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Jovanotti sbotta contro le critiche: volontari e ambiente, ecco i problemi oltre la festa

Alla festa del Jova Beach Party, il tour sulle spiagge di Lorenzo Jovanotti fanno da contraltare le polemiche sull’impatto ambientale e quello del lavoro volontario per salvaguardare l’ambiente in cui si svolgono i concerti. Alla terza tappa il cantante sbotta e attacca sui social chi sta “nella comfort zone della propria arroganza militante”.
A cura di Redazione Music
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Jova Beach Party (ph Michele Lugaresi)
Jova Beach Party (ph Michele Lugaresi)

Alla fine è sbottato anche Jovanotti, da una parte sommerso dall'affetto enorme delle migliaia di persone che stanno riempendo il Jova Beach Party, dall'altro, però, colpito da tante critiche soprattutto per quanto riguarda la questione ambientale a cui, nei giorni scorsi, si è anche aggiunta quella per la richiesta di volontari che aiutassero gli organizzatori a tenere pulite le spiagge. Un fuoco incrociato che ha messo alle strette un po' tutti, il cantante, gli organizzatori, il WWF e tutto lo staff che ha organizzato questo progetto di dimensioni enormi, che dopo le prime tre tappe ha portato in spiaggia un centinaio di migliaia di fan grandi e piccoli. Mentre il cantante era sul palco di Castel Volturno assieme a Enzo Avitabile, Rocco Hunt e Clementino, sul suo account ufficiale Twitter è stato pubblicato un post di difesa nei confronti di Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia, associazione che è partner del JBP e che sta catalizzando su di sé le ire delle altre sigle ambientaliste: "Seguite @WWFitalia la pres. @donabianchi1 e una persona competente e coraggiosa. Stare sulla frontiera e non nella comfort zone della propria arroganza militante oggi è un valore raro ed è l’unico che puó cambiare le cose".

Le critiche sull'impatto ambientale

Non sappiamo precisamente cosa intenda Jovanotti con quell'"arroganza militante", ma i riferimenti sembrano abbastanza chiari. Le accuse mosse al cantante sono svariate, da un alto impatto ambientale con ricadute sull'ecosistema delle nostre spiagge e, in particolare, sulla protezione di alcune specie, come il fratino (per cui è stato cancellato il concerto di Ladispoli e sono arrivate critiche per quello di Rimini), fino a quello della pulizia dei litorali su cui si riversano le migliaia di fan. L'impatto ambientale è sempre stato uno dei punti cardine del progetto, del racconto che ne è stato fatto e ovviamente capire quali sono i limiti del discorso è molto complesso. Da una parte chi denuncia problemi alle spiagge, dall'altra chi parla di una pulizia perfetta già dal mattino successivo: Jovanotti ha tenuto anche a precisare l'enorme impegno per la differenziata oltre alla pulizia delle spiagge, invitando più volte i fan a comportarsi in maniera responsabile (ma con numeri così grandi è un'utopia, purtroppo).

La bonifica a Castel Volturno

"Qui Castel Volturno. Incredibile immaginare un concerto in quella che era una discarica a cielo aperto, nella Terra dei Fuochi. Ma siamo qui e migliaia di persone con noi. Domani questa spiaggia sarà meglio di come l’abbiamo trovata. Un segnale che apre una strada" si legge sui social del WWF che pone l'attenzione su quanto avvenuto a Castel Volturno dove nei giorni precedenti il concerto è stata bonificata un'area limitrofa alla spiaggia e dove si è svolta l'ultima tappa del Jova Beach Party nell'ambito del Flava Beach.

La polemica sui volontari e la difesa di Jova

Proprio all'aspetto della pulizia si lega la seconda polemica, ovvero quella dei volontari. Marta Fana su Jacobin Italia ha denunciato il reclutamento di volontari a cui in cambio del lavoro quotidiano in spiaggia sarebbero stati fornici cibo, bevande, gadget e, ovviamente, la possibilità di vedere il concerto: "sul lavoro gratuito, ridenominato volontariato, oggi poggiano interi settori economici che fanno profitto, che hanno bisogno di lavoratori ma possono far leva sull’immaginario – del volontario sorridente o del disoccupato che si prende cura delle aiuole sotto casa – per risparmiare sui costi e quindi fare più profitti" scrive l'economista sottolineando come il settore culturale sia uno dei più colpiti dal fenomeno. Un articolo che ha scatenato una grande discussione sulla giustizia o meno di questo tipo di volontariato (chiesto, nello specifico, dalla cooperativa che si occupa della pulizia) a cui ha replicato l'organizzazione: "Qualche ora fa sono circolate informazioni errate a proposito della ricerca dei volontari per il Jova Beach Party. Probabilmente parte tutto da alcune grafiche che non rappresentano le reali esigenze del Jova Beach. Per fugare il campo da ogni malinteso, abbiamo chiesto alla cooperativa che segue i lavori di pulizia per Coop e per Corona e al WWF di indicare con precisione quanto richiesto ai volontari. Si tratta evidentemente di un’opportunità che nel corso delle settimane si sta esaurendo visto l’ingente richiesta e il successo dell’iniziativa" si legge nella nota che specifica come l'orario giusto non sia dalle 8 del mattino ma dalle 13, specificando cosa è chiesto e cosa è dato ai volontari.

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