Ex-Otago: “Il pop è cambiato perché le radio ora ci passano. Sanremo? Snob negarselo”
Gli Ex-Otago hanno portato al 69esimo Festival di Sanremo il brano "Solo una canzone". Per la band genovese è questa la prima volta sul palco del teatro Ariston, dove ha dato prova del loro stile indie, che li ha resi molto amati dal pubblico sin dal 2002, anno della formazione del gruppo. L'idea del brano con il quale hanno deciso di concorrere alla kermesse è nata in maniera molto semplice: "Non abbiamo un metodo preciso e rodato – hanno rivelato ai microfoni di Fanpage.it Simone Bertuccini, Rachid Bouchabla, Francesco Bacci, Olmo Martellacci e Maurizio Carucci -, ma le canzoni nascono da spunti testuali e musicali. In questo caso è stato un mash up di alcuni spunti scritti in tour, che è stressante ma allo stesso ti dà l'occasione di avere mille idee, spunti, stimoli. Io amo andare in treno perché vedo paesaggi e mi escono le canzoni così".
Per quanto riguarda la musica, la band ha rivelato: "Facciamo sempre un ritiro, il "ritiro Otago", e in questo caso siamo andati a Sestola (in provincia di Modena, ndr) da un amico che ci ha ospitati in una casetta. Intorno al camino avevamo il testo, gli spunti, ci siamo messi a suonare e sono venuti fuori accordi nuovi e questo ritornello magico. Infatti quando siamo andati sulla Torre del Castello la cantavamo a squarciagola gasatissimi". Nel testo si parla di abbracci, un gesto a cui è data molto importanza soprattutto nel finale della canzone, anche gestualmente. "L'abbraccio – ha continuato la band – ha miliardi di significati, più che mai utili e interessanti in questo periodo storico. È un'azione stupenda che l'essere umano si è inventata e che fa, e si spera che continui a fare sempre più spesso. E poi è anche un gesto fisico per dare più dinamismo alla nostra performance".
Con gli Ex-Otago la musica indie è arrivata su un palco "mainstream" come quello del Festival di Sanremo, frutto di un cambiamento che ormai in atto nell'universo discografico italiano. "Il pop è cambiato – hanno sottolineato – perché le radio, che sono il principale erogatore di questo genere, passano gente come noi, e come Calcutta, come I Cani, come Cosmo e questo è un passaggio fondamentale che ha portato veramente al cambiamento della musica pop in Italia, che oggi è rappresentata anche da noi. Molti hanno anche pregiudizi al contrario e ci dicono che siamo venduti perché abbiamo portato l'indie all'Ariston, ma sono discorsi sterili perché indie e pop sono sinonimi, complementari. Scriviamo le nostre canzoni in maniera indipendente, ovviamente, ma comunque dipendente dal pubblico che in qualche modo si vuole sedurre, e sarebbe snob negarsi questa possibilità".