Com’è L’amore di Madame, la guida alle canzoni: la perversione delle emozioni e il materiale umano
L'amore di Madame non è tangibile, non ha superfici a cui aggrapparsi e specchi in cui mostrarsi. Le sue dita toccano escoriazioni della società e consolano sirene, come l'acqua è materia inorganica e non c'è alcun modo di stringere il pugno per trovare una pepita. L'amore di Madame è un diamante che fluttua sul terreno, quando tutti provano a indicare le stelle e riconoscersi. Il nuovo album di Francesca Calearo nasce nell'habitat dell'utilità, senza seguirne i processi di una strada con orme ben delineate da calpestare: anzi nel brivido dell'inconsapevolezza, del pubblico, non sua, gioca in maniera perversa con le parole. C'è un raffinata istigazione alla curiosità emotiva, non sempre percepibile, non sempre riconoscibile dalle parole che canta: è magari frutto di una fusione, che tenta con uno spillo di pungere, senza dover poi spiegarne i motivi. L'amore, rispetto all'esordio di Madame, non ritrae più il disimpegno emotivo, il personalismo come meta per la distribuzione dei propri contenuti: fa il giro opposto quasi, descrivendo ciò che il suo alter-ego musicale vive per smascherare Francesca Calearo e la società in cui si determina.
Chi è Madame
Madame, nome d'arte di Francesca Calearo, è una cantante vicentina conosciuta dal grande pubblico in occasione della sua partecipazione al Festival di Sanremo 2021 con Voce, primo capitolo dell'album che prende il titolo dal suo alter-ego musicale, una scoria impazzita nel mondo della musica urban-pop italiana. Nel frattempo, la cantante ha suggellato il successo con la Targa Tenco per il miglior album d'esordio e il Premio Lunezia e il Premio Bardotti, entrambi per il miglior testo. Poi sono arrivate le 35 certificazioni complessive tra ori e platini per i suoi singoli, e il titolo di interprete femminile italiana più ascoltata su Spotify nell'ultimo decennio. Quest'anno ha partecipato al Festival di Sanremo 2023 con il brano Il bene nel male, con produzione di Shablo e Luca Faraone.
L'amore e l'evoluzione musicale
L'amore, il nuovo disco di Madame, pubblicato nelle scorse ore, è stato prodotto da Antonio Filippelli, Bias, Chris Nolan, Dardust, Dario Pruneddu, Gianmarco Manilardi, Iacopo Sinigaglia, Luca Faraone, Nazzaro e Shablo. Il progetto, che contiene 15 tracce, ripercorre in 50 minuti il registro emotivo con cui l'essere umano entra in contatto e in empatia con la propria specie, alcune volte in maniera specifica, altre volte legandosi a un immaginario cantautoriale. L'amore è anche un filmato della convivenza artistica tra Francesca Calearo e Madame, l'essere umano e la sua creatività, il soggetto e la sua evoluzione, non solo musicale. Madame indossa i panni del paroliere, pendolando tra la perversione del ribaltamento della realtà e quella pietas verso sé stessa e il genere umano. Al suo interno vivono le storie di più donne, una prostituta, una ninfomane, una donna potente, una donna sottomessa, l’amica Matilde, una bambina, Madame stessa. E non c'è morale in una storia di emozioni, Madame non deve insegnare o rappresentare un personaggio, ma librarsi leggera con le sue parole perverse nel materiale umano che la circonda.
La guida alle canzoni nel nuovo album di Madame
Andiamo a scoprire quindi, com'è stato il viaggio di Madame in L'Amore. Qui la guida alle canzoni del nuovo album di Madame.
- Come voglio l'amore: Intro del progetto, prodotta da Chris Nolan. È la prima dedica all'uomo e all'amore che ha attraversato la vita di Madame. Non c'è figura che vada sottolineata, non c'è immagine che non stimoli la curiosità: il corpo che trema tra le mani, la fiducia di un futuro da costruire, la sinestesia emotiva a cui si rifà in: "Il sudore di un uomo iraniano, quello di un uomo danese, il colore di un uomo afgano, quello di un uomo scozzese". A chiudere la sensazione di fastidio nell'antitesi tra "lo squallore di un uomo pagante, quello del suo ceffone" e "il timore di un uomo tremante, quello del suo bastone".
- Il bene nel male: L'unico singolo ad anticipare l'uscita dell'album ufficiale, quello protagonista al Festival di Sanremo 2023. Qui il significato.
- Quanto forte ti pensavo: Brano prodotto da Shablo e Luca Faraone e descritto da Madame così: "Tra le tra le mura domestiche si impara l’amore o si impara una lezione". La sensazione di irresistibile appartenenza e attrazione verso il proprio partner viene descritta anche nell'atto di una violenza, anche malcelata. La debolezza della ragione dell'essere umano contro l'istinto dell'attrazione emotiva, che perdona chi pesta ma anche chi viene pestato, che ricorda quanto sia difficile ammettere la violenza e la sua vergogna.
- Nimpha – La storia di una ninfomane: Brano prodotto da Shablo e Luca Faraone. Uno degli highlights del disco, il racconto di Nimpha introietta dentro di sé più immaginari restituiti da Madame. L'acqua e la sua materia ritornano protagonisti nel racconto sessuale di Madame dopo Marea, prendendo però le redini di un racconto sulla sessualità pronunciata e sulle derive affettive. La ricerca del nuovo e l'equilibrio tra passione e felicità è un ingorgo emotivo in cui Madame viaggia, descrivendo la difficoltà nell'essere accettati per la natura fisica del piacere. L'amore capovolge il suo destino con la morte e il riferimento all'Ade, perché la natura gelosa dell'uomo uccide ciò che non riesce a comprendere, a stringere incautamente tra le mani.
- Il mio nuovo maestro: Brano prodotto da Shablo e Luca Faraone. Tra i brani più criptici dell'album, il brano racconta il rossore delle guance e l'ingenuità di una bambina, la carezza del maestro e la sensazione tattile dell'emozione provata. C'è la sensazione che qualcosa di profondamente sbagliato e allo stesso tempo inequivocabilmente reale sia accaduto, un processo vissuto ribaltando il ruolo di Lolita e Vladimir Nakobov nell'opera letteraria del 1955.
- Donna vedi: Brano prodotto da Shablo, Luca Faraone e Dario Pruneddu. L'amore per la figura femminile di Madame è fisico, nella soddisfazione sessuale prova ristoro e non il riparo, prova un piacere così forte da volerlo condividere. "Donna" che "a volte l'empatia fa la parte nеlla giungla della serpe che la preda la incanta" non rinuncia ai suoi frutti e ai suoi fremiti, che "muovi le maree senza sfiorarmi nemmeno". Non c'è castigazione nella fisicità di Madame, non c'è pudore che si ritorca alla ragion comune: neanche quando afferma di aver avuto "il cazzo nella scorsa vita" per rappresentare il punto di vista narrativo da cui cerca di raccontare.
- Pensavo a: Brano prodotto da Nazzaro. Il singolo potrebbe rappresentare l'episodio numero 2 di Amiconi, il racconto fatto nel disco d'esordio di Madame. L'incredibile qualità descrittiva di Madame nella ricerca del proprio partner, nasconde invece una fotografia sociale dello star system vissuto dalla cantante, e ricamato da Francesca Calearo.
- La festa delle crude verità: Brano prodotto da Dardust. Momento "We live in a society" di Madame, che forse contrita da ciò che le ha attraversato nei mesi, risponde con l'amore all'ira funesta del pubblico che l'ha assaltata. Con una reference alla melodia di Babaganoush, contenuta in Madame con i Pinguini Tattici Nucleari, la canzone riprende anche Alla fiera dell'est di Angelo Branduardi nel bridge, quando canta: "In cima al mondo, c'è un posto antico, ci va la gente che non è come me".
- Respirare: Brano prodotto da Bias, Shablo e Luca Faraone. Madame racconta il dualismo dell'amore che soffoca nella sua traduzione fisica. La consapevolezza del proprio corpo si scontra con la chiusura nella comprensione della condivisione fisica degli esseri umani che la circondano. E l'amore che permette di "respirare" quando si incontrano i corpi, va a scontrarsi contro il muro del personalismo, come quando canta: "Per il tuo bene non c'è un po' di bene per me, vuoi vedermi soffocare".
- Milagro (A Matilde): Brano prodotto da Shablo e Luca Faraone. Tra i brani emotivamente più forti del progetto, la dedica alla sua amica Matilde definendo un miracolo la sua presenza e la sua "prima vera amica" come sussurrato nel segmento finale della canzone. Il tratto di pace descritto nel brano, ipnotico anche grazie alla melodia che l'accompagna, è il trionfo dell'analogia tra emozioni e natura, come quando canta: "Sei il crepuscolo di agosto sul lago dopo il temporale, il bosco che rinfresca l'estate. Sei la primavеra mia".
- L'onda – La morte del marinaio: Brano prodotto da Dardust. Anche questa volta, l'unione tra Dardust e Madame, ha come tema elementi naturali come l'acqua del mare. In un rappresentazione musicale del ciclo dei vinti di Giovanni Verga, Madame racconta l'addio alla propria nave del marinaio, che dopo esser stato trascinato dal vento e dal mare, dà l'addio alla propria dimora. Il senso di appartenenza, più che familiare, descritto nel brano, diventa anche una metafora del nido domestico, che abbandona con la morte di entrambi: "Oh, mare se, mare se, mare se, se la tempesta terminerà e se stelle e luna vedremo insieme, sarà l'ultima notte per me".
- Se non provo dolore: Brano prodotto da Bias, Shablo e Luca Faraone. Arrivano gli ultimi tre episodi del disco, e aumenta anche la fragilità nel racconto dei propri disagi da parte di Madame. In questo brano, i soggetti raccontati vengono spogliati dalla figura sociale, come quando canta: "Ho amato mio fratello da volerci far l'amore, le mani di mio padre da staccargliele dal braccio, il seno di mia madre da pretenderlo con forza". Ma è la mancanza di un'educazione sentimentale ad apparire evidente, la sofferenza di vivere ciò che non si riesce a leggere, con la descrizione di un daltonismo emotivo, uno spettro ridotto delle emozioni.
- Per il tuo bene: Brano prodotto da Luca Faraone. Madame trasferisce sé stessa e le sue emozioni, trasmigrando in tre storie differenti. È proprio in questo brano che il surrealismo delle emozioni descritto da Madame prende il sopravvento: la sensibilità dell'artista promuove anche il suo amore perverso per le parole e ciò che scatenano, come quando canta: "Mi farei uomo solo per donarti il padre che non hai avuto, e farti appoggiare sul petto villoso le guance spillate di pianto". Nella parte finale, uno dei manifesti dell'album: "Per quanto l'amore possa o non possa esistere, è la più bella delle bugie, il più studiato degli inganni, il più persuasivo dei discorsi".
- Avatar – L'amore non esiste: Brano prodotto da Antonio Filippelli e Gianmarco Manilardi. Si entra nel campo dell'esperienza extrasensoriale dell'amore, raccontato così dalla cantante: "Ho fatto un’esperienza particolare in cui ci siamo trovati tutti bendati a girare per la stanza e ballare. Arriva una donna che si spruzza dell’acqua profumata sulle mani e inizia a sfiorarmi il viso per 40 secondi. Inizo a provare un forte sentimento nei confronti di quel gesto. Immagino che dal mio petto esca una luce collegata a quest’altra persona che non sapevo chi fosse. Da qui è nato il mantra tu non esisti ma io ti sento. Non esisti come persona perché in quel momento non hai un viso, un corpo né una voce, ma io ti sento lo stesso. Avatar è costruita come un viaggio, un trip di due anime che si incontrano".
- Tekno Poke: Brano prodotto da Nazzaro. Se con Avatar si chiude il cerchio del disco, Tekno Poke è la goccia ironica del progetto, come quando canta: "Ma tu sai che mangia una gallina a Milano? Io lo so perché vengo dalla campagna Ma lo sai cosa mangia un pollo a Milano? Il pokè".