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Dentro la fanbase italiana dei BTS: “Non è solo musica per ragazzine, uniscono le famiglie”

A poche ore dall’uscita di Butter, le fanbase italiane dei Bts raccontano l’evoluzione del seguito in Italia e cercano di cambiare la narrazione della stampa sul tipico fan del K-Pop. Dalla viralità dei brani al seguito da tutte le zone d’Italia, due admin delle community più grandi in Italia raccontano anche come la musica dei Bts abbia unito alcune famiglie.
A cura di Vincenzo Nasto
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A poche ore dall'uscita di "Butter", il nuovo singolo del gruppo K-Pop Bts, Twitter e Youtube sono già stati presi d'assalto dai milioni di fan della band, che solo pochi giorni fa avevano permesso al teaser del brano di raggiungere gli oltre 30 milioni di visualizzazioni su Youtube in poco meno di 24 ore. Un pubblico omogeneo, al contrario di quanto venga sempre indicato, che ha trovato radici anche in Italia. Un movimento, che come spiegato dagli admin di due delle più grandi community dei Bts in Italia "non è solo formato da ragazzine, ma è molto più omogeneo di quanto si pensi. Questa musica riesce a unire famiglie che magari trovano nei Bts un interesse comune tra genitori e figli, nonni e nipoti". Abbiamo parlato con Asmaa El Haloui, 23 anni di Torino, una delle admin della pagina Facebook "Bts Army Italia" e Alexandra Korda, 18enne di Firenze che invece cura, insieme ad altri 19 admin, la pagina Instagram "Italianarmyfamily", una community di oltre 60mila persone.

L'impatto in Italia

Sono ancora poche le certificazioni in Italia del gruppo K-pop in Italia, dall'oro dell'album "Map of the soul: 7″, a quello di "Be", l'ultimo album ufficiale: l'unico platino raggiunto dal gruppo in Italia è stato attraverso il successo globale "Dynamite", che secondo le due admin è stata una chiave di volta per il mercato prima americano, e poi europeo, ma non la spinta iniziale del processo: secondo Asmaa "Questa cosa, almeno secondo me è partita molto prima. Ha ovviamente avuto uno degli apici sicuramente con ‘Dynamite', ma penso sia tutto cominciato quando hanno vinto nel 2017 il premio Top Social Artist di Billboard".

Il primo incontro

Ma il primo contatto con la realtà coreana, almeno per le due admin, parte da lontano, dai video su Youtube della band ai primi gruppi su Facebook dei Bts, un'occasione per incontrarsi e per esprimere la propria passione: "Abbiamo pensato che volendo raggiungere più persone, da diverse zone d'Italia, sarebbe stato carino costruire una nuova fanbase. Un giorno, in questo gruppo Bts Italia, ho conosciuto questa ragazza, Fabiana di Roma, ci siamo messe a parlare del gruppo e delle canzoni che ci piacciono. Dopo un po' mi ha proposto di costruire una community. Quindi dopo esserci messe d'accordo, abbiamo scelto che per ogni singolo membro ci doveva essere una persona che lo seguisse. Nel K-pop il membro favorito si chiama bias, per ogni membro abbiamo cercato una persona che lo avesse come bias, e poi un gruppo generale che li coordinasse tutti".

L'organizzazione della community e i raduni

Ciò che rapisce è l'organizzazione con cui questi gruppi vengono gestiti, dalla scelta del team che gestisce le varie pagine, all'organizzazione di eventi fisici, come afferma Alexandra: "Quando ho richiesto di entrare nella pagina, inizialmente da traduttrice, ho dovuto rispondere a dei moduli, percepivo un'attitudine molto professionale. Siamo in 20 quasi a gestire adesso tutta la community, di oltre 60mila persone, dagli aggiornamenti quotidiani su Twitter e Instagram, agli incontri fisici. Veniamo da diverse zone dell'Italia, ma siamo molto uniti. Stiamo preparando, sempre nel rispetto delle misure Covid-19, incontri fisici per l'ottavo anniversario della formazione del gruppo, dei raduni che si dovrebbero avere, per adesso in tre luoghi: Bologna, Volterra e Napoli. In passato, sia negli incontri fisici, sia nella community web mi son passate davanti persone di 40/50 anni, questo vuol dire che il pubblico è omogeneo, non come riporta la stampa italiana".

Le critiche alla stampa italiana

Un tasto dolente, quello della narrazione sulla fanbase dei Bts, che anche Asmaa condivide: "Una cosa che vedo spesso, soprattutto quando si discute di boyband, quindi non solo di Bts, è che si fa riferimento a un pubblico solo di ragazzine, una descrizione davvero degradante. La cosa principale da capire è che il fandom italiano è costituito da gente di tutta l'età, dal ragazzino di 13 anni alla ragazza di 20, ma anche adulti di 40 o 50 anni, che magari vengono trascinati dal mondo dai figli o dai nipoti. Questo ha connesso tante famiglie, che prima magari non avevano qualcosa da condividere, e i Bts hanno creato questa connessione".

L'evoluzione sonora dei Bts

Ma i tempi sono maturi per l'esplosione, secondo le admin, che vedono nel futuro prossimo un margine di avvicinamento del pubblico italiano a questa cultura musicale, alla musica K-Pop. Se per Alexandra, l'obiettivo principale è combattere lo stereotipo e l'ignoranza italiana nella comprensione di ciò che è diverso, anche attraverso i traguardi raggiunti dai Bts nel mercato americano, Asmaa crede che il processo sia cominciato già anni fa, come si può osservare anche nel modo in cui il gruppo si è aperto a nuove sonorità: "Basta vedere anche a livello sonoro quanto si siano spinti verso il pop europeo, verso la musica latin, verso il punk rock in alcuni casi. Questa sicuramente è stata una mossa di marketing da parte loro, per arrivare a un pubblico più omogeneo. Ma essendo molto curiosi, cercano di sperimentare suoni nuovi. È inutile dire quanto sia gratificante il fatto che producono e scrivono da soli la propria musica, senza influenze esterne, senza che qualcuno gli dica cosa devono fare o meno".

I Comeback e gli Streamparty

Per influenzare la crescita del movimento Bts in Italia, anche attraverso le certificazioni Fimi, le fanbase si organizzano in due azioni molto precise: i comeback e gli streamparty. Se la prima avviene quando il gruppo decide di tornare con nuova musica e un nuovo aspetto, gli streamparty diventano l'interazione che riesce a far interagire tutta la community, anche attraverso giochi, come racconta Asmaa: "Purtroppo, in Italia capita anche a molti altri artisti stranieri, raggiungere determinati traguardi è molto difficile. Noi cerchiamo di buttare il cuore oltre l'ostacolo, creando delle prove inconfutabili che ciò che fanno è apprezzato. Le regole sullo streaming le abbiamo imparate nel tempo, attraverso prove ed errori: tutto per arrivare al risultato migliore possibile. Vorrei che questo non venisse tradotto come un obbligo o una pressione, a noi piace veramente ciò che facciamo. La prova sono gli Stream Party. Cerchiamo di organizzare dei giochi che possano intrattenere, possano far divertire tutti mentre ascoltiamo le canzoni. Questo è anche un modo per interagire, per conoscerci e per stare tutti assieme".

Le donazioni

Un altro dei motivi di incontro della community sono le donazioni, che avvengono in modalità e date precise, che corrispondono alle date di nascita dei membri del gruppo: "Di solito, nel giorno del compleanno di uno dei membri della band, organizziamo delle raccolte fondi per aiutare delle associazioni, come ospedali e centri di accoglienza. Diciamo che cerchiamo di imitare i membri, che fanno delle grandi donazioni nel giorno del loro compleanno".

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