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I Maneskin sui giornali esteri: per l’Atlantic non salveranno il rock ma la media voto è sopra al 7

Rolling Stone, Billboard, Nme, The Guardian, Kerrang. Tutti apprezzano il rock della band italiana contemporanea più conosciuta e ascoltata al mondo. Atlantic li stronca in un articolo, ma è una voce fuori dal coro.
A cura di Cristina Somma
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I Maneskin a Cannes (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
I Maneskin a Cannes (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

"Questa è la band che dovrebbe salvare il rock & roll?", così Atlantic ha titolato l'articolo che ha stroncato Rush!, il nuovo disco dei Maneskin! Tra le prime recensioni uscite negli Stati Uniti, prima ancora della pubblicazione effettiva del disco, quella di Atlantic non lasciava ben sperare nella riconferma del successo della band italiana a livello internazionale. Oggi l'album è su tutte le piattaforme e proliferano nuove recensioni pubblicate su tutte le testate musicali di maggiore rilevanza globale. La banalità di cui parlava Atlantic, nelle nuove recensioni, non è emersa. Hanno ottenuto buoni consensi, riaffermandosi come una delle principali rock band di rilevanza mondiale contemporanea. La ricetta del loro successo, secondo i critici, sarebbe il mix di glam, influenze pop-rock internazionali, determinazione e tanto entusiasmo.

Secondo il The Guardian dal nuovo album del Maneskin, il primo con testi principalmente in inglese, emerge l'abilità del loro sound. "Precedentemente – scrive il quotidiano britannico – il gruppo si rifaceva ai Red Hot Chili Peppers, ma in Rush! l'unico brano che li ricorda è La Fine, che è la traccia peggiore del disco". Secondo Billboard la release presenta stati d'animo e atmosfere abbastanza diverse, mostrando il suo valore più nella sua interezza che nei singoli. In generale i siti che calcolano la media delle recensioni internazionali dei siti musicali li danno sopra al 7 su 10.

"Read You Diary – scrive il Guardian – è caratterizzato da una batteria glam, ma ricorda più il pop anni '00 di Katy Perry e Britney Spears che l'opera degli Slade o degli Sweet". Tra i produttori che hanno collaborato alla realizzazione del disco, come sottolinea Nme, effettivamente c'è anche Max Martin, produttore di Tatlor Swift e Katy Perry, ma non solo. Oltre lui, hanno collaborato alla creazione delle 17 tracce anche molti altri produttori importanti. La band però, secondo alcune recensioni, sarebbe glam più nell'estetica che nella musica, perché dalle sonorità emergono molte influenze ispirate al rock.

"Non è facile – prosegue il Guardian – etichettare gli artisti che hanno influenzato la musica del quartetto che dall'esterno pare orientato verso l'hard rock: chitarre distorte, la stridente apparizione di Tom Morello dei Rage Against the Machine in Gossip e il basso di Gasoline sono abbastanza hard da riservare loro un posto sulle pagine di Kerrang!". Quest'ultimo ha infatti promosso la band a pieni voti con un 4 su 5. Il Guardian prosegue spiegando che "la ritmica four-to-the-floor di Gasoline e le sue dinamiche sembrano essere influenzate dalla musica dance mainstream", un aspetto particolarmente pronunciato anche nelle ballate Timezone e in If Not for You. "Risultano importanti per la riuscita di questo ultimo disco – secondo il quotidiano britannico – anche l'influenza dei Killers e i Franz Ferdinand", due band che i Måneskin hanno coverizzato ai tempi in cui cercavano ancora di impressionare i giudici di X Factor.

Maneskin (Giorgio Perottino/Getty Image)
Maneskin (Giorgio Perottino/Getty Image)

Rolling Stone racconta che il mondo dei Maneskin, come descritto nei loro brani, è "un baccanale malvagio dopo l'altro, dove l'erba, la birra, la cocaina e le ‘ragazze sexy' sono tutte facilmente disponibili". Scalando la vetta del successo e raggiungendo la fama internazionale, secondo Rolling Stone, i Maneskin hanno vinto la battaglia per il loro diritto a festeggiare: con la loro crescente fama, la moda e il senso del trucco da passerella, un chitarrista (Thomas Raggi) che ogni tanto suona degli assoli veri, sembrano l'unica vera rock band capace di raggiungere livelli alti di successo. "La band italiana – scrive Rolling Stone – fa rivivere l'arte da tempo scomparsa di una nuova new-wave, con momenti anche d'ironia come nella beffarda Kool Kids e Bla Bla Bla".

La voce semi-parlata e l'incessante ritmica di Bla Bla Bla secondo il Guardian sembrano fatte della stessa stoffa di Mr Brightside dei Killers, anche se senza il riconoscibile ritornello di quella canzone. "Il fantasma di Alex Kapranos (leader dei Franz Ferdinand, ndr) – prosegue – nel frattempo, sembra annidarsi ovunque: nei riff staccati di Don't Wanna Sleep e Feel, nella chitarra angolare e graffiante di Mammamia e nel frequente ricorso alla batteria post-punk da discoteca dell'album, come nella frenetica Mark Chapman, che non ha nulla da invidiare alla hit di Franz del 2004 Michael".

Secondo Rolling Stone, in conclusione, in un panorama dominato da tutto tranne che dal rock, i Måneskin sanno di dover spingere il più possibile, ma così facendo, riescono solo a confermare quanto il rock & roll debba lavorare duramente al giorno d'oggi per essere notato. Un'impresa che pare impossibile, ma non per la loro leggerezza e determinazione. Il Guardian ritiene che anche se il loro entusiasmo qualche volta "sconfina in una stucchevole smania di compiacere (Supermodel è un po' troppo disperato per ricordare agli ascoltatori Smells Like Teen Spirit), più spesso è contagioso". I ragazzi si divertono suonando e si vede. Fanno di questo il loro punto forte che farà ancora per un po' parlare di loro.

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