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Il significato di “Fateme cantà”, il ritorno di Ultimo che si sente in colpa pe’ sto sporco successo

Si chiama “Fateme cantà” la prima canzone in romanesco di Ultimo, il cantante romano secondo classificato all’ultimo Festival di Sanremo 2019, sul cui palco ha portato la canzone “I tuoi particolari”. Il nuovo singolo è “una canzone in dialetto romano a difesa degli ultimi contro il potere” dice lo stesso cantante e fa parte del suo prossimo album “Colpa delle favole”.
A cura di Redazione Music
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Ultimo al Festival di Sanremo (LaPresse)
Ultimo al Festival di Sanremo (LaPresse)

Finito il festival di Sanremo Ultimo torna con "Fateme cantà" un nuovo singolo tratto dal suo prossimo album “Colpa delle favole”, in uscita il 5 aprile, che segue di un anno il precedente "Peter Pan", album da oltre un anno in classifica e lavoro che ha dato al cantante romano una popolarità incredibile che si è tramutata in continue posizioni alte in classifica e una serie di live completamente sold out, compresi quelli che palazzetti che partirà proprio ad aprile. È stato ed è un periodo particolare per il cantante, partito come vincitore annunciato del Festival di Sanremo sul cui palco aveva portato la canzone "I tuoi particolari" e pian piano scivolato al secondo, dietro Mahmood e la sua "Soldi", fino a un incidente di percorso, forse di gestione o forse nessun incidente, ma la volontà di sfogare la frustrazione di una "sconfitta", ovvero quella ormai famosa conferenza stampa in cui ha accusato i giornalisti di aver ribaltato il voto popolare.

Di cosa parla "Fateme cantà"

Sono stati giorni strani, anche per chi lo guardava da fuori, con qualche storia su Instagram, qualche tweet in cui lanciava proprio questo singolo che lui stesso descrive come "una canzone in dialetto romano a difesa degli ultimi contro il potere". "Fateme cantà" è la prima canzone in dialetto romano che Ultimo presenta e che nella nota stampa che l'accompagna viene definita "un vero e proprio manifesto del suo cantautorato". In effetti la canzone si inserisce nella tradizione romanesca, fin da quell'intro che recita (con un parlato) "Che giornata, che giornata, so distrutto eh, so distrutto. Cameriè portame er vino", ed è una canzone che parla di questo improvviso successo che ha avuto e degli effetti della popolarità ("me sento anche un po’ innervosito da sta gente che me chiede na foto") di questa enorme sovraesposizione ("Sto a impazzì appresso a troppe esigenze, c’ho bisogno all’appello, de dì che so assente"), rivendicando le sue origini popolari ("Fateme cantà che a ste cene co' questi in cravatta parlo a gesti, nun so la loro lingua", fino al ritornello che riassume un po' tutto: "Io che quasi me ce sento in colpa de ave’ avuto sto sporco successo".

Il tour nei Palazzetti e lo Stadio Olimpico

Subito dopo l'uscita del nuovo album, il cantante romano partirà prima per il “Colpa delle favole tour” che lo vedrà impegnato in 18 palazzetti italiani, a cui da poco ha aggiunto una data zero   giovedì 25 aprile 2019 al Palasport di Vigevano che farà da lungo apripista al concerto che terrà allo Stadio Olimpico, il 4 luglio 2019 e che vedrà la data zero il 29 giugno 2019 allo Stadio Teghil diLignano Sabbiadoro (UD).

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