Fabrizio De Andre’, un’ombra inquieta.Ritratto di un pensatore anarchico. Il mito rivive attraverso un libro
La scomparsa di Fabrizio De Andrè, avvenuta a Milano l’11 gennaio del 1999, ha lasciato quel vuoto incolmabile che supera qualsiasi tipo di retorica, che segna per sempre un’epoca. La segna più che altro per la mancanza di individui degni di continuare la tradizione tracciata dal poeta genovese.
E allora non resta che ascoltare con attenzione tutti i suoi dischi, consumarli fino a memorizzare tutte le parole, tutte le metafore, tutte le allusioni dedicate con amarezza alla sua,e alla nostra, Italia così povera di esemplari puri e liberi come De Andrè era.
Il suo mito rivive attraverso le pagine di un libro curato da Federico Premi intitolato ‘Fabrizio De Andre', un'ombra inquieta.Ritratto di un pensatore anarchico', distribuito dalla casa editrice Il Margine. Il testo che si basa sui libri del cantautore conservati presso l’Università di Siene, serve a tracciare l’idea che il cantautore genovese aveva della vita e dell’arte, permettendo al lettore più avveduto, ma anche a colui che armeggia per la prima volta con le parole di De Andrè, di avere innanzi agli occhi una immagine del cantante oscillante tra filosofia e anarchismo.
La lettura delle 200 pagine avviene con naturale piacevolezza, confortata da un prezzo modico, 18 euro, giusti per non far morire un mito destinato all’oblio.
Eugenio Tinto