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Com’è 1989 (Taylor’s Version), la guida alle canzoni: l’album che cambia la vita di Taylor Swift

Nelle scorse ore, Taylor Swift ha pubblicato la riedizione di 1989, denominata (Taylor’s Version), a nove anni di distanzai. Qui la guida alle canzoni.
A cura di Vincenzo Nasto
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Taylor Swift, foto di Comunicato Stampa
Taylor Swift, foto di Comunicato Stampa

Nelle scorse ore, Taylor Swift ha pubblicato la nuova versione di 1989, il suo quinto album in studio del 2014: si tratta di 1989 (Taylor's Version). È il quarto album ri-registrato dalla cantante statunitense, dopo l'addio al suo manager Scooter Braun e la vendita del suo primo catalogo musicale alla società Shamrock Capital per 300 milioni di dollari. Infatti, solo lo scorso 7 luglio era stato pubblicato Speak Now (Taylor's Version), che ha anche raggiunto la quarta posizione tra gli album più venduti in Italia nella prima settimana d'esordio. Alla rielaborazione di 1989 (il suo anno di nascita), la accompagna, anche questa volta, Jack Antonoff, che aveva avuto una piccola parte anche nella produzione musicale dell'album originale del 2014. Uno dei progetti storici nella carriera della cantante nativa della Pennsylvania, che dopo i macro-successi country, terminati con Red nel 2012, decise di sterzare completamente in una sua versione pop, con brani mid-tempo in grado di catalizzare l'attenzione del pubblico anche su una narrazione più leggera, come verrà testimoniato dal successo di brani come Shake it off e Bad Blood: all'interno del video ufficiale una giovane Zendaya prima dell'approdo televisivo a Euphoria. Come annunciato dall'artista nelle scorse settimane, 1989 (Taylor's Version) sarebbe stato accompagnato da un piccolo scrigno di nuovi brani, svelati attraverso una partnership con Google: sono alla fine cinque, che accompagnano le 16 tracce già presenti.

1989 e l'innovazione musicale

C'è sicuramente un senso di alienazione nel riscoprire un certo tipo di narrazione, invecchiato male, in 1989 (Taylor's version). Anche solo per l'idea libertina che allora la cantante aveva deciso di perseguire, per scrollarsi di dosso la maschera d'ingenuità che le storie d'amore fallite le avevano appiccicato nei primi album. Un salto, che a distanza di nove anni, riflette la mossa vincente di Taylor Swift nel mercato discografico: 21 paesi in cui il progetto venne certificato con ori e platini, come in Italia. 1989 fece guadagnare a Swift, oltre a un disco di diamante negli USA, il suo secondo Grammy come artista dell'anno. Ai 16 brani contenuti nella versione originale di 1989, si aggiungo i brani Slut!, ma anche Say Don't Go, scritta allora con Diane Warren, ma anche Suburban Legends, Now That We Don't Talk e Is It Over Now. Anche questa volta viene accompagnata dai producer Ryan Tedder, Noel Zancanella, Patrick Berger, Christopher Rowe, Imogen Heap, ma soprattutto Jack Antonoff.

Nel frattempo, lo scorso 13 ottobre è uscito in Europa e negli Stati Uniti, il docu-film Taylor Swift – The Eras Tour, diretto da Sam Wrench, che ripercorre in 165 minuti uno dei tour internazionali più grandi della storia. Il film è già in testa negli Stati Uniti nelle prime due settimane per il numero di biglietti venduti, che solo nel primo giorno di prevendita aveva raccolto 25 milioni di euro e dopo pochi giorni aveva già superato la quota 100 milioni. Un viaggio nelle 151 date percorse nell'Eras Tour, prima del prossimo 9 maggio a Parigi, dove comincerà il nuovo viaggio europeo di Taylor Swift, che il 13 e il 14 luglio atterrerà a Milano, allo stadio San Siro, per uno dei concerti più attesi nella penisola.

La guida alle canzoni del nuovo album di Taylor Swift

Andiamo a scoprire quindi, com'è stato il viaggio di Taylor Swift nel nuovo progetto. Qui la guida alle canzoni di 1989 (Taylor's Version).

  • Welcome to New York (Taylor's Version): Brano prodotto da Ryan Tedder, Noel Zancanella. Il progetto si apre con il primo spiraglio pop-libertino che descrive il suo arrivo nella Grande Mela. Le sofferenze descritte nei precedenti progetti, soprattutto in Red, vengono tradotte in un nuovo linguaggio. E anche se esistono "cuori spezzati da mettere nel cassetto", la città la accoglie per poter danzare (forevermore).
  • Blank Space (Taylor’s Version): Brano prodotto da Christopher Rowe. Cambia l'ambiente, cambia l'immaginario musicale anche di Taylor Swift, che incomincia a strizzare l'occhio anche al racconto dei suoi ex in maniera "vendicativa". Questa storyline la accompagnerà poi nel proseguio della sua carriera. Espressioni come "prendi il passaporto e la mia mano, posso far diventare i cattivi ragazzi, buoni per un weekend", mostrano un lato totalmente inaspettato di Swift. E all'interno, c'è anche la denuncia del modo in cui viene raccontata al pubblico la sua figura: "Ti diranno che sono pazza, solo perché sai che amo i giocatori come tu ami il gioco".
  • Style (Taylor’s Version): Brano prodotto da Christopher Rowe. La traccia mid-tempo dell'album comincia a delinearsi, con la produzione di Style che avvolge una gossip-song su una passata relazione di Taylor Swift. Il racconto di una serata in auto tra due partner che non riescono a lasciarsi andare, men che meno "mantenere gli occhi selvaggi sulla strada", sembrano descrivere la figura del suo ex Harry Styles, soprattutto quando lo apostrofa con "quell'espressione da sogno di James Dean". La figura di Styles ritornerà più volte in questo disco, anche nello scrigno dei cinque brani raccolti dal passato di 1989.
  • Out of the Woods (Taylor's Version): Brano prodotto da Jack Antonoff. Si tratta della prima apparizione di Jack Antonoff nella discografia di Swift, un rapporto che si consoliderà nel tempo, diventando centrale nel racconto della cantante. La canzone, oltre al riferimento principale della natura, soprattutto della corsa fuori dalla foresta descritta negli album precedenti, è un secondo chiaro riferimento alla relazione tra Swift e Styles. Infatti viene ricordato nel bridge della canzone l'incidente in motoslitta avuto dalla coppia nel 2012: "Ti ricordi quando hai frenato troppo presto? 20 punti nella stanza d'ospedale e quando hai cominciato a piangere, l'ho fatto anche io".
  • All You Had To Do Was Stay (Taylor’s Version): Brano prodotto da Christopher Rowe. Il brano sembra non rispecchiare inizialmente il viaggio di 1989, anche se rispecchia chiaramente il sentimento vendicativo di Swift rispetto agli amori passati che ritornano. Invece di subire le promesse del suo partner, gli chiarisce che l'unica cosa "che avrebbe dovuto fare, sarebbe stata rimanere".
  • Shake It Off (Taylor’s Version): Brano prodotto da Christopher Rowe. Pubblicato come singolo principale del nuovo album, la canzone ha raccolto oltre 3,3 miliardi di visualizzazioni nel video ufficiale su YouTube. Come ha raccontato l'autrice nell'intervista alla ABC, tv americana, il brano è nato dalla frustrazione con cui veniva descritta dai media. Corroborata da una coreografia che ha reso virale il brano anche su YouTube, "scuotersi via dagli hater che continueranno a odiare" è stato il claim con cui Swift ha aperto le case degli americani, ma in generale del mondo occidentale. Un ritornello ear worm disegnato su misura da Christopher Rowe che non ha avuto bisogno di altro per rendere Shake it off una delle canzoni più riconosciute della discografia di Taylor Swift.
  • I Wish You Would (Taylor’s Version): Brano prodotto da Jack Antonoff. Dopo la libertà conquistata e la leggerezza di Shake it off, i bassi continuano a spingere la voce di Taylor verso l'alto, mentre lei descrive le ronde in auto alla ricerca di un suo ex partner. Il ricordo di una relazione finita male si traduce nell'immagine dei luoghi in cui due trascorrevano il proprio tempo: la cantante gira di notte "alle 2" solo per vedere il suo viso. La speranza e il racconto malinconico degli album passati ritorna con una timida apparizione in 1989: "Vorrei che tornassi, vorrei non aver mai riattaccato il telefono come ho fatto io, vorrei che tu sapessi che non ti dimenticherò mai finché vivrò".
  • Bad Blood (Taylor’s Version): Brano prodotto da Christopher Rowe. Partiamo dal presupposto che nella nuova versione è assenta la voce di Kendrick Lamar (presente invece nella deluxe), che ha reso iconica una delle collaborazioni più inattese degli anni '10 del 2000. Nella nuova versione, la seconda strofa è affidata a Taylor Swift, che in Bad Blood, tra gli episodi di maggior successo dell'album, racconta della faida, non con un partner del passato, ma con un'amica che le ha voltato le spalle. Più che descrivere la "ferita profonda" subita, Bad Blood è un canto di rivalsa.
  • Wildest Dreams (Taylor's Version): Brano prodotto da Christopher Rowe e Shellback. Il brano, ripreso anche su TikTok nell'estate del 2021, racconta la seduzione di un viaggio fuori città tra Taylor Swift e il suo partner, con particolari riferimento al rossetto rosso e alle guance rosse di mascara, un leitmotiv in tutta la sua discografia. Nella strofa finale, dopo "il nostro ultimo bacio" la richiesta è di ritornare in tutti i sogni più selvaggi del suo ex partner, un magazzino di memorie che lo seguirà lungo tutta la sua vita.
  • How You Get the Girl (Taylor’s Version): Brano prodotto da Christopher Rowe. Rappresenta una delle canzoni che descrive apertamente il cambio narrativo di Taylor Swift, soprattutto se paragonata a I Knew You Were Trouble, contenuta in Red. La riconquista da parte del suo ex partner infatti non descrive le mancanze della cantante, che promette di cambiare, ma chiede al proprio partner di diventare più romantico: "Dille che hai perso la testa quando l'hai lasciata da sola senza dirle il perchè" o "Ricordale come sarebbe dovuta andare, con fotografie di baci sulla guancia".
  • This Love (Taylor’s Version): Brano prodotto da Christopher Rowe. La Taylor's Version di questa canzone è stata pubblicata nel maggio 2022 come parte della colonna sonora della serie TV di Prime Video, The Summer I Turned Pretty. Rappresenta il secondo singolo estratto dopo Wildest Dreams, che cita all'interno della canzone, ma è anche la prima canzone che venne registrata dopo Red del 2012, contribuendo al nuovo inizio con 1989. L'amore è al centro del racconto, ma soprattutto vengono raccontate le varie fasi di una relazione. Non c'è giudizio nell'opera, solo un lungo segno del destino che unisce le persone nei momenti della propria vita.
  • I Know Places (Taylor’s Version): Brano prodotto da Ryan Tedder e Noel Zancanella. Si ritorna all'epopea Harry Styles e alla loro relazione che ha catturato l'attenzione dei paparazzi tra il 2011 e il 2013. Il brano, chiaramente più leggero rispetto ai precedenti, descrive il guilty pleasure della coppia di nascondersi in posti in cui i paparazzi non riusciranno a trovarli. La segretezza degli incontri e la voce smaliziata della cantante inseriscono I Know Places in uno dei primi tentativi con influenze urban della cantante, insieme alla versione originale di Bad Blood.
  • Clean (Taylor’s Version): Brano prodotto da Imogen Heap: La canzone, inizialmente legata alla dipendenza da un partner, ha assunto un altro significato negli anni, anche grazie alla fandom di Taylor Swift. La canzone si è indissolubilmente legata al tema delle dipendenze e della salute mentale, soprattutto per la strofa: "Dieci mesi sobria, devo ammetterlo, solo perché sei pulito non significa che non ti manco, dieci mesi più vecchia, non mi arrenderò, ora che sono pulita, non correrò mai il rischio".
  • Wonderland (Taylor’s Version): Brano prodotto da Christopher Rowe. Dopo che nei primi album, le storie d'amore di Taylor Swift avevano raccontato anche un certo pensiero magico delle relazioni, questo viene messo a disposizione del pubblico in Wonderland. Impersonificatosi in una novella Alice, Taylor Swift racconta della sua caduta nella "buca del coniglio" in cui la cantante cerca di scappare dalla monotonia per vivere in pace la sua storia d'amore.
  • You Are In Love (Taylor’s Version): Brano prodotto da Jack Antonoff. Tra le canzoni più romantiche del disco, Swift ha rivelato negli anni che la storia è inspirata alla relazione tra Lena Dunham e il suo collaboratore Jack Antonoff. Una delle poche ballad del disco in cui, rispetto al dualismo tra amore/odio delle passate relazioni descritte nel progetto, viene descritta una tradizionale storia d'amore e soprattutto la creazione di uno spazio di comfort per i protagonisti: "Voi due state ballando in una sfera di neve, in tondo e in tondo. Tiene una tua foto nel suo ufficio in centro e lo capisci adesso, perché hanno perso la testa e hanno combattuto le guerre e perché ho passato tutta la vita cercando di esprimerlo a parole". Il senso di realizzazione del sentimento e del loro rapporto potrebbe porre You are in love come una delle ballad più fortunate della discografia di Taylor Swift.
  • New Romantics (Taylor's Version): Brano prodotto da Christopher Rowe. Se servisse una canzone a descrivere il movimento creato da Taylor Swift dopo la pubblicazione dell'album 1989 nel 2014, sarebbe sicuramente New Romantics. Una canzone che non si fionda sull'aspetto intimo del proprio romanticismo, ma che descrive in termini assoluti il nuovo pubblico di Taylor Swift. I nuovi romantici, il suo seguito, ama l'amore, l'arte e le dimostrazioni umane: non sono scoraggiati dal pubblico giudizio, anzi: "Tesoro, noi siamo i nuovi romantici, le persone migliori in vita sono libere".
  • Slut! (Taylor’s Version): Brano prodotto da Jack Antonoff e Patrick Berger. E dopo New Romantics, arriviamo allo scrigno segreto di Swift: le nuove cinque canzoni contenute nella riedizione di 1989. Slut, un termine violento con cui veniva descritta allora dai media dopo il suo arrivo mainstream, viene capovolto dalla cantante. Swift infatti, afferma che dopo esser stata chiamata con questo termine offensivo e violento, si lascerà andare al peccato senza alcun compromesso, rinforzando la sua scelta di poter aver una normale time-line di appuntamenti con chi vuole e di essere "ubriaca d'amore".
  • Say Don’t Go (Taylor’s Version): Brano prodotto da Jack Antonoff. Il singolo, scritto in collaborazione con Diane Warren, è la ballad dei brani contenuti nello scrigno e dal punto di vista narrativo sembra riprendere I Wish you will. All'interno delle strofe, Swift canta: "Perché hai dovuto girare il coltello? Andare via e lasciarmi sanguinare, sanguinare? Perché hai sussurrato nel buio? Solo per lasciarmi di notte? Ora il tuo silenzio mi fa urlare, urlare".
  • Now That We Don’t Talk (Taylor’s Version): Brano prodotto da Jack Antonoff. Come in Out of the Woods, viene richiamato un altro storico incidente tra Swift e il suo ex partner Harry Styles. Proprio nella prima strofa viene citato il suo ritorno a casa dopo la separazione avvenuta dal cantante sulle Virgin Island. Nel brano, viene richiamato anche il suo addio agli One Direction e la crescita dei suoi capelli dopo la separazione: "Ti sei fatto crescere i capelli, hai nuove icone e dall'esterno sembra che tu stia provando a vivere, ma mi mancano i tuoi vecchi modi".
  • Suburban Legends (Taylor’s Version): Brano prodotto da Jack Antonoff. Rappresenta l'episodio musicalmente più lontano da 1989, soprattutto per una produzione synth molto ricca. All'interno viene celebrato l'euforia e la spensieratezza dell'attrazione fisica durante la conoscenza, dopo una lunga storia d'amore.
  • Is It Over Now? (Taylor’s Version): Brano prodotto da Jack Antonoff. Ribaltando il senso di euforia della canzone precedente, l'ultimo doblone d'oro nello scrigno di Taylor Swift è il racconto straziante di una separazione. La sensazione di solitudine e la nostalgia del passato si mescolano in un drink dal sapore acido, che esaspera la narrazione del brano soprattutto nel ritornello. La protagonista non sembra accettare la separazione, richiamando a sé il suo ex partner attraverso i ricordi vissuti assieme.
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