Festival di Sanremo 2011, Barbarossa polemico a metà: questa disorganizzazione mi diverte
Nella quarta serata, Sanremo 2011, Luca Barbarossa e Raquel del Rosario con Fino in fondo, sono stati penalizzati dalla tempistica e da una lampante carenza organizzativa, che ha visto spesso la rassegna canora in balia della disorganizzazione.
Il cantante romano e la bella spagnola, avrebbero dovuto duettare, nel penultimo appuntamento del Festival di Sanremo 2011, con l'attore Neri Marcorè, che con la sua vervè aveva preparato uno sketch di "accompagnamento" al pezzo. In realtà però il tutto, non è "arrivato" come si suol dire al pubblico a causa, del "taglio" imposto dai "padroni di casa" Morandi e company, che hanno impedito così allo stesso Marcorè di rendere al meglio.
Il cantautore romano, così con quello stile che l'ha sempre contraddistinto, ha voluto sottolineare con un sottilissimo velo di polemica il tutto durante l'intervista per le Radio e Tv private: "Sono un produttore indipendente dal lontano 1999 – ha ricordato Barbarossa – e negli anni sono diventato sempre più ‘indi’. Mi dà una grande libertà espressiva e, poi, oggi le major mi negherebbero anche il minimo indispensabile, vista la crisi. Così, invece, ho prodotto un lavoro impegnativo, di 23 brani: 3 cover, 4 inediti e 16 brani del mio repertorio, con grandi ospiti internazionali, come Raquel, e italiani, come Neri Marcorè, che ieri sera abbiamo invitato sul palco. Non si è sentita la sua battuta finale, rivolta a me e al maestro Fio Zanotti: ‘Che Dio perdoni il vostro guardaroba’. Per via dei tempi ristretti hanno chiuso prima l’audio, ma la scaletta ‘disorganizzata’ mi diverte di più, c’è spazio per l’improvvisazione, lo spettacolo deve avere una parte imprevista".
Barbarossa che si prepara a vivere l'ultima serata Sanremo 2011, ha poi spiegato il momento suo e della musica italiana, con un pensiero anche alle canzoni Festival di Sanremo 2011: "I nuovi talenti vanno scovati davanti al computer. A tutti i giovani, che raggiungono il successo velocemente in tv, bisogna perdonare l'incapacità gestire il successo. Io l’ho vissuto a 18 anni, è stato un macigno, si ha un approccio problematico con la comunicazione. Il talent show è un'occasione, ma si rischia di creare solo il fenomeno momentaneo. Per me è già un privilegio essere di nuovo qui, a 30 anni dal mio debutto nel ’81 con ‘Roma spogliata’. Mi diverto sempre di più. Non sono mai stato interessato al podio in quanto tale. Con ‘Via Margutta’ ero arrivato penultimo e dopo è stato un successo totale”.