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I fan dei BTS raccolgono 350 mila dollari per Park Ji-min, ma il social cinese blocca la raccolta

Nelle ultime ore, la piattaforma social cinese Weibo, ha bloccato una raccolta fondi e sospeso uno dei più grandi account fanbase dei BTS più seguiti, con oltre un milione di followers. La campagna, che aveva raccolto oltre 360mila dollari in un’ora per affiggere le immagini del membro Park Ji-min all’esterno di un aere per il suo compleanno, è stato bannato per oltre 60 giorni.
A cura di Vincenzo Nasto
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Un colpo duro alle fanbase dei BTS è arrivato nelle ultime ore, con il social cinese Weibo che ha bloccato una raccolta fondi, ritenuta illegale dagli amministratori, di uno degli account con più follower, oltre un milione. La campagna avrebbe dovuto sostenere le spese per il 26esimo compleanno di Park Ji-min, uno dei membri della band, il prossimo 13 ottobre: per l'occasione i fan avevano deciso di ricoprire la fusoliera di un charter privato con le immagini del cantante, ma non solo. Il finanziamento sarebbe servito anche per acquistare pagine del New York Times per una dedica speciale a Park Ji-min. Le autorità affermano che i suoi fan cinesi avrebbero raccolto più di 360mila dollari nelle prime ore dalla pubblicazione del link crowdfunding, una trovata che si scontra ampiamente con la nuova agenda radicale del presidente Xi Jinping per ripulire gli aspetti dell'industria dell'intrattenimento in Cina. Weibo ha così deciso di bloccare la raccolta fondi e vietare la pubblicazione sulla pagina per 60 giorni, riuscendo poi nelle successive ore a bloccare altri 21 account fanbase K-Pop, che non si rivolgevano solo ai BTS, ma anche al gruppo femminile Blackpink e gli EXO, una band rivoluzionaria per aver ammesso tra i componenti anche membri cinesi.

La nuova agenda politica cinese e la sospensione dell'account

Oltre 360mila dollari in poco più di un'ora, con una campagna fondi destinata a raccogliere una cifra ben superiore: è ciò che si son trovati davanti gli amministratori di Weibo, la piattaforma social cinese, quando hanno osservato lo spostamento di fondi su uno degli account fanbase dei BTS più grandi. Un comportamento definito scorretto dalla piattaforma, che ha costretto Weibo, seguendo anche la nuova agenda del presidente cinese Xi Jinping, a bloccare la raccolta fondi e a vietare la pubblicazione sulla pagina per almeno 60 giorni. I fondi sarebbero stati destinati alla costruzione di una gigantografia di un membro della band, Park Ji-min, all'esterno di un charter privato, in occasione del 26esimo compleanno della popstar il prossimo 13 ottobre. Una mossa che nel frattempo non si è fermata solo ai Bts, perché sono stati sequestrati oltre 21 account fanbase delle Blackpink, ma anche degli EXO. Una mossa che l'azienda ha giustificato affermando di ritenere adatta una supervisione più rigorosa delle fanbase, anche per rendere l'atmosfera online più inclusiva e controllata, una modifica che supporterebbe il messaggio lanciato lo scorso giovedì dal governo, di rettificare il comportamento illegale e immorale sia delle celebrità che dei fan delle stesse.

La capacità organizzativa e lo scherzo a Donald Trump

Per chi non conoscesse il seguito delle fanbase K-Pop, si potrebbe ricordare la loro abilità organizzativa attraverso cartelloni pubblicitari, schermi giganti a LED nei giorni che precedono il compleanno di un membro della band. Un episodio che ha interessato l'intera politica americana, però, è stato quello fatto durante le passate elezioni presidenziali americane, ovvero lo scherzo all'ex presidente e candidato repubblicano Donald J. Trump nel rally in Oklahoma, tra i più nefasti della campagna dopo che gli attivisti avevano acquistato biglietti, che poi non sarebbero stati utilizzati. Un'atmosfera molto agitata che nelle parole del presidente Xi Jinping non è più sopportabile e deve ritornare sotto controllo: a questo si aggiunge la richiesta da parte della politica di vietare le trasmissioni di celebrità volgari di Internet e uomini dall'aspetto femminile.

I BTS accusati di essere un gruppo anti-cinese

I BTS, nel frattempo, stanno affrontando un'azione nei loro confronti, seppur minima rispetto al numero dei fan, da parte dei supporter cinesi, per una dichiarazione da parte del loro leader lo scorso anno, Kim Nam-joon in arte RM (Rap Monster). Il frontman, in occasione di una cerimonia per commemorare la guerra di Corea, parlò della sofferenza condivisa da americani e coreani durante la battaglia, non facendo riferimento alle perdite cinesi. Queste dichiarazioni, oltre ad aprire uno sconfinato campo di battaglia sui social, portò anche una grande censura da parte dei marchi multinazionali in collaborazione con i BTS sui loro siti web e account social cinesi. Da allora una parte della popolazione ha definito il gruppo "anti-cinese".

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