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Daniele Ronda: correzione di rotta

Esce oggi il terzo album del musicista più in ascesa del panorama folk-rock italiano: si intitola “La rivoluzione” ed è, nel complesso, meno “folk” e più “popular”.
A cura di Federico Guglielmi
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Daniele Ronda
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Sono ormai un paio di decenni che il folk-rock in italiano o in dialetto riveste un ruolo di grande importanza, sul piano quantitativo e qualitativo, nel circuito indipendente nazionale. Decine i dischi editi ogni anno, centinaia e centinaia i concerti – di solito affollati – che vengono organizzati su e giù per la Penisola, parecchie le rassegne e i premi che vedono protagonisti gli esponenti del genere: un fenomeno che, insomma, va ben al di là di Modena City Ramblers e Davide Van De Sfroos, che del giro sono certo i nomi più affermati. Nulla di strano, alla luce delle attrattive ancestrali della musica tradizionale/popolare, specie se contaminata con l’energia del rock e – come accade piuttosto di frequente – corredata di testi di spessore autoriale che non disdegnano l’impegno socio-politico.

In tale quadro, Daniele Ronda si è inserito in modo autorevole alla fine del 2012 con il secondo album “La sirena del Po”, che ha consolidato le basi gettate l’anno prima con “Daparte in folk”, forte dei contributi di ospiti come l’ex Nomadi Danilo Sacco e lo stesso Davide Van De Sfroos. E proprio oggi, 25 marzo, arriva nei negozi con il marchio JM Production “La rivoluzione”, nuova raccolta di inediti dalla quale si attende un incremento della fama del trentenne piacentino: un artista eclettico che non solo canta, suona la chitarra, arrangia e compone, ma ha anche un rilevante passato nel pop. Oltre a partecipare nello scorso decennio a manifestazioni come Festivalbar, Castrocaro e Sanremo Lab, ha infatti scritto brani per Mietta, Massimo Di Cataldo e soprattutto Nek (alcuni di successo), concedendosi persino incursioni nella dance (sua, ad esempio, la “Desire” di Molella). Che questo percorso abbia portato al folk è a piuttosto singolare, ma le vie del Signore sono infinite: tutto, comunque, lascia credere che la metamorfosi non sia artificiosa, bensì frutto di un naturale processo di evoluzione legato al recupero delle proprie radici e, in particolare, del dialetto.

Daniele-Ronda-cover
La copertina de "La rivoluzione"

Molto utilizzato nel repertorio dei primi due dischi, cointestati alla band Folklub, l’idioma piacentino latita invece nell’ultimo lavoro, che pur mantenendo saldi vincoli con il folk-rock – basti pensare alla title track, diffusa come anticipazione a fine gennaio – denota significativi aggiustamenti di rotta musicale e testuale verso uno stile più, come dire?, ecumenico, non privo di affinità – sottolineate dall’approccio canoro – con quello di Ligabue. Il secondo singolo “Ognuno di noi”, da qualche giorno nelle radio e sul web con un video all'insegna dell'ironia, non lascia dubbi al proposito, come del resto varie altre tracce – per citarne solo una, la ballata “Sembra che pianga” – di una scaletta che ne comprende in totale undici. C’è dunque curiosità di scoprire come il cambiamento sarà accolto dai fan (“La sirena del Po” ha venduto diecimila copie: non poche, di questi tempi) e se sarà in grado di ampliare il bacino d’utenza del Nostro, finora circoscritto per lo più all’area emiliano-lombarda. La fiducia di Daniele nel suo progetto è in ogni caso dichiarata della gioia sfoggiata nella foto della (brutta) copertina. Al tour, che prenderà il via il 5 aprile al Teatro Politeama di Piacenza, il compito di fornire ulteriori indicazioni.

http://www.youtube.com/watch?v=hHYuumDWuCE
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Federico Guglielmi si occupa professionalmente di rock (e dintorni) dal 1979, con una particolare attenzione alla musica italiana. In curriculum, fra le altre cose, articoli per alcune decine di riviste specializzate e non, la conduzione di molti programmi radiofonici delle varie reti RAI e più di una ventina di libri, fra i quali le biografie ufficiali di Litfiba e Carmen Consoli. È stato fondatore e direttore del mensile "Velvet" e del trimestrale "Mucchio Extra", nonché caposervizio musica del "Mucchio Selvaggio". Attualmente coordina la sezione musica di AudioReview, scrive per "Blow Up" e "Classic Rock", lavora come autore/conduttore a Radio Rai e ha un blog su Wordpress, L’ultima Thule.
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