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Fedez, Ferragni, Belen: come gli influencer più della politica decideranno lotte sociali e civili

L’idea della discesa in politica di Fedez ha scatenato un putiferio, ma sono sempre di più gli/le influencer che prendono posizione su battaglie sociali e civili.
A cura di Francesco Raiola
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È bastato registrare un sito con la parola "elezioni" per scatenare un putiferio attorno a Fedez, il quale probabilmente se la ride e gongola. E, ovviamente, continua la sua vita social come se niente fosse, postando video e immagini quotidiane, di famiglia, senza toccare minimamente l'argomento e lasciando a noi il compito di ipotizzare: scende in politica? Mmm. È pubblicità per Disumano? Perché no. È il nome del suo prossimo tour? Insomma, basta una mossa azzeccata e il resto va da sé perché ormai Fedez è media di se stesso.

Questo polverone, però, ci porta ancora una volta a riflettere sull'incidenza sociale e politica che mai come in questi anni hanno i personaggi pubblici: musicisti, influencer, youtuber, tiktoker, twicher. E ormai possiamo dire che Fedez è tutto questo, non solo un cantante, ma una società che tocca i campi più svariati, una sorta di partito politico personale che probabilmente non ha alcun interesse a scendere in politica dal momento che la può influenzare, può dare luce a una battaglia, far firmare un referendum, mandare all'aria un sistema come quello Rai o "solo" criticare un parlamentare e le sue idee con un paio di video su Instagram.

Una volta mi dissero: "Non ha bisogno dei media, perché è egli stesso un media". Altro che Politica, insomma. Per questo conta poco per ora se Fedez deciderà di seguire i passi di Beppe Grillo che dai palchi italiani ha deciso di mettere su un Movimento che è diventato uno dei principali partiti politici italiani. Ormai Fedez ha un potere enorme che, certo!, ancora non riesce a muovere i gangli decisionali – quindi il DDL Zan viene affossato – ma che ha abbastanza peso per i suoi interessi. Il rapper milanese vive da tempo – lo ha ammesso spesso lui stesso – una sorta di senso di colpa della ricchezza, quella contro cui si scagliava da ragazzo e di cui è ormai uno dei volti più rappresentativi, quindi tende ad abbracciare alcune battaglie non solo per puro "washing", per pulirsi la coscienza, insomma, ma proprio per cercare di dare indietro qualcosa a quel ragazzo – e quegli ideali – che fu.

Ovviamente non si parla di purezza, tutto ciò che facciamo ha un ritorno, in quel caso è un ritorno di immagine, un posizionamento sociale che lo riporta al ragazzo ribelle che era, che prendeva in giro Chiara Ferragni, prima di sposarla. Ecco, Chiara Ferragni. L'imprenditrice è un altro esempio di come oggi il suo ruolo di influencer – ancora più che quello di imprenditrice – abbia un peso politico importante: la sua semplice visita negli Uffizi vuoti per un servizio su Vogue ha creato una scia di polemiche e pubblicità che ha coinvolto anche la Politica e ha avuto una risonanza enorme, anche sulla discussione sulla comunicazione culturale (quindi politica).

Ma l'esempio più recente è quello di Belen e Punta Bianca: la showgirl ha scelto la location siciliana come luogo in cui girare la sua prossima campagna pubblicitaria, rendendosi conto delle condizioni non ottimali in cui versava. Ha rivolto un appello al Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci che nel giro di poche ore si è adoperato per farla Riserva Naturale. Insomma, è bastato un post su Instagram per portare a compimento una battaglia che da 25 anni vedeva impegnati ambientalisti e non solo. Qual è l'idea che questa faccenda ci suggerisce? Che i follower, per esempio, valgano più di anni e anni di battaglie e così, di conseguenza, che gli influencer possano diventare gli interlocutori privilegiati di chi quelle battaglie le porta avanti, che sia società civile o direttamente la Politica.

Il caso Fedez-Zan, insomma, non resterà isolato. Stupirsi che Fedez, quindi, possa anche solo pensare di scendere in Politica (non lo farà, almeno speriamo per lui) dimostra o una mancanza di lettura del presente o malafede dovuta a interessi opposti a quelli delle ultime battaglie del rapper. Il futuro, insomma, rischia di vedersi sempre più brandizzato, anche nelle campagne che riguardano ambientalismo, diritti sociali e civili, confermando l'impossibile alternativa al Capitalismo che teorizzava Max Fisher. Non ci sarà bisogno che un influencer/musicista/Youtuber si affanni a cercare voti, basteranno i follower sulle piattaforme che ci sono o nasceranno. Se sia un bene o un male lo scopriremo di volta in volta.

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