Come TikTok e Twitch hanno cambiato il mondo del freestyle rap
In principio il Tecniche Perfette, poi il 2thebeat, passando per il Mic Tyson e arrivando in televisione con Mtv Spit, condotto da Fabio Rizzo, aka Marracash: le competizioni tra freestyler hanno sempre mosso una frangia importante di fan del rap italiano, legate all'epica della competizione e utilizzate anche come asset di visibilità dagli artisti più giovani. Basti pensare a come Ensi, Shade, Fred De Palma, Nitro, Emis Killa e tantissimi altri artisti che hanno navigato nei primi anni 10 dei 2000 nell'underground italiano, abbiano poi raggiunto la visibilità nazionale. Generazioni ed eventi che nel tempo hanno partecipato all'evoluzione della scena urban italiana, che con il passare degli anni si è adattata all'esplosione del mercato, ma soprattutto all'evoluzione dei contenitori musicali. La concezione del freestyle è stata ribaltata, diventando man mano un contenuto social, che a più riprese gli autori hanno utilizzato nella costruzione e distribuzione di un brano, ma non solo. Dalla "best rapper female in Italy" Anna a Shiva e il suo "Take 4", TikTok e Twitch son diventati teatri di numerose clip, tra cui la più famosa non può che venire da oltreoceano: Tory Lanez, ospite dello streamer Adin Ross, su Twitch.
Il tentativo malriuscito in televisione
Ma facciamo un passo indietro: prima di arrivare in radio o sulle piattaforme streaming, il freestyle è passato anche al cinema con il celebre "8mile" e in Italia con "Zeta" dell'allora "matricola" Izi. Ma, almeno nel Bel Paese, tra gli instant classic, non possiamo dimenticare "Lavanderie Ramone" su YouTube, con protagonisti Ensi, Shade e Fred De Palma. La fama e la viralità del video, che ha raggiunto sei milioni di visualizzazioni sulla piattaforma, hanno, di fatto, consegnato i tre artisti all'edizione di Mtv Spit: un ponte tibetano dall'underground al "mainstream" di MTV. Potrebbe essere proprio il tentativo "malriuscito" di MTV Spit a consegnare le armi e rendere chiaro ai freestyler italiani, che il piccolo schermo non è pronto per questo tipo di contenuti. Ma il rap, e in genere l'urban, diventano il genere di riferimento per il mercato musicale, anche grazie alle piattaforme di streaming, e gli artisti scelgono di eliminare l'intermediazione tra la propria arte e il pubblico: le piattaforme diventano una vetrina e i freestyle uno strumento di attrazione di pubblico sul proprio profilo.
I format su YouTube e in radio
C'è chi ha deciso di farlo attraverso dei format, chi per utilizzare nuove piattaforme come TikTok, ma la nuova concezione di "freestyle" è legata a doppio filo alla costruzione di clip virali. Un processo ben delineato, in cui media come Esse Magazine con i primi "Freestyle" di Capo Plaza, ma anche Real Talk e Red Bull 64 Bars, hanno permesso nuove formule artista-produttore, una curiosità che il pubblico ha apprezzato. Queste trasmissioni non hanno solamente osservato il mercato, analizzando le migliori combinazioni, ma hanno anche definito le agende pubbliche, un focus su determinati personaggi, come Shiva e Leon Faun, che hanno ottenuto un boost non indifferente nella distribuzione dei propri contenuti. Dai media alla radio, dove sempre più trasmissioni permettono agli artisti presenti per la promozione del proprio singolo/disco/Ep, di registrare un freestyle: un format che ha attraversato l'Oceano, arrivando prima in Francia, Inghilterra e Germania, approdando alla fine in Italia. Tra questi basti pensare a "Say Waad" di Radio Deejay di Michele Caporosso o Max Brigante su Radio 105, ma anche One Take FM.
L'arrivo su TikTok e Twitch
L'ultimo approdo non potevano che essere le piattaforme più virali al momento: TikTok e Twitch. Quanto i due contenitori si influenzano lo si può notare già dalla quantità di clip su TikTok registrate da Twitch: sempre di più, la piattaforma cinese raccoglie piccoli spoiler dei cantanti negli studi di registrazione ma non solo. Piccoli take vengono ripresi anche durante le dirette dei rapper, o come durante il primo periodo pandemico, i freestyle degli artisti diventano challenge sulla piattaforma. Già durante l'esplosione di Anna con "Bando", il suo "scontro" con Marta Daddato, altra creator, attraverso freestyle pubblicati sulla piattaforma. L'intenso scambio tra le due "allora" creator aveva instaurato un processo narrativo su TikTok Italia, che ha permesso ad altri utenti, con numeri minori, di utilizzare questo strumento per la propria promozione.
I casi di Shiva e Anna
Negli ultimi mesi, due contenuti, più di altri, hanno prodotto una discussione sempre più ampia sugli artisti: "Take 4" di Shiva, entrato poi in "Milano Demons" e quello di Anna, pubblicato solo pochi giorni fa. Se il primo, diventato virale sulla piattaforma, anche grazie all'intro del brano, si è poi sviluppato per diventare una delle hit del nuovo album di Shiva, quello di Anna potrebbe rappresentare l'identikit perfetto per un freestyle su TikTok. Primo piano in auto, produzione in sottofondo e 43 secondi di registrazione: rispettati tutti i criteri della piattaforma, Anna, dopo "Cookies ‘n Cream" e l'incoronazione da parte di Guè di "best female rapper in Ita", ha rafforzato il concetto con un freestyle. Una moltitudine di contenitori e specchi hanno accompagnato l'evoluzione del freestyle in Italia, legandosi a diverse concezioni di format e produzioni: cambia la tecnica, cambia la durata, cambiano i personaggi, cambia la cultura. Ciò che resta è l'attitudine da "Me against the world" dei personaggi, e male che vada, c'è Ice Spice, che con il suo "Munch" è riuscita a ribaltare prima una parodia, poi a diventare un meme, per poi forse costruirsi una carriera.