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Il significato di Povera Patria, la canzone di Franco Battiato sulla malapolitica

Alla vigilia di uno degli scandali che hanno tolto il velo sulla malapolitica, come Mani Pulite nel 1992, Franco Battiato pubblica una canzone di denuncia sociale: “Povera Patria”. Un brano che fotografa il disinteresse verso i cittadini della classe politica, nella speranza di un futuro migliore.
A cura di Vincenzo Nasto
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Una denuncia pubblica alla politica, un urlo che gli valse la Targa Tenco e il premio come miglior disco dell'anno nel 1992: è "Povera Patria" di Franco Battiato, una descrizione quanto mai cruda del periodo storico affrontato dallo stato italiano, una ribellione che fotografa l'assenza di una classe dirigente in grado di garantire lo sviluppo del paese. Le parole del cantautore si scagliano con eleganza, sottolineando l'abuso di potere, con metafore come "Nel fango affonda lo stivale dei maiali". Un brano in grado di riportare alla luce un impegno socio-politico del cantautore siciliano.

Il significato di Povera Patria

Uno dei pezzi che potrebbe descrivere meglio la ciclicità dell'impegno politico degli artisti, con linguaggi diversi. Questa volta parliamo di Franco Battiato e della sua "Povera Patria", brano pubblicato nel 1991, estratto dall'album "Come un cammello in una grondaia" (che dà anche il nome a una raccolta del 2010). Un progetto in grado di restituire una fotografia della realtà politica del passato, senza rimanerci. Un brano di denuncia che utilizza anche delle affermazioni forti, come "Schiacciata dagli abusi del potere, di gente infame, che non sa cos'è il pudore" o "Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni", segno di una distanza anche tra la politica e le persone che rappresentavano. L'utilizzo della violenza, del sopruso sulla povera gente, può essere rivisto in "Nel fango affonda lo stivale dei maiali, me ne vergogno un poco e mi fa male, vedere un uomo come un animale". Ma anche Battiato sperava in un futuro migliore, dove "non si parli più di dittature", anche se la primavera di quei giorni "intanto tarda ad arrivare". Un brano che viene premiato con la Targa Tenco come miglior brano dell'anno, vendendo oltre 250mila copie: più tardi verrà nominato anche il miglior disco dell'anno 1992, tramite un referendum promosso dalla rivista "Musica e Dischi".

Il testo di Povera Patria

Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos'è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene

Tra i governanti
Quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese devastato dal dolore
Ma non vi danno un po' di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?

Non cambierà, non cambierà
No cambierà, forse cambierà

Ma come scusare
Le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali
Me ne vergogno un poco e mi fa male
Vedere un uomo come un animale
Non cambierà, non cambierà
Sì che cambierà, vedrai che cambierà

Si può sperare
Che il mondo torni a quote più normali
Che possa contemplare il cielo e i fiori
Che non si parli più di dittature
Se avremo ancora un po' da vivere
La primavera intanto tarda ad arrivare

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