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Il rapper MoneySign Suede è stato ucciso a coltellate in una prigione della California

Il rapper MoneySign Suede, 22 anni, è stato ucciso a coltellate nel carcere di Soledad in California: l’uomo era detenuto per possesso illegale di armi da fuoco.
A cura di Vincenzo Nasto
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MoneySign Suede, foto di Instagram Account
MoneySign Suede, foto di Instagram Account

Jaime Brugada Valdez, il vero nome del rapper americano di origini messicane MoneySign Suede, è stato ucciso nelle ultime ore a Soledad, in California. L'uomo, detenuto in carcere da mesi con l'accusa di possesso di armi da fuoco nella contea di Riverside, in California, è stato trovato senza vita nelle docce della prigione, come riporta TMZ. Sarebbero state trovate ferite da lama sul suo collo e nella sua schiena, con le indagini che cercano di risalire agli esecutori dell'omicidio. Il cantante avrebbe dovuto rimanere per altri 32 mesi nel centro di detenzione, mentre nel frattempo alcuni suoi singoli stavano raggiungendo la fama nazionale, come il suo ultimo Ep omonimo, pubblicato nel 2022.

MoneySign Suede aveva già avuto trascorsi burrascosi con la giustizia. Tra il 2020 e il 2021, il cantante aveva dovuto scontare una pena di 10 mesi in un centro detentivo della California per possesso illegale di arma da fuoco: nel frattempo, la sua carriera stava spiccando il volo, con i primi singoli pubblicati Poppin' e Came a long way. Un trascorso, anche quello musicale, che aveva già vissuto negli anni adolescenziali un periodo d'oro, quando Jaime Brugada Valdez aveva firmato un contratto con la Atlantic Records: c'era voluto però Back to bag, il suo brano più celebre con oltre 5 milioni di stream su Spotify per esplodere. La fama tra il 2020 e il 2021 lo porta però alla prima condanna, che peserà anche sulla durata della sua futura permanenza in carcere.

Infatti, alla fine del primo periodo, ricomincerà a pubblicare frequentemente: sei singoli, tra cui il più famoso I'm back fanno parte dell'Ep MoneySign Suede e sono il preludio a quello che sarà il suo primo, e ultimo, album ufficiale, ovvero Parkside Baby, seguito negli ultimi mesi dell'anno da Parkside Santa. Le uscite musicali non sembrano decollare e arriva anche la violazione della libertà condizionale per la precedente condanna, che affossa la sua difesa contro le due accuse di possesso di armi da fuoco nella contea di Riverside, in California. Il ragazzo, cresciuto da genitori immigrati messicani nella zona di Huntington Park a Los Angeles, riceve una condanna finale di 32 mesi, da scontare nell'istituto di detenzione di Soledad, nella contea di Monterey. Come riporta il Los Angeles Times, già nelle settimane precedenti, il rapper aveva ricevuto delle minacce, ma non gli erano state accordate misure di sicurezza maggiore.

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