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Georgia Taglietti: un pezzo d’Italia nel successo del Sónar Festival

Parte tra pochi giorni il Sónar Festival 2014 il Festival internazionale di musica d’avanguardia e new art media, che si terrà a Barcellona dal 12 al 14 giugno e che parla anche italiano. A curare la comunicazione e i rapporti coi media internazionali è Georgia Taglietti che ci ha spiegato come è nato e si è evoluto il festival.
A cura di Francesco Raiola
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Partire da Brescia e ritrovarsi a capo della comunicazione internazionale di uno dei festival europei più importanti. Un pezzo importante di Sónar – il Festival internazionale di musica d'avanguardia e new art media, che si terrà a Barcellona dal 12 al 14 giugno e vedrà alternarsi sui pachi spagnoli alcuni tra i nomi più importanti della musica elettronica internazionale – infatti parla italiano. E non è un pezzo ininfluente, bensì la persona che cura la comunicazione, i rapporti coi media internazionali e la sezione PR del festival sin quasi dall'inizio di quell'avventura partita 21 anni fa puntando su un campo, quello dell'elettronica e dei nuovi media, che è cresciuto nel tempo, intessendosi nella cultura del XXI secolo e facendo sì che quell'idea si tramutasse in una delle esperienze musicali più importanti di queste latitudini.

"Vengo da Brescia e avevo deciso di studiare a Barcellona dove ho fatto pubblicità e giornalismo, dopo sono stata parte di vari studi grafici e di design e [gli organizzatori del Sónar] mi hanno preso un giorno, nel '95, per fare l'impostazione del catalogo del festival e da allora è stato un innamoramento rapido con i capi, con la manifestazione e l'evento. L'anno dopo mi hanno chisto di rimanere con loro, ho lavorato come freelance per alcuni anni e in seguito sono stata integrata nella composizione dell'ufficio" racconta Georgia Taglietti, che quell'esperienza l'ha praticamente vista nascere, dopo aver curato eventi del genere anche nel nostro paese. La cultura del clubbing, che l'aveva cresciuta, non l'ha voluta abbandonare, anzi, e ne ha fatto un lavoro, arrivando al punto in cui è ora. Ma la partenza, come sempre avviene quando si decide di puntare su passioni che non sono ancora parte integrante del cosiddetto mainstream, non è stata facile, ma piangersi addosso non serve mai: "Non è vero che non ci capivano – chiarisce la Taglietti -, era una cosa molto di nicchia e il salto dalla nicchia a quello che si potrebbe definire un overground è dovuta anche al fatto che abbiamo avuto la fortuna che l'evoluzione dei contenuti che noi rappresentavamo – la cultura elettronica, i new media – si sono sviluppati parallelamente alla nostra evoluzione. Diciamo che non dipende solo dalla moda, ma anche dalla instaurazione nella cultura popolare di quella che è l'elettronica, ovvero la creazione attraverso i computer, l'arte attraverso la tecnologia".

Scorciarsi le maniche è stata la base affinché la fortuna e l'evoluzione del mondo così come lo conosciamo portasse un festival che si fondava sulla musica elettronica, in un mondo di camicie di flanella e grunge, a conquistare una fetta importante di pubblico e diventare un brand riconosciuto in tutto il mondo: "Tutto quello che era molto embrionale nel '94 evidentemente è esploso. Per cui l'evoluzione del festival è un'evoluzione molto organica, che ha senso soprattutto se capisci l'evoluzione della cultura elettronica". E la cultura elettronica non si materializza solo nel sound che nei prossimi giorni invaderà Barcellona, ma anche in attività laterali che hanno la musica, non per forza suonata, come punto d'arrivo. Succede col Sónar+D, ovvero una serie di incontri – più di 140 – che “unisce esperti da tutto il mondo (esperti di tecnologia, imprenditori, artisti, aziende e ricercatori) per presentare iniziative e gli strumenti che aiuteranno a modellare le future esperienze creative nelle arre che concernono musica, immagine, contenuti interattivi e piattaforme transmediali”: conferenze, live, workshop, mostre, che avranno come protagonisti realtà da tutto il mondo, compresa l'Italia: tra i protagonisti di questo festival nel festival, infatti, ci sarà anche il centro di ricerca Fabrica, creato nel 1994 da Benetton e fucina di talenti, ma anche la piattaforma di crowdfunding più conosciuta al mondo Kickstarter, il Design Fictions del MIT e tanti altri, compreso il giornalista musicale Simon Reynolds, autore tra le altre cose, di "Post-punk 1978-1984" (ISBN) e "Retromania. Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato" (ISBN). La bresciana spiega così la nascita di questa idea: "La proposta di Sonar+D nasce per completare quello che fin dall'inizio è stato l'obiettivo del festival – soprattutto il Sonar by Day, quello di giorno -, che è avere un punto di vista sia di formazione, sia didattico che di networking con tutto quello che è in relazione con la tecnologia, la creatività e il business" e continua spiegando che il Sónar+D "è parlare di come tutto questo si sta sviluppando, di come sta evolvendo la creatività in generale. E impossibile non cogliere il crossover che c'è tra tutta questa creatività. Voglio dire: un artista musicale che ha accesso a tutto queste tecnologie non crea solo musica. Per cui questo è il Sónar+D, una specie di meeting point per andare oltre la musica e i new media e vedere anche dentro come si produce".

Quello che una volta era nicchia, insomma, oggi non lo è più, ma "noi non siamo il verbo. Non diciamo ‘Noi abbiamo ragione'" continua la bresciana che spiega come il loro intento si fondi sulla volontà di "offrire uno spazio di apprendimento, di apertura nei confronti di quelli che sono contenuti a volte dichiarati come nicchia e invece non lo sono più: parliamo del gaming, del social media, parliamo dell'evoluzione dell'artista nella carriera contemporanea, parliamo dell'hacking, di tutto quello che è la vita di molte persone nell'online". Ma se le chiedete quale sia la sua più grande soddisfazione professionale la risposta è semplice: i social network. Il Festival, infatti, vanta un ottimo engagement con i propri follower sulle varie piattaforme social e il merito è proprio della Taglietti e del suo team che ha tirato su dal nulla tutta l'infrastruttura: "La prima volta che ci siam diretti direttamente al pubblico e abbiamo avuto la possibilità di modulare la comunicazione, che è ormai un dialogo, mi hanno dato molta soddisfazione i commenti che ha fatto il pubblico sui nostri social: vedere come reagiscono alle news che diamo, belle o brutte che siano. È molto bello vedere come questo collettivo social riesca a darci un feedback e a integrarsi".

Musicalmente, invece, pur avendo perso le speranze di poter vedere sul palco di Barcellona i Talking Heads e David Bowie, due degli artisti più corteggiati dagli organizzatori, il Sónar potrà comunque fregiarsi di portare buona parte della migliore elettronica del mondo per tre giorni a suonare fianco a fianco. E così assieme ai Massive Attack, ci sarà il progetto Despacio, ovvero "il progetto sonoro di 2ManyDj's e James Murphy (LcdSoundsystem) che è un dj set a sei mani solo di vinili loro con un sistema di suono che è incredibile", ma anche Nils Frahm, Daphni con James Holden in un duetto creato ad hoc per il festival e poi gli Chic, Jon Hopkins, Moderat, Caribou, Woodkid, Jon Hopkins, Lykke Li, Neneh Cherry, Trentemøller, Todd Terje, Four Tet, Tiga, Matmos, Future Brown e tanti altri ancora per un festival che si tiene in Spagna, ma "appartiene a tutto il Mediterraneo" compresa l'Italia, quarto pubblico per numero di utenti. Il consiglio della Taglietti, però, dice Plasticman, che terrà uno show unico al mondo, che viene presentato solo al Sónar e che si basa sul lancio del nuovo album.

L'appuntamento, quindi, è fra pochi giorni, quando Barcellona tornerà a popolarsi del pubblico delle grandi occasioni, facendo della città spagnola una delle capitali della musica europea, in attesa che anche il nostro paese riesca a dotarsi di un evento del genere in campo musicale. Intanto ci si può accontentare delle parole dell'italiana che spiega che benché il festival si tenga a Barcellona "perché la città ci offre questo spazio, perché abbiamo questa interazione e offre delle cose inimitabili, in realtà il Sonar è di tutti".

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