Dal rock all’hip hop, ecco “Il Clan degli Artisti” a Scampia
Il progetto "Il Clan degli Artisti" arriva alla sua conclusione, venerdì 28 giugno a partire dalle 17, con la kermesse "A Gonfie Vele", dalla Villa Comunale del quartiere Scampia. Il progetto, con le finalità di promuovere il protagonismo giovanile nelle politiche di sviluppo culturale e turistico della città, è promosso dall'Assessorato ai Giovani e alle Politiche Giovanili e dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo di Napoli. Un progetto che è inserito nell'ambito de "Il Giugno dei Giovani", un appuntamento ormai annuale, al pari del classico "Maggio dei Monumenti". Il programma della serata prevede la presentazione dei 22 progetti vincitori del bando "I Giovani, il Presente", progetti che hanno dato l'opportunità di rimarcare l'identità e l'etica delle giovani generazioni della città di Napoli, affermando il diritto ad essere la prima generazione a vivera, attraverso l'arte, la bellezza e la cultura, ripudiando la camorra.
Il programma della serata. Tra i progetti presentati, ci sarà "Reset 3.o", il concerto per pianoforte di Bruno Bavota, 29enne napoletano che ha suonato alla Royal Albert Hall e che viene paragonato a Ludovico Einaudi. Grande attesa per la finale del Neapolis Music Contest, progetto presentato dall'Associazione "Big Dipper", che prevede l'esibizione delle 6 band che hanno passato le semifinali tenutesi martedì al Centro Giovanile Asterix di San Giovanni a Teduccio. A seguire ci sarà il concerto di Claudia Megré, la chitarrista, autrice e compositrice che, dopo il secondo posto al Festival di Castrocaro, ha realizzato una serie di hit di successo come "Liù", cover della storica canzone de "Gli Alunni del Sole", e "Chi non si arrende" feat. Gue Pequeno.
Serata hip hop nell'ambito della presentazione del progetto "Nu'poc'r'hip hop" con il meglio della scena underground partenopea in concerto: La Panchina Krew, Shaone & Casti, Ale Zin, Ekspo, Fabio Farti, Polo, Oluwong, Speaker Cenzou, Host, Oyoshe, Dj Uncino, e a seguire il DJ SET di Claudio Granucci. Perché tutto questo a Scampia? Perché il luogo scelto può e deve rappresentare le capacità artistiche dei giovani napoletani, non soltanto un simbolo del malessere e delle sconfitte della città.