Il terzo album di Rosalía racconta la liberazione e il caos dell’elettrolatin: la guida a Motomami
Era l'uscita più attesa dello scorso weekend a livello internazionale e non ha tradito le aspettative: basta leggere le classifiche di vendita per capire che la 29enne Rosalía, di origini catalane, ma ormai "statunitense" di adozione, ha pubblicato uno dei progetti più interessanti del 2022. A quattro anni di distanza da "El mal Querer", "Motomami" è il nuovo disco a cui attingere per leggere tra le righe di una frangia meno mainstream del latin pop, una corrente gravitazionale in cui il flamenco incontra le batterie jazz, in cui la sua voce da tenore accarezza la melodia funebre di "Candy", e allo stesso tempo cavalca la corrente sexy-pop in "Hentai". Un prodotto che vive di quelle contraddizioni che le erano state attribuite già dal precedente album, soprattutto sull'appropriazione culturale della musica flamenco, non originaria della zona catalana, ma dell'Andalucia. Nell'intervista al New York Times ha confermato la sua idea di arte: "Succede da sempre che noi, come esseri umani, quando creiamo prendiamo in prestito. Da alcune idee nasce un'altra idea. Quando vedo che Francis Bacon realizza un dipinto basato su uno di Velázquez, penso che anche questo sia come un campionamento. Ma allo stesso tempo è arte ".
Il percorso di avvicinamento di Rosalía a "Motomami" è stato tra i più vertiginosi all'interno dell'industria musicale: la cantante avrebbe potuto pubblicare un album con tutti i singoli in collaborazione degli ultimi quattro anni, da Travis Scott, J Balvin, Billie Eilish, James Blake e The Weeknd. Proprio l'ultimo è stato il protagonista di una delle due collaborazioni del progetto: "La fama" è il primo singolo estratto dall'album, l'occasione anche per travalicare i confini latini e atterrare con i piedi saldi negli Stati Uniti. Lì veniva aspettata dai vari talk show, come quello di Jimmy Fallon, dove si è esibita nelle ore precedenti all'uscita di "Motomami". Il singolo racconta il rapporto con la fama dei due artisti, una narrazione che in maniera satirica attacca la popolarità e lo stress che ne consegue. Pura ironia se si pensa che lo stesso brano ha raccolto più di 130 milioni di stream su Spotify e ha dopato le aspettative sul terzo progetto ufficiale della cantante.
"Motomami" è anche l'espressione più infantile e contrastante della cantante, che ha affermato durante l'intervista di Joe Buscarelli del New York Times, che il progetto è in gran parte ispirato alla musica latina che ascoltava durante il periodo adolescenziale con i suoi cugini. Il progetto, registrato tra Porto Rico, Repubblica Dominicana, New York, Miami, Los Angeles e Barcellona, è un nuovo capitolo del diario personale di Rosalía, che tiene forte le radici del passato, lasciandosi però, ancora una volta, inebriare dall'universo elettronico. Basta ascoltare l'intro del progetto, "Saoko", un tributo alla hit del 2004 di Wisin e Daddy Yankee "Saoco", che unisce le batterie in chiave jazz, una linea di basso e un drop nel ritornello reggeaton. Sembra essere il secondo capitolo di "El mal Querer", ma andando a leggere i produttori del disco, si nota la netta differenza con il passato: troviamo Tainy, El Guincho, Michael Uzowuru, Sky Rompiendo, ma soprattutto i Neptunes con Pharrell e Chad Hugo.
Ma non è solo questo a discostare il precedente album da "Motomami": la provocazione diventa parte dell'idea album, a tal punto da aver tratto in inganno anche il pubblico prima dell'uscita di "Motomami". La giovane 29enne aveva infatti spoilerato su TikTok il testo di "Hentai", un chiaro riferimento alla letteratura fumettistica di stampo pornografico orientale, in cui Rosalía utilizza quel metalinguaggio "spanglish" a tratti con immagini volgari più che sensuali. Il legame al linguaggio urban utilizzato dall'universo rap femminile USA sembrava scontato, e invece il brano risulta tutt'altro che prevedibile. Il contrasto tra la produzione, un tappeto musicale da preghiera e il testo ultraspinto, fanno di "Hentai" uno degli episodi più singolari del progetto. Ma non mancano le origini spagnole: "Bulerìa" è l'unica canzone di flamenco del progetto, ma anche quella non arriva a essere un tributo alla propria terra, anzi. Rosalìa decide di rendere omaggio a Lil Kim, a Tego e M.I.A, gli artisti che l'hanno introdotta al mondo della musica.
Non mancano episodi più leggeri come "Chicken Teriyaki", scritto in collaborazione con il suo partner Rauw Alejandro e "Bizcochito": il secondo brano è un inno femminista in cui la cantante gioca sul concetto di comparazione tra donna come dessert dell'uomo. Nella canzone afferma di non voler essere il biscotto di nessun uomo, di scegliere da quando è nato di essere una persona indipendente. In questo filone arriva anche "Delirio de grandeza", dove campiona la traccia del 2009 del rapper Soulja Boy "Delirious" con le Vistoso Bosses. Il brano è un forte rimando alla sua figura ambiziosa, che esplicita il gioco di potere rovesciato tra uomo e donna, in cui fa impazzire il proprio partner al cellulare. Arriva anche il momento di "Candy", dove si osserva in maniera assoluta la mano dei Neptunes, in particolare di Pharrell, ma anche l'osservazione sulla definizione del proprio lavoro di Rosalía, che sceglie di campionare "Archangel" di Burial. Il ritornello è un tributo velato, in cui l'aspetto lugubre della produzione si scontra con l'aurea candida della sua voce, in un racconto su un amore perso.
Ma Rosalia è anche un'artista capace di richiamare l'ordine cronologico dell'alfabeto per comporre il testo del brano "Abcdefg", dove per ogni lettera, associa una propria affermazione, un proprio concetto. Nell'ultima parte del disco, c'è anche la sorpresa e il senso di restituzione nell'affermazione del proprio successo: infatti arriva il secondo featuring dell'album. A sorprendere è l'artista: si tratta della rapper dominica Tokischa. Anche lei entrata a far parte della schiera d'artisti della manager di Rosalía, Rebeca León, Tokischa è la protagonista di "La Combi Versace". La collaborazione tra le due artiste richiama anche alle polemiche degli anni precedenti lanciate proprio a entrambe per alcuni contenuti, ritenuti troppo "hot" per i social, con cui entrambe le artiste hanno dovuto combattere. A chiudere il progetto c'è "Sakura": il titolo che fa riferimento al fiore di ciliegio, diventa la metafora perfetta per la descrizione del successo. Nel brano, Rosalía canta di quando potrebbe appassire questo fiore, metafora della sua fama, e di quando si volterà indietro, per guardare il suo raccolto. Precisa il suo pensiero sul "non aver niente da perdere" come mood operandi del proprio percorso artistico, una confessione che forse non rispecchierà pienamente la verità, ma descrive pienamente lo spirito produttivo dell'album in testa alla classifica Spotify.