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Opinioni

Fast Animals and Slow Kids: “Vogliamo un posto dove sentirci bene, lo abbiamo quasi trovato”

I Fast Animals and Slow Kids – abbreviato in FASK – sono un gruppo musicale pop rock italiano. E’ uscito il loro nuovo album “E’ già domani”, e io ho deciso di seguirli al Teatro della Pergola di Firenze, dove hanno incontrato il pubblico, suonato dal vivo e chiacchierato. Poi, mi sono infilato nel loro camerino.
A cura di Saverio Tommasi
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I FASK
I FASK

Ho seguito i FASK (acronimo di "Fast Animals and Slow Kids") nei loro camerini, e ho riversato su di loro le mie curiosità dopo l'ascolto del loro nuovo album "È già domani".

Una bella storia che vi portate in tasca, del vostro passato?

Andammo a suonare in un posto alquanto strano (sorride), c'erano venti persone, forse meno, tieni presente che alcune di quelle persone ci odiavano (ride). Quel giorno pioveva anche sul palco. Finimmo il concerto e chiedemmo dove saremmo andati a dormire, all'epoca noi dormivamo sempre in casa di chi ci faceva suonare. La loro risposta fu questa: "Voi dormite qui, perché al piano di sotto c'è una palestra di Judo". E il piano di sotto era davvero una palestra di Judo con i tatami, e noi abbiamo dormito lì, sopra i tatami. E la cosa "interessante" è che il nostro bagno era lo stesso di dove erano state la sera le venti persone del pubblico. Andando via ricordo ci chiusero dentro a chiave, con la promessa che sarebbero venuti a riprenderci il giorno dopo. A quel punto ci siamo resi conto che era comunque un "locale", quindi dentro c'era della birra, ed è finita che ci siamo un po' ubriacati, e un po' alticci abbiamo riacceso l'impianto del locale e abbiamo iniziato a mettere le nostre canzoni più tristi, mi ricordo ad esempio mettemmo i Notwist. Da lì partì una chiacchierata fra noi, una chiacchierata alticcia e mega emozionale, dove ci siamo raccontati, confidandoci le parti peggiori delle nostre vite. Ognuno ha una parte particolarmente oscura dentro di sé. Ma le abbiamo tirate fuori, piangendo, in questo locale – chiusi dentro! – mentre ci domandavamo se la musica avrebbe mai fatto parte del nostro futuro, perché "guarda dove siamo, guarda cosa sta accadendo". E poi ci addormentammo così, uno accanto all'altro sui tatami. Il punto è che abbiamo reagito a quella situazione unendoci tra noi ancora di più, e dunque: quello che ci portiamo in tasca del passato è la nostra amicizia.

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In "Stupida canzone" cantate "non ho sogni, non produco, non ho fatto il militare". È un pezzo che parla del crescere, e anche della ricerca di sé, del proprio posto all'interno del mondo.

Lo è sicuramente, perché una parte dell'esistere è ricercare un proprio posto, un posto dove sentirsi bene, dove esistere, una ricerca che ancora non abbiamo terminato al cento per cento.

Ed è perciò anche un disco sul tempo che passa. E allora colgo la parola al balzo per chiedervi come sono passati per voi gli ultimi due anni.

Ci siamo sentiti un po' inutili, in questi due anni, perché la musica forse è una delle cose almeno all'apparenza meno indispensabili. In più non è stato facile perché abbiamo vissuto anche delle situazioni personali decisamente pesanti. E quindi questo ha sicuramente acuito un senso di solitudine che poi è riesploso nei testi e nelle canzoni, ma in un senso positivo, come sempre avviene con la musica. Perché tramite la musica tu in parte processi il nero che hai dentro, l'oscurità, il male che provi, il buio. Lo processi, lo metti all'interno delle canzoni, e quindi in parte lo togli da te.

La sensazione è che l'album abbia una sua circolarità. E il tempo, come accennavate anche all'inizio, è una delle caratteristiche dell'album. C'è della filosofia, dietro?

Secondo me è sempre con la "f" ma è più follia (ride). Noi facciamo questa cosa da un po' di tempo: nascondiamo tanta roba dentro i dischi, ci sono piccoli "easter egg" ovunque, dalle grafiche alla musica stessa, e una delle cose che ci piace più fare è rendere circolari i dischi. In questo caso inizia piano piano, con una pioggia che è leggera, e conclude con una pioggia scrosciante; c'era infatti anche un senso di percorso che volevamo dare, in questo disco, perché è un po' questa la cronistoria della nostra esistenza. Quando ci guarderemo indietro, non avremo foto da sfogliare all'interno dei social network, noi avremo dei dischi da inserire in un piatto, oppure da ascoltare con il nostro cellulare del futuro che scansiona i pensieri (ride nuovamente).

E poi è accaduto che i FASK abbiano cantato così, improvvisando di fronte a me sul divano sporco del camerino, tutto il loro nuovo singolo. Nel video troverete una parte di questa chicca meravigliosa.

Viva i Fask!

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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