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Eminem: “I farmaci mi stavano uccidendo”

Eminem ha raccontato per la prima volta del suo passato oscuro e delle dipendenza farmaci. A un passo dalla morte con l’overdose il rapper è riuscito a risalire solo grazie alle figlie.
A cura di Laura Balbi
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Una storia inattesa quella di Eminem che per la prima volta ha raccontato della sua dipendenza da farmaci. Il rapper è tornato indietro con la memoria al periodo terribile trascorso anni fa, una lunga battaglia contro una dipendenza che non ammetteva di avere. In occasione delle riprese del documentario How to Make Money Selling Drugs di Matthew Cooke, Eminem ha spiegato di essere convinto di assumere farmaci apparentemente innocui, pensando che le sostanze nocive non potevano essere contenute in un prodotto in vendita legalmente:

Quando ho preso il mio primo Vicodin, ho avuto una sensazione come…”ah!”. Non solo tutto era più tranquillo, ma non sentivo più dolore. Non so a che punto sia cominciato a diventare un problema. Ricordo semplicemente che mi piaceva sempre di più. Le persone hanno provato a dirmi che avevo un problema. Io rispondevo: “Buttatelo fuori. Non riesco a credere che sia riuscito a dire una stronzata del genere. Non mi sto facendo di eroina, non sto sniffando cocaina, non sto fumando crack”.

La sua convinzione è proseguita fin quando non è andato in overdose, ed ha visto la morte con gli occhi:

Sarei morto se fossi arrivato due ore dopo in ospedale. I miei organi si stavano spegnendo. Il mio fegato, i miei reni: tutto. Stavamo per mettermi in dialisi. Non pensavano ce l’avrei fatta. Il mio fondo sarebbe stata la morte.

Solo a quel punto il re dell'hip hop ha deciso di intraprendere il percorso tortuoso verso la disintossicazione. Una strada piena di insidie e ricadute nell'abuso di farmaci. Alla fine Eminem è riuscito a farcela solo grazie al sostegno delle tre figlie Hailie, Alaina e Whitney:

Guardavo le mie figlie e mi dicevo: “Devo esserci per loro”. Quando ho smesso con tutto, sono rimasto sveglio 24 ore al giorno per tre settimane di fila. Non dormivo, neanche un cazzo di sonnellino. Ho dovuto riacquistare abilità motorie e comunicative. È stato un processo di apprendimento. Non pensavo che si potesse essere naturalmente felici senza essere fatto di qualcosa.

La presa di coscienza ha avuto la meglio; ed oggi Marshall Bruce Mathers III può dirsi finalmente felice senza farmaci.

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