva “Andrai a Sanremo” e io le rispondevo “No signora, io non canto”. La musica siamo noi. È una fortuna che condividiamo. Ci è arrivata e ce la cerchiamo. Mettiamo le mani ma ci insegna la cosa più importante che esista, ascoltare. La musica mi ha dato il dono dell'ubiquità: la musica che ho scritto è a Londra e la fa un bravo direttore, e io sono qui. La musica è una fortuna, e sopratutto come diceva il maestro Claudio Abbado, è la nostra vera terra.

L'intervento al cervello e la malattia: "Avevo perso tutto"

Il 2011 è stato un anno che ha richiesto grande coraggio a Ezio Bosso. Prima si è dovuto sottoporre ad un intervento al cervello, poi ha scoperto di soffrire una malattia neurodegenerativa. Un periodo che lui stesso definì "buio". In un'intervista rilasciata nel 2013 a La Stampa dichiarò:

"A un certo punto avevo perso tutto, il linguaggio, la musica: la ricordavo, ma non la capivo. Suonavo e piangevo, per mesi non sono riuscito a far nulla. La musica non faceva parte della mia vita, era lontana, non riuscivo ad afferrarla. Ho scoperto così che potevo farne a meno. E non è stato brutto. È stato diverso, è stata un’altra esperienza. Ho imparato che la musica è parte di me, ma non è me. Al massimo, io sono al servizio della musica".

La malattia di Bosso non ha fermato il processo creativo. Con fatica e sacrificio è riuscito a recuperare la coordinazione tra corpo e mente ed è tornato a comporre le sue melodie: "Ora parlo a fatica, non posso più correre, ma riesco ancora a suonare. E nel momento in cui metto le mani sulla tastiera volo lontano da ogni problema. Se prima provavo per dieci ore al giorno adesso dopo due mi devo fermare (saranno contenti i miei vicini di casa)". Dopo i primi mesi di paura, è riuscito ad accettare la malattia e oggi non lo spaventa più. All'Ansa, infatti, ha spiegato: "La malattia ha cambiato i miei ritmi, la mia vita. Ogni tanto ‘evaporo'. Ma non ho paura che mi tolga la musica, perché lo ha già fatto. La cosa peggiore che possa fare è tenermi fermo. Ogni giorno che c'è, c'è. E il passato va lasciato a qualcun altro".

Che cos'è la Sclerosi Laterale Amiotrofica

La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, ossia le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. Così, gradualmente gli arti perdono forza, si fa fatica a deglutire e respirare. Il più delle volte, la mente resta vigile e ciò porta alla drammatica sensazione di essere intrappolati nel proprio corpo. Solo in alcuni casi subentrano anche delle alterazioni cognitive, che possono essere di lieve entità o condurre alla demenza fronto-temporale. Progressivamente, le funzioni vitali vengono compromesse fino al decesso. Per il momento non esistono cure per guarire dalla SLA. L'unica risorsa di coloro che ne soffrono risiede nei farmaci in grado di ridurne i sintomi. C'è, infine, il Riluzolo, che sembrerebbe efficace nel rallentare la progressione della malattia.

L'album The 12th Room e la teoria delle 12 stanze

È uscito ad ottobre del 2015 il doppio cd di Ezio Bosso. Il primo contiene 12 brani e il secondo una sonata di 45 minuti. Il titolo dell'album richiama l'antica teoria secondo la quale, la vita sarebbe composta di 12 stanze. Non ricordiamo la prima, quella della nascita, perché non siamo mai stati in grado di vederla. Una volta arrivati all'ultima, però, la vedremo e avremo modo di ricominciare. Ecco come il compositore ha raccontato il suo album:

"Questi brani, come sempre nelle mie scelte, rappresentano un piccolo percorso meta-narrativo. C’è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze, nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare. Stanza è una parola importante nella vita degli uomini, ma spesso è data per scontata. Eppure nel linguaggio vuol dire tanto, vuol dire poesia, canzone, libertà, affermarsi. Vuol dire persino costruire".

La carriera di Ezio Bosso

Musicista 45enne, Bosso è un enfant prodige della musica. Ha cominciato a suonare fin da quando aveva 4 anni. All’epoca, riusciva già a leggere un solfeggio. Il debutto ufficiale avvenne all’età di 16 anni quando cominciò a esibirsi come solista in Francia. La sua fama è internazionale. Negli anni 90 riesce a farsi notare in tutto il mondo, al punto da tenere corsi addirittura in Giappone e Parigi. Diverse sono le orchestre prestigiose che ha diretto, orchestre tra le quali figurano la London Symphony, la London Strings e la filarmonica 900. Il regista 65enne Gabriele Salvatores ha voluto che fosse lui a firmare le colonne sonore dei suoi ultimi film. Arriva sul palco di Sanremo per volere del conduttore Carlo Conti e riceve una standing ovation da parte del pubblico per la sua arte.

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