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Il primo disco di Conchita Wurst: “Vorrei capire perché Putin nega i diritti civili”

Ha vinto l’Eurovision Song Contest nel 2014 dividendo il mondo a causa della sua barba, e in quest’ultimo anno è diventata un simbolo per la lotta per i diritti civili, ospite anche delle Nazioni Unite. Conchita Wurst ha raccontato a Fanpage.it i cambiamenti, il successo, le critiche e l’incontro con Ban Ki Moon.
A cura di Francesco Raiola
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È da poco uscita con la sua autobiografia e il suo album d'esordio ‘Conchita‘, a un anno esatto dalla vittoria dell'Eurovision Song Contest che quest'anno ha potuto anche co-condurre. Vive un momento d'oro Conchita Wurst, che nel 2014 è diventata prima un caso, poi un simbolo, grazie a quella barba e quei capelli lunghi che adornavano il visto dell'alter ego di Thomas “Tom” Neuwirth, vero nome della cantante. Una drag queen che fece arrabbiare i Paesi dell'Est più conservatori da una parte e sognare i difensori dei diritti civili dall'altra, che videro in lei la portavoce ideale delle loro battaglie. E Conchita non si è affatto sottratta a quel ruolo che l'ha portata in giro per il mondo a difendere le istanze della comunità LGBT, chiamata addirittura da Ban Ki Moon alle Nazioni Unite

Ho incontrato Ban Ki Moon ed è stato fantastico perché penso che sia la persona più importante per quel che riguarda certi temi come quello dei diritti civili – ha dichiarato ai microfoni di Fanpage.it – e il fatto che lui volesse incontrare me è stato incredibile. Ho anche pensato che ci fosse un errore.

Eurovision 2014: vittoria che le ha cambiato la vita

Insomma, la vita le è cambiata completamente dopo la vittoria della manifestazione canora – che ha portato a casa con il brano ‘Rise Like A Phoenix' -, al punto da potersi permettere un'autobiografia a soli 26 anni. La sua è stata una vita senza enormi aspettative ("perché è molto facile rimanerci male e odio quella sensazione"), ma questo non significa che Conchita non abbia voluto fortemente il successo che è riuscita a ottenere:

Sono stata benissimo dopo la vittoria all'Eurovision, ma anche prima mi sono divertita molto. Dopo quella vittoria, però, la mia vita è completamente cambiata e sto vivendo un momento incredibile (…). Ho sempre creduto in quello che ho fatto e anche quando ho iniziato sapevo che questa era la strada da prendere, che volevo intrattenere le persone così ho lavorato per diventare una cantante professionista.

La battaglia per i diritti civili

Una delle sue battaglie a distanza è extramusicale ed è con Putin, il leader russo che lo scorso anno ha dato il la a una legge oppressiva nei confronti di alcuni diritti civili e proprio la Russia si oppose alla sua presenza all'Eurovision, lo scorso anno, con ripercussioni critiche per la sua cantante quest'anno. Ma Putin è solo uno di quelli con cui vorrebbe avere un confronto: quello che l'affascina, dice, è il potere o, meglio, cosa comporti avere tanto potere

Mi piacerebbe davvero poter parlare con Putin e capire perché ha fatto determinate scelte che non erano necessarie e mi piacerebbe capire cosa significa essere Vladimir Putin. Allo stesso modo vorrei anche incontrare il Papa, Barack Obama, Angela Merkel e vorrei imparare da loro cosa comporti avere tanto potere ed essere persone così rilevanti.

"Delle critiche non me ne importa"

E le critiche, invece, come le prende? Semplicemente non se ne cura e ringrazia chi perde il tempo a pensare a lei in quel modo:

Quando si parla di critiche negative riguardo la mia persona, semplicemente non mi importa, ma sento il bisogno di ringraziarli per il tempo che passano a pensarmi. Grazie per questo, ma non cambierò il modo in cui sono, così come io non voglio cambiare gli altri, ma dobbiamo imparare solo che abbiamo opinioni diverse e dobbiamo rispettarci.

Servizio: Simone Giancristofaro.

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