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Il ritorno di Niccolò Fabi: “La ricetta della felicità? Impegno e condivisione” (ESCLUSIVA)

Fanpage ha incontrato il cantautore romano alla Fnac di Napoli in occasione della presentazione di “Ecco”, album in cui trovano posto ricordi di viaggio e d’infanzia, tic ed esasperazioni della società contemporanea, il folk e il rock: “In Italia le buone idee non mancano, per realizzarle serve la prima persona plurale”.
A cura di Maura Corrado
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Preferisco suonare più che parlare. E’ difficile offrire una sola chiave di lettura dei miei brani, di solito ci provo con i titoli. ‘Ecco’ significa che il disco lo abbiamo fatto concretamente, una cosa non tanto scontata di questi tempi: per un musicista è sempre più difficile trovare spazi ed opportunità. Mi sento un privilegiato. Da un lato sono rimasto fedele alla tradizione cantautorale italiana, dall’altro non ho voluto rinunciare a un po’ di ‘delirio’ musicale fatto di ricerca dei suoni e contaminazioni”. Così Niccolò Fabi ha presentato il suo settimo album – intitolato per l’appunto “Ecco” – al megastore Fnac di Napoli (l’artista ha aderito alla campagna #SalviamoFnac e anche ieri ha ribadito la sua solidarietà ai dipendenti che rischiano il posto) rispondendo alle domande del critico musicale Alfredo D’Agnese, prima dello showcase con Roberto Angelini e Pier Cortese.

Il suo ritorno era tra i più attesi della nuova stagione discografica – all’incontro di ieri erano presenti centinaia di fan – e tanta attesa (a tre anni di distanza da “Solo un uomo”) è stata ben ripagata: in “Ecco” c’è spazio per la nostalgia per un mondo “vintage” che non c’è più (le fionde di legno, il nero del vinile, le vasche da bagno lasciate nei campi per far bere gli animali), per i tic e le esasperazioni della società moderna (l’egomania in “Io” e la ricerca, in “Indipendente”, di una libertà così estrema da somigliare all’alienazione), per i ricordi di viaggio legati a progetti di solidarietà con la onlus “Medici con l’Africa” (“Sedici modi di dire verde”) e per la denuncia politica (“Orfano di partecipazione e di una legge che assomiglia all'uguaglianza / Di una democrazia che non sia un paravento/ Di onore e dignità, misura e sobrietà/ E di una terra che è soltanto calpestata/ Comprata, sfruttata, usata e poi svilita/ Orfano di una casa, di un'Italia che è sparita” è uno dei passaggi più intensi di “Una buona idea”). “E’ evidente che abbiamo perso la bussola – ha aggiunto Niccolò –. Oltre una certa soglia la felicità ha sempre bisogno degli altri, di un impegno collettivo. La felicità è reale solo se condivisa”.

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